Trecate - Riceviamo e pubblichiamo dallo studio dell'avvocato Alessandro Parino, che si occupa della tutela legale dei consiglieri comunali Andrea Crivelli e Federico Binatti (Pdl): "Ho avuto modo di leggere recentemente, in qualità di legale di fiducia dei Consiglieri Comunali di Trecate Federico Binatti e Andrea Crivelli, numerosi articoli in merito all’apertura di un centro islamico o moschea nella Città di Trecate. Tuttavia chiedo sinceramente al Sindaco, alla Giunta e al Legale del Comune di chiarirmi per quale fattispecie di reato – con il solito fervore giustizialista di quella sinistra che in difficoltà politica non trova di meglio che appellarsi alle Procure per risolvere i problemi che le derivano dal proprio malgoverno – intendono portare alla “sbarra” i due Consiglieri. Sarebbe poi cosa buona e giusta che la professionalità dell'Avvocato del Comune venisse spesa per questioni riferenti all'attività istituzionale dell'Amministrazione tutta e non sottoposta alle sollecitazioni della maggioranza di sinistra. Nei giorni scorsi, infatti, l'Avvocato Zucco sbandierava ai quattro venti – con severi toni di censura verso l’operato di Binatti e Crivelli –, sia chiaro dietro l'input della maggioranza di sinistra, la minaccia che i loro comportamenti in riferimento alla notizia della prossima apertura di un centro islamico a Trecate – quali ad esempio la raccolta firme, l'attività di propaganda politica, la comunicazione via web e de visu – potessero integrare la fattispecie prevista e punita dall'art 656 del Codice Penale. Al pari dell'odiosità di tale minaccia – alla faccia della libertà d'espressione protetta dall'art 21 della Costituzione che, evidentemente, non è un vento ma un refolo indirizzabile a seconda della comodità d'uso – la sua vacuità si disvela facilmente laddove è chiaro che tale fattispecie incriminatoria è ormai completamente slegata dal mondo contemporaneo: si trovano ad esempio, nei codici penali, a commento dell'art 656 interessanti sentenze della Corte di Cassazione riferite alla diffusione di notizie false sulla possibilità di un conflitto mondiale negli anni '50 o su possibili scontri di piazza durante gli anni di piombo, tutti esempi sicuramente poco pregnanti con la realtà Trecatese. Domenica invece il Sindaco Ruggerone, in vena di “diritto creativo”, tramite il suo poco usato profilo facebook, affermava di essere in procinto, su consiglio del legale del Comune (appunto: del Comune e non suo) di presentare un esposto per “Procurato allarme sociale”. Al che abbiamo sfogliato, oltre che il Codice Penale Italiano, dove non esiste il reato di “Procurato allarme sociale”, anche diversi codici penali di tutto il mondo, compreso quello del Marocco del 1963 – dato il tema in questione – ma non abbiamo trovato nessuna fattispecie di reato che risponda a tale denominazione. Forse il Sindaco intendeva riferirsi al “Procurato allarme”, previsto e punito dall'art 658 del Codice Penale, ed evidentemente l'ha fatto in preda a una sorta di riflesso pavloviano, poiché tale articolo recita infatti: “Chiunque, annunziando disastri, infortuni o pericoli inesistenti, suscita allarme presso l'Autorità, o presso enti o persone che esercitano un pubblico servizio, è punito con l'arresto fino a sei mesi o con l'ammenda da dieci euro a cinquecentosedici euro”: evidentemente per il Sindaco Ruggerone l'apertura di un Centro Islamico – data la reazione della cittadinanza Trecatese che ha firmato in massa la raccolta di firme proposta da Binatti e Crivelli – rappresenta, sotto sotto, un disastro. L'allarme sociale, così lo spieghiamo a Ruggerone, è invece un concetto della sociologia di sinistra, che tende ad accusare una certa mentalità moderata che attribuirebbe maggiore disvalore a determinati comportamenti criminogeni piuttosto che ad altri: non mi nascondo e non nego infatti di ritenere più grave, ad esempio, lo spaccio di droga davanti alle scuole che non l'evasione fiscale. Peraltro basterebbe uscire un po' dal provincialismo naif della sinistra Trecatese e farsi un giro a Milano, in viale Jenner, per capire come la presenza di un centro islamico possa rappresentare un fattore concreto di allarme sociale. Resto in attesa comunque di capire per quale fattispecie di reato, magari correttamente delineata, saranno chiamati a rispondere i Consiglieri Binatti e Crivelli dinanzi a una Procura della Repubblica: che tuttavia è sicuramente impegnata ed oberata di crimini ben più gravi del loro presunto “allarmismo sociale”, per dirla con la terminologia del diritto creativo di Ruggerone, ovviamente".