Galliate - "Venerdì 23 novembre - scrive il consigliere comunale, Lorenzo Rebecchi - si è parlato in un consiglio comunale aperto del futuro dell'Ospedale di Galliate. C'erano molti cittadini, associazioni, operatori del settore, sindacati e rapprensentanti istituzionali. Naturalmente mancava il protagonista principale, il Governatore Cota. Il solito assente nelle grandi occasioni, preoccupato di un confronto politico su un tema scottante. Non voglio ribadire alcuni concetti che ho espresso in Consiglio comunale e che i giornali hanno descritto. Desiderei che ascoltiate un'intervista del sindaco rilasciata solo un anno fa sull'argomento. Caro sindaco, meno male che erano previsti degli investimenti! Sono parole sue, non mie. Infatti da allora è stata ridimensionato il reparto di chirurgia, la "chiusura per ferie" era una scusa per prepararsi al peggio; l'oculista è stata degradata da struttura complessa a semplice; la fisioterapia non si sa che fine farà. Non si offenda, ma Lei è proprio una "garanzia" per la sua città! Leggete invece cosa dice l'articolo de "La Stampa". Le contraddizioni tra quello che dice Ferrari ed il presidente della Regione sono evidenti e sono emerse in quella sera. Mi spiace osservare che il primo cittadino è stato "tradito" dal Governatore Cota, tra l'altro del suo partito, che ha deciso la chiusura dell'Ospedale San Rocco una volta realizzata la Città della Salute. A dire il vero non è tutta colpa sua, ma però poteva pretendere a chi di dovere una realtà differente per i proprio contribuenti. Si racconti quello che vuole, ma il destino del presidio di Galliate è segnato. L'Ospedale di Arona è quasi vicino alla chiusura. Si chiamino come si vuole, ma questi sono tagli e ciò comporta una grave responsabilità politica. L'impianto di Galliate non ha un bel orizzonte; per ora non si chiude, ma intanto si indeboliscono i reparti e la funzionalità degli stessi. Se la prospettiva è chiusura, è normale che non si investa per migliorare l'operativa ed il lavoro del personale per incrementare la qualità dei servizi, che non saranno più garantiti come prima. E questo non è poco per chi ne ha bisogno".