Trecate - Metti una sera di fine primavera a parlare del futuro dei consorzi socio-assistenziali insieme a qualificati ospiti invitati dal circolo locale del Partito Democratico. Presenti i consiglieri regionali Giuliana Manica e Boeti, il sindaco Enrico Ruggerone, la segretaria provinciale del Pd Elena Ferrara e la direttrice del Cisa Ovest Ticino Antonella Baccalaro; a moderare l'incontro Marta Moalli. L'incontro si è aperto con le considerazioni del primo cittadino trecatese sui recenti tagli operati dalla manovra del Governo Monti e dagli esecutivi precedenti guidati da Berlusconi sui trasferimenti dallo Stato ai Comuni: "Siamo stati costretti ad operare tagli netti in vari settori, come Cultura e Lavori pubblici. Si pensi che da Roma arriveranno non più 3.2 milioni di euro come lo scorso anno, ma circa 1.9; una differenza di 1.300.000 euro che si farà sentire su tutta la comunità. Stiamo facendo i salti mortali per mantenere l'Imu ai minimi sulla prima casa; certo non ci tiriamo indietro se ci sono sacrifici da fare tutti insieme, ma ci sentiamo un po' isolati e francamente non abbiamo alcun sostegno dalla Regione, cui denunciamo la mancanza di correttezza e serietà da parte degli organi esecutivi. Trovo che la Giunta Cota sia stata capace solo di scelte ambigue e confuse; mi auguro che prendano coscienza del periodo difficile e dimostrino coi fatti di non voler più tagliare drasticamente sul sociale: scelta assurda visto il periodo difficilissimo di crisi, che ha messo in ginocchio migliaia e migliaia di famiglie".
Ferrara ha parlato del Cisa, "un consorzio nato in un territorio molto coeso e che negli anni è sempre andato migliorandosi nelle professionalità e nella stima da parte dei cittadini. Ricordo le battaglie dell'ex sindaco di Galliate, Boccara. Il Cisa non va chiuso o ridimensionato, ma sviluppato".
Manica: "Occuparsi oggi di socio-assistenziale è di una difficoltà estrema oggiogiorno. Sono molto critica con la maggioranza e l'esecutivo in Regione, che non è stato capace di approvare la legge di bilancio lo scorso 31 dicembre, pur avendo gli strumenti legislativi atti a farlo. Si va avanti con l'esercizio provvisorio, ma ormai siamo a metà maggio e si naviga a vista, senza un obiettivo, un senso logico e nell'incertezza assoluta. Come possono gli enti locali e gli stessi consorzi approvare i loro bilanci se la Regione non dice loro quanti fondi destina per il socio-assistenziale? Trovo poi assurdo in un periodo come l'attuale che il Pdl a Torino si sia sfasciato in due, con la creazione del gruppo di ProtettAzione, che avrà diritto a 6-700 mila euro; questi consiglieri partiranno con i loro ricatti verso l'azione amministrativa della Giunta pur di avere un assessore o un presidente di commissione. Trovo poi che l'Amministrazione Cota si sia fatta riconoscere soprattutto per la genialata di colpire le politiche sociali, soprattutto le fasce più deboli, di fatto annullando la possibilità di rilanciare i consumi. Si pensi che nel 2009 avevamo stanziato per il sociale 140 milioni di euro nel sociale e che quest'anno era emersa l'idea di destinarne circa 4o milioni! Non capisco poi come si faccia a voler chiudere o ridimensionare il Cisa Ovest Ticino, che ha un distretto di 70-80mila abitanti, ha un senso logico e geografico, ha un ottimo personale ed è ben diretto con attenzione e cura".
La parola quindi alla direttrice Baccalaro: "Quando sento che un gruppo in Regione prende tutti quei soldi mi viene un fegato così... pensando ai sacrifici che siamo costretti a fare, anche solo risparmiando sul toner delle stampanti o sulle luci accese. Sono qui a parlare stasera con l'autorizzazione di tutti i sindaci dell'Ovest Ticino, che ringrazio, perché credo che il problema del ridimensionamento del Cisa non abbia un colore politico: interessa tutti in egual modo. Sono stata a Trecate come assistente sociale dal 1980, prima di diventare direttrice del Cisa; abbiamo creato la residenza per portatori di handicap ultratrentenni, oltre a tanti altri servizi come lo Starebenestaremale, dedicato ai giovani, che ha 'fruttato' diversi premi in ambito nazionale ed europeo. Siamo costretti a tagliare servizi che erano fiore all'occhiello della nostra gestione; il personale - chi può - cerca e chiede il trasferimento altrove, visto che ci hanno detto in Regione che siamo destinati a chiudere. Trovo assurdo che non ci sia mai stata una riunione con l'assessore regionale, lo stesso dicasi con l'Asl e l'ex commissario Cosenza con il quale non avevamo un gran rapporto...".
Il sindaco di Cerano, Flavio Gatti, ha detto: "Non siamo più in grado di dare risposte ai nostri cittadini che ci chiedono di aiutarli in un periodo così difficile come l'attuale. Credo che sia giunta l'ora che il presidente Cota prenda la cornetta del telefono ed affronti la realtà, chiamando il suo collega di partito e sindaco di Galliate e gli dica: Caro Ferrari, purtroppo siamo costretti per motivi di bilancio a chiudere il vostro Cisa...".
Valeria Galli, consigliere provinciale del Pd: "Vedo che l'aspetto socio-assistenziale sta andando in modo irreversibile dal pubblico al privato. Questo non ci può star bene: faremo le barricate facendo approvare ordini del giorno in tutti i Comuni e in Provincia, perché ci sia una linea chiara contro questo orientamento. La salute di tutti non può essere data in mano ad interessi privati".
Milù Allegra, anche lei consigliere provinciale Pd: "Viviamo una situazione drammatica nella quale manca la benché minima comunicazione tra gli enti locali (come i Comuni, le Province e i Consorzi) e la Regione. Il bello è che succede anche e soprattutto tra esponenti che sono dello stesso partito...".
Infine Boeti, di professione ortopedico, per passione prima sindaco di Rivoli (Torino) e oggi consigliere regionale del Pd: "Trovo che Cota sia un presidente che si fa prendere troppo dall'euforia e va promettendo a destra e manca di tutto e di più, pur sapendo che non può mantenere quanto detto. Lo ha fatto per il bonus bebè; oggi è la stessa musica per il bonus libro promesso all'inaugurazione del Salone di Torino. Lui, la sua Giunta e la maggioranza che lo sostiene mi sembra che stiano suonando come l'orchestrina sul Titanic prima che affondasse. Ho contestato all'assessore Monferino il fatto che ha licenziato 700 professionisti nella sanità, mi ha detto che erano tutte prestazioni a tempo determinato, rimane il fatto che sono 700 famiglie che non hanno più una forma di reddito. E poi trovo che l'attuale assessore, essendo uno stimato manager, possa anche andar bene come assessore alla Sanità, ma che nulla c'azzecca con i Servizi sociali. I piemontesi che soffrono e che hanno bisogno non sono pezzi di ricambio di una catena di montaggio all'Iveco! Concludo con una domanda, cui purtroppo sappiamo tutti la risposta: nel 2009 i piemontesi con la Giunta Bresso erano soddisfatti del livello raggiunto dalla loro sanità. Lo sono ancora oggi nel 2012 con tutti i tagli effettuati o promessi?". E' quasi mezzanotte nella sala-riunioni della Casa del popolo di un giovedì di inizio maggio. Ed i tanti presenti all'incontro tornano a casa con qualche certezza in meno e... un quesito in più.
Gianmaria Balboni