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VALLE DEL TICINO: CHIESTA L’ESTENSIONE DELL’AREA MAB

Beltrami, Casoni e Avanza

Cameri / Magenta A dieci anni dal riconoscimento di Riserva della Biosfera e all’entrata a pieno titolo nella Rete Globale delle Riserve di Biosfera (WNBR - World Network of Biosphere Reserves), i presidenti del Parco del Ticino Lombardo e Piemontese, Gian Pietro Beltrami e Marco Mario Avanza, hanno formalmente chiesto l’estensione dell’area MAB. 

A seguito delle riunioni intercorse e delle sedute del Comitato Tecnico Nazionale MAB è stato infatti predisposto il Rapporto di revisione periodica della Riserva della biosfera “Valle del Ticino” corredato del relativo azzonamento. Tale documento prevede, rispetto al riconoscimento del 2002, una serie di modifiche che interessano principalmente il territorio piemontese, e che riguardano in particolare l'estensione della Riserva a tutti i territori comunali esterni all'area Parco Piemontese e alle aree protette del Parco Naturale dei Lagoni di Mercurago, della Riserva Naturale dei Canneti di Dormelletto, della Riserva Naturale del Fondo Toce e della Riserva Naturale del Bosco Solivo, situate nell’entroterra e lungo le sponde del Lago Maggiore.

Nel complesso, oltre ai 47 Comuni facenti parte del Parco Lombardo della Valle del Ticino, inclusi dal 2002 nell’area MAB, la Riserva viene oggi ad includere interamente il territorio di 17 Comuni in cui ricade il Parco piemontese del Ticino e di altri 19 Comuni piemontesi contraddistinti da attività socio-economiche di tipo agricolo, turistico e eno-gastronomico, fra cui alcune già eseguite con un uso eco-sostenibile del territorio. Tale proposta permetteràdi coinvolgere una popolazione più vasta pari a 685.000 abitanti permanenti. Ciò consentirà, grazie al coinvolgimento di un maggior numero di rappresentanti delle Comunità Locali, la realizzazione di più attività sostenibili e di progetti di monitoraggio e conservazione, una maggiore conoscenza e sensibilizzazione della popolazione nei confronti delle tematiche di sviluppo sostenibile e di tutela e gestione dell’area protetta.

