Torino - Un’erogazione di oltre 65 milioni di euro in favore di Comuni e Province nell’ambito dell’applicazione del Patto di stabilità regionale è quanto deciso il 28 maggio dalla Giunta del Piemonte che, contestualmente alle Regioni Lombardia e Veneto, ha riproposto la misura già varata lo scorso anno per consentire alle amministrazioni più virtuose di poter investire nei servizi e accelerare i tempi di pagamento alle imprese. Decisa anche la nuova suddivisione delle risorse assegnate, sulla base dei criteri condivisi come sempre con il Consiglio delle Autonomie locali. Il meccanismo è quello consolidato: la Regione cede spazi finanziari agli enti locali, riducendo il relativo obiettivo di patto, ricevendo in cambio dallo Stato risorse cash. Per ogni euro ceduto agli enti locali da Roma arriveranno 0,83 centesimi.
“Un provvedimento di cruciale importanza per la qualità della vita nei nostri territori, che rende merito a chi ha saputo ben amministrare e si propone di farlo anche nel futuro - commenta il presidente Roberto Cota - Le risorse che ripartiamo a Comuni e Province piemontesi potranno consentire lo sblocco di opere essenziali, il potenziamento dei servizi per i cittadini e una boccata d’ossigeno alle imprese che sono creditrici nei confronti degli enti locali. Stimiamo di poter mobilitare con questa misura investimenti per circa 250 milioni”.
Il patto di stabilità regionale vale complessivamente lo sblocco di 65.868.000 euro, di cui 49.400.000 ai Comuni e 16.460.000 alle Province. Il dettaglio del riparto ai Comuni prevede 5.419.000 euro per l’Alessandrino, 2.706.000 per l’Astigiano, 2.416.000 per il Biellese, 6.918.000 per il Cuneese, 3.991.000 mila per il Novarese, 21.807.000 per il Torinese, 3.338.000 per il Vercellese, 2.811.000 per il Verbano-Cusio-Ossola.
“Altre risorse importanti per i Comuni e le Province arriveranno dalla conversione del decreto legge 35 - aggiunge il vicepresidente e assessore al Bilancio, Gilberto Pichetto Fratin - Quasi certamente parliamo di altri 39 milioni di euro complessivi, che prevediamo di sbloccare nel mese di giugno. L’applicazione di questo decreto sarà a vantaggio soprattutto dei piccoli Comuni. La maggior parte degli ulteriori fondi verranno infatti destinati ai centri con meno di 5.000 abitanti, così come previsto dalla normativa, riuscendo così a portare l’attuale stanziamento in loro favore da 14 e mezzo fino a un totale di 39 milioni”.
Nella stessa seduta la Giunta regionale ha anche approvato il rendiconto generale per l’esercizio finanziario 2012. Relativamente allo scorso anno il disavanzo è di quasi 666 milioni, un terzo dei quali causato dalla cancellazione dei residui attivi iscritti negli anni passati, tuttavia non esigibili. L’approvazione del rendiconto 2012 si riferisce ovviamente all’anno appena trascorso e non tiene conto della nuova programmazione finanziaria regionale, che permette da quest’anno di non creare altro debito e di avere un bilancio sano in termini di competenza e cassa, con la canalizzazione di entrate