Trecate - Riceviamo e pubblichiamo dal gruppo Trecate Domani: "Non solo sterili commemorazioni; così il Sindaco Binatti commentava l’anniversario della strage di via d’Amelio, affermando che il ricordo delle vittime innocenti delle mafie deve essere soprattutto impegno concreto e quotidiano delle istituzioni. Peccato che a questa dichiarazione di intenti non corrispondano i fatti: ieri sera la maggioranza in Consiglio comunale ha bocciato la mozione di Trecate Domani per il reintegro del comune di Trecate nella rete di Avviso Pubblico che, realizzando progetti, iniziative e corsi di formazione, raccogliendo e diffondendo l’uso di buone pratiche amministrative e pubblicando notizie e documentazione aggiornata, rappresenta uno strumento d’eccellenza per fare rete e combattere concretamente le pratiche di corruzione e malaffare all’interno della pubblica amministrazione. Il Comune di Trecate è stato, infatti, parte della rete fino al 2016 quando la prima giunta Binatti ha, in uno dei primi atti del proprio mandato, deciso di uscirne (insieme all'eliminazione dei finanziamenti all'Istituto Storico della Resistenza) per "contenere le spese a carico del bilancio comunale" (Delibera di Giunta N.148 del 21.07.2016) Un risparmio di 1000 euro annui per il Comune che si traduce in minor formazione per i dipendenti, in disinvestimenti sulla legalità e in un messaggio chiaro: all'Amministrazione non interessa la prevenzione e il contrasto dei fenomeni mafiosi e corruttivi. Ci sarebbe piaciuto che il Sindaco e la maggioranza approvassero la nostra mozione, impegnandosi concretamente per onorare il sacrificio delle vittime innocenti delle mafie anziché riempirsi la bocca di parole vuote e sterili. Ad aggiungersi al quadro c’è l’affermazione pubblica della vicepresidente della Provincia di Novara che aveva dichiarato pubblicamente la volontà di far aderire l’Ente alla rete. La stessa provincia di cui Binatti è presidente. Siamo amareggiati, ma continueremo a batterci per la giustizia e la pratica quotidiana di azioni a contrasto del malaffare e della corruzione, perciò la nostra battaglia non finisce qui".