“Nel 2002 la Valle del Ticino nel suo insieme - dichiara il presidente Marco Avanza - che comprende i territori piemontese e lombardo, è stata riconosciuta come Riserva della Biosfera nel circuito MAB (Man and Biosphere) dell’Unesco ed è entrata nella rete globale delle WNBR (World Network of Biosphere Reserves). Nel loro complesso i due Parchi regionali del Ticino costituiscono l’area protetta fluviale più grande d’Europa, considerato anche il recente accorpamento del Parco piemontese con le vicine aree protette del Lago Maggiore, operativo dal 1 gennaio 2012 ai sensi della Legge Regionale 19/2009. Nel 2012, a 10 anni dal riconoscimento, è stata avviata la revisione periodica della Riserva della Biosfera “Valle del Ticino” e l’Ente Parco piemontese, ora divenuto Ente di Gestione delle Aree Protette del Ticino e del Lago Maggiore, ha lavorato per estendere la Riserva, in zona di transizione, ai territori comunali esterni ai confini dell’area protetta e compresi nelle province di Novara e Verbano-Cusio-Ossola. Hanno aderito alla proposta di estensione 36 Comuni, fra i 45 coinvolti con azioni di consultazione, tavoli tecnici e riunioni, per presentare il progetto e fugare le perplessità di Enti locali ed Associazioni di categoria, che temevano vincoli e restrizioni sulle cosiddette aree transition. Le aree di transizione -come chiarito dal Ministero dell’Ambiente- sono invece deputate ad attività di sviluppo socioeconomico e sostenibile, e possono contenere un’ampia gamma di attività agricole e di altro genere, condotte in sinergia da comunità locali, enti di gestione, ricercatori, associazioni di categoria e altri portatori di interessi economici. La proposta di estensione verte quindi su 36 Comuni piemontesi, 17 dei quali interessati direttamente dall’Area Protetta ed altri 19 contraddistinti da attività socio-economiche di tipo agricolo, turistico ed eno-gastronomico. Con l’estensione la Riserva della Biosfera “Valle Ticino” comprende tra Piemonte e Lombardia 83 comuni, una superficie totale di circa 151.597 ettari (di cui 60.197 piemontesi e 91.400 lombardi) e interessa una popolazione di 685.000 abitanti permanenti. Ciò consentirà, grazie al coinvolgimento di un maggior numero di rappresentanti di Comunità locali, la realizzazione di più attività sostenibili, di progetti di monitoraggio e conservazione, di una maggiore conoscenza e sensibilizzazione della popolazione nei confronti delle tematiche di sviluppo sostenibile, tutela e gestione dell’intera area protetta. Per l’area transition piemontese un protocollo d’intesa individuerà campi d’azione e progetti comuni -da finanziare con partecipazione a bandi comunitari o fondazioni bancarie- quali iniziative di valorizzazione di attività agricole e turistiche, creazione di marchi per prodotti locali dell’area MAB, ideazione di pacchetti turistici di promozione dei principali attrattori del territorio (piste ciclabili, sentiero navigabile, siti di interesse archeologico, architettonico, culturale, naturalistico, strutture ricettive, aziende agrituristiche) e piani di sviluppo territoriale per la valorizzazione permanente del patrimonio locale. In vista poi dell’importante evento rappresentato da Expo 2015, saranno creati speciali pacchetti turistici destinati ai visitatori stranieri per brevi soggiorni all’interno dell’area MAB, alla scoperta del territorio e dei suoi prodotti di eccellenza”.

“Per la parte lombarda - propone il collega lombardo, Beltrami - un contributo importante per la tutela della Riserva della Biosfera, ed in particolare delle aree individuate come core area e buffer, è giunto con l’istituzione del Parco Naturale della Valle del Ticino (L.R. n. 31 del 12 dicembre 2002) ai sensi della L. 394/91 “Legge quadro sulle aree protette”, e con il relativo azzonamento (Piano Territoriale di Coordinamento approvato con DCR 919/2003). Tale riconoscimento ha permesso di perseguire, in maniera ancora più efficace, su un’area coincidente con il più stretto ambito di pertinenza fluviale e caratterizzato dalla presenza di oltre 20.000 ettari di habitat ad elevata naturalità, gli obiettivi MAB di tutela e conservazione durevole degli habitat naturali e delle comunità. Oltre alla normativa dei due Parchi (regionale e naturale), un’ulteriore garanzia circa la protezione degli ambienti e delle specie tutelate deriva dal riconoscimento nell’area protetta lombarda di ben 14 Siti di Importanza Comunitaria (per un totale di 17.045 ettari) e 1 Zona di Protezione Speciale (per una superficie di 20.566 ettari) appartenenti alla Rete ecologica europea “Natura 2000” e dall’applicazione degli strumenti di gestione e di valutazione che ne derivano. La Riserva, per la parte lombarda, ha inoltre ampliato la propria area transition, estendendola anche al territorio di Buscate, a seguito dell’inclusione di tale Comune nel Parco regionale della Valle del Ticino (DGR 4186/2007). A conferma dell’importante ruolo  nella gestione dell’area naturalistica svolto dal Parco  ci sono i risultati che emergono dal primo anno di lavoro del progetto “Gestione e conservazione di agroecosistemi e di ambienti forestali a favore dell’avifauna di interesse conservazionistico nel Parco del Ticino”, promosso da Fondazione Lombardia per l’Ambiente e Parco Lombardo della Valle del Ticino e cofinanziato da Fondazione Cariplo. L’ambizioso  progetto si prefigge di eseguire interventi che migliorino lo stato di conservazione degli ambienti agricoli e forestali presenti nell’area protetta, in particolare a favore dell’avifauna di interesse conservazionistico.  Nel 2012 i censimenti ornitologici hanno permesso di individuare complessivamente ben 151 specie, delle quali numerose rare o minacciate a livello europeo: in particolare 30 di esse sono di interesse comunitario a livello di Unione Europea e 55 sono state classificate come specie di interesse conservazionistico a livello di continente europeo.Una delle aree oggetto di interventi di ripristino, situata nella Riserva “La Fagiana” in località Pontevecchio di Magenta, è stata altresì oggetto di monitoraggio delle farfalle, che ha portato a individuare ben 20 specie, delle quali 4 precedentemente non segnalate nell’area protetta”. Da sottolineare come la ricchezza di specie legate in particolare agli ambienti agricoli sia stata rinvenuta non solo in aree core e buffer della Riserva, ma anche in zona transition dove le azioni condotte dal Parco per favorire una gestione sostenibile dell’agricoltura (a titolo di esempio si citano i contributi concessi agli agricoltori per la gestione di interventi per il mantenimento delle marcite) hanno favorito, oltre al coinvolgimento di molte aziende agricole locali, la presenza di un mosaico di ambienti agricoli, importante sia un punto di vista paesaggistico che faunistico".

Le aree coredella Riserva si estendono per una superficie pari a 13.393,37 ha e includono le aree di maggior pregio naturalistico e maggiormente tutelate da parte degli strumenti di pianificazione dei due Parchi.

Obiettivi delle core areas sono la tutela e la conservazione durevole degli habitat naturali e delle comunità. In tali aree sono ammesse esclusivamente attività di ricerca e di conservazione.

Le aree buffersi estendono per una superficie pari 32.683,93 ha e includono le aree poste a margine e a contorno delle aree core.

Obiettivi delle buffer zones: attraverso la gestione naturalistica ed il controllo delle attività ammesse, assicurare la tutela integrale delle core areas e creare zone di possibile espansione di queste.

Le aree transitionsi estendono per una superficie pari a 105.519,60 ha. e includono per il territorio lombardo la restante parte dell’area protetta, inclusi gli aggregati urbani dei 47 Comuni del Parco; per il territorio piemontese i 17 comuni in cui ricade il Parco, esclusa chiaramente l'area vincolata dallo stesso, e altri 19 comuni, che non fanno parte della comunità dell'area protetta ma che sono contraddistinti dalla presenza di attività socio-economiche di tipo agricolo, turistico ed eno-gastronomico.

Obiettivi della zona di transizione: attuare forme di contrattazione sociale e gestione partecipata per individuare assetti economici compatibili con le core areas e buffer zones della riserva e conseguire un modello territoriale integrato.

 

Il Programma MAB (Man and the Biosphere)

E' stato avviato dall’UNESCO negli anni ’70 allo scopo di migliorare il rapporto tra uomo e ambiente e ridurre la perdita di biodiversità attraverso programmi di ricerca e capacity-building. Il programma ha portato al riconoscimento, da parte dell’UNESCO, delle Riserve della Biosfera, aree marine e/o terrestri che gli Stati membri s’impegnano a gestire nell’ottica della conservazione delle risorse e dello sviluppo sostenibile, nel pieno coinvolgimento delle comunità locali. Scopo della proclamazione delle Riserve è promuovere e dimostrare una relazione equilibrata fra la comunità umana e gli ecosistemi, creare siti privilegiati per la ricerca, la formazione e l'educazione ambientale, oltre che poli di sperimentazione di politiche mirate di sviluppo e pianificazione territoriale.

In tutto il mondo vi sono attualmente 610 Riserve, di cui 8 in Italia. Di seguito l’elenco con specificato l’anno di riconoscimento:

L’UNESCO ha promosso la creazione di un Network mondiale delle Riserve della Biosfera al fine di promuovere su scala internazionale lo scambio di studi, ricerche, strumenti di monitoraggio, percorsi educativi, formativi e partecipativi realizzati all’interno delle Riserve stesse.