Cameri - Riceviamo e pubblichiamo dal sindaco uscente e candidato per la riconferma Rosa Maria Monfrinoli: "Su lavoro non prendiamo lezioni da Valeria Galli: lo Sportello Lavoro dà solo non “crea” occupazione come lei dice. È come dire che per combattere la povertà basta aprire una nuova banca… Qui serve il lavoro, non uno sportello. Lavoro e F35: temi cruciali sui quali il Comune di Cameri è chiamato a confrontarsi (chiunque lo amministri). Temi che giustamente la candidata sindaco Valeria Galli ha citato nel suo recente incontro pubblico in sala polivalente. Temi cruciali e che proprio per questo meritano la massima attenzione da parte di un'amministrazione pubblica. Qui non sono ammessi scherzi: a noi non è mai piaciuto "giocare" con la realtà deformandola per convincere chi ci ascolta. Abbiamo appreso che Valeria Galli punta molto sulla riapertura di uno Sportello Lavoro in municipio. Purtroppo di questi tempi non è pensabile che la semplice apertura di un ufficio informazioni dedicato all'occupazione generi automaticamente posti di lavoro. È come dire che siccome le famiglie hanno sempre meno soldi, la soluzione è aprire una nuova banca... Purtroppo non è così semplice: e questo lo abbiamo visto durante il periodo di funzionamento dello Sportello Lavoro a Cameri. I problemi occupazionali, inoltre, sono tali e tanti da non poter sicuramente essere risolti con le competenze e gli strumenti esclusivi di un Comune (chiunque lo amministri). Nello specifico: il nostro Sportello Lavoro, nato nel 2005 grazie a una convenzione tra Cameri, Galliate e Romentino, ha avuto un iniziale contributo della Provincia poi azzerato, generando un crescendo di costi per i Comuni, tanto che Romentino si è defilato. Per Cameri si è passati in pochi anni da 5.000 euro, a oltre 10.000 euro l’anno, con una previsione di spesa in aumento. A fronte di nebulosi e poco chiari effetti sull’occupazione: perché, ricordiamo, lo sportello si pone solo come tramite tra i due Centri per l’Impiego esistenti in Provincia (Novara e Borgomanero) con chi cerca (tanti) e chi offre lavoro (ahinoi, pochi). Cameri non ha mai potuto verificare, dati alla mano, l’efficacia di quello sportello. E dato che tra il 2009 e il 2010 eravamo impantanati con enormi problemi di bilancio sforato (grazie sindaco Crespi…) e l'obbligo di far (ri)quadrare i conti, nell’emergenza di centellinare ogni euro non c’erano più le condizioni (risorse e personale) per tenere aperto con le nostre forze lo sportello, visto che anche una richiesta a Galliate di ridurre il servizio non venne accolta (era Galliate, infatti, a fornire il personale allo sportello: Cameri non aveva, e non ha neanche oggi una professionalità interna adatta per quella mansione). Nel 2010 abbiamo ritenuto che non fosse più possibile garantirne la sopravvivenza. Detto questo, per il lavoro ci siamo mossi su altri fronti (sicuramente meno "di facciata" ma confidiamo più efficaci) per andare a sbloccare, agevolare, snellire e incentivare tutti quegli investimenti che potevano andare a creare nuova occupazione. Lo abbiamo fatto tenendo basse le imposte per le attività produttive e artigianali (dalla piccola bottega alla grande azienda), superando i vincoli urbanistici legati agli insediamenti commerciali sulla Statale 32, accogliendo e sostenendo l'insediamento di nuove aziende (ultime in ordine di tempo, la nuova Avio Aero e Igor che è pronta per un importante ampliamento) o ancora suggerendo una via d'uscita alla nascita del nuovo quartiere residenziale lungo la via Matteotti (da più parti si dice che solo dando impulso all'edilizia si può ipotizzare una ripresa "sistemica" dell'Italia). E ancora in tema di lavoro non possiamo esimerci dal replicare alla questione F35. Valeria Galli ci accusa di aver mentito ai cameresi proponendo posti di lavoro per chi aveva perso il suo impiego nelle aziende storiche di Cameri (Bossi, innanzitutto...). Nessuno di noi si è mai sognato di promettere un posto di lavoro a chi "usciva" dalla Bossi. Il progetto F35, l'abbiamo già ribadito, esula dalle competenze di un'amministrazione comunale. E ribadiamo, già che ci siamo, che questo stabilimento non è un progetto che può essere accreditato come "del centrodestra” o di qualunque altro partito: è un progetto che è nato nel 1994 e che ha visto l'approvazione di governi nazionali di ogni colore: dal Pd di Prodi, a Forza Italia di Berlusconi fino alla Scelta Civica di Monti. Tutti hanno dato il loro assenso, prima o dopo. Anche il partito a cui appartiene Galli, per chiarire, ha sempre dato il suo appoggio agli F35. Quello che noi abbiamo modificato, in questa generale aurea di consenso, è sicuramente l’approccio verso i vertici militari e le imprese coinvolte: pretendiamo che si rispettino Cameri e i cameresi dando le doverose “compensanzioni” al territorio. Infrastrutture, Imu, Tares e altro ancora: visto che non abbiamo potuto decidere sull’insediamento, la nostra politica è quella di trattare lo stabilimento come una qualsiasi altra impresa. Perché non pagano Imu e Tares? Perché non devono adeguare la viabilità al flusso di lavoratori previsto? Battaglie per noi importanti, che vogliamo continuare a condurre, per ottenere risorse da spendere, guarda un po’, per il bene di tutti i cameresi. Magari proprio andando a intervenire là dove si può profilare un ritorno occupazionale. Noi continuiamo a ritenere che un progetto di questa portata non può che avere benefici occupazionali, non solo per Cameri. Già oggi in tutt'Italia dà lavoro a centinaia e centinaia di persone: e secondo quanto riferiscono i vertici militari pur con un impegno d'acquisto da parte dell'Italia di soli 90 velivoli a fronte dei 133 iniziali, si stima un'occupazione complessiva, a regime, fino a 7 mila persone. Noi ai vertici militari, di solito, crediamo. Ora: non tutte saranno a Cameri, ci mancherebbe. Ma parte di queste saranno gioco-forza create sul territorio. Ai lavoratori e ai nostri giovani servirà quindi formarsi adeguatamente per essere pronti al momento del bisogno. Su questo continuiamo a credere: se non altro perché è uno dei più grandi investimenti industriali non solo nazionali, ma europei e internazionali. Come aprire una nuova banca non crea ricchezza, così aprire uno sportello lavoro non crea lavoro. Banale, ma è la verità che Galli pare non ricordare. Piuttosto vorremmo cogliere l'occasione per ricordare a Galli che all'epoca della crisi della nostra amatissima Bossi, lei sedeva sulla delicata poltrona di Assessore Provinciale al Lavoro e alla Formazione Professionale. A memoria, non ci pare di ricordare che si mobilitò così efficacemente da poter “risolvere” quel dramma occupazionale. Questo non tanto per ritornare a quei drammatici mesi; ma piuttosto per dire che sul tema del lavoro, più che tante parole e promesse servono azioni concrete e alternative davvero valide. Se il nostro errore è credere che dagli F35 possa nascere un’opportunità occupazionale (anche) per i cameresi, allora continuiamo a sbagliare. Se proprio si deve scommettere su qualcosa di importante in tema di lavoro e occupazione, almeno lo si faccia su un progetto che davvero si pone come opportunità tale. Più sicuramente che avere un “ufficio informazioni” aperto qualche ora a settimana".