Trecate - «Il regolamento comunale sui CAS (Centri accoglienza straordinari), voluto e votato dall’amministrazione Binatti, era solo gratuita propaganda. Lo avevamo già capito durante il Consiglio comunale del 28 luglio scorso, quando i consiglieri di maggioranza avevano preteso la votazione per chiamata nominale, giudicando aspramente e con modalità comunicative tristemente note e discutibili, la nostra astensione» dichiara Emanuela Cazzadore (Uboldi Sindaco) che questa mattina è intervenuta a margine della Commissione convocata dalla maggioranza per discutere del regolamento approvato in Consiglio Comunale.
«Però, mai avremmo immaginato che, per cavalcare un po’ di facile consenso sulla questione dei migranti, fossero capaci addirittura di deliberare un atto illegittimo. A dirlo non siamo noi, ma il Governo guidato da Giorgia Meloni tramite il suo Ufficio territoriale con sede a Novara e il signor Prefetto. Nella nota prefettizia si legge che ‘il regolamento viola anzitutto la legge, è viziato da difetto assoluto di attribuzione in una materia estranea alle funzioni dei Comuni. La deliberazione consiliare appare illegittima’» il commento di Marco Uboldi (foto) e Filippo Sansottera (Partito Democratico) in merito alla nota prefettizia.
«Tradotto: la maggioranza a Trecate ha votato un regolamento che viola numerose disposizioni di legge ed è stato “strigliato” dalla Prefettura. Così, il 13 ottobre in Consiglio comunale la maggioranza dovrà decidere cosa fare dell’atto che aveva deliberato in nome di una propaganda sterile che non fa bene a Trecate e ai suoi cittadini. Sarà interessante vedere se i consiglieri che avevano approvato il regolamento faranno autocritica. E magari ne voteranno l’annullamento con chiamata nominale, uno ad uno come nel caso dell’approvazione, oppure se si scontreranno con il Governo sostenuto dai partiti che loro rappresentano» aggiunge Raffaele Sacco (Trecate Domani) che in sede di stesura del regolamento aveva già espresso le sue perplessità.
A concludere è Anna Uboldi (Uboldi sindaco) «Per coerenza, potrebbero decidere di non presentarsi in Consiglio comunale oppure di dimettersi un minuto dopo aver approvato la delibera riparatrice. Invece, temo che assisteremo al solito esercizio dello scaricabarile. Magari sul funzionario che ha dato parere tecnico favorevole, colpevole di non averli avvertiti di tutte le violazioni normative che stavano deliberando. Solo che questa volta il sindaco non potrà mandarlo a casa con la magica formula della ‘venuta meno del rapporto fiduciario’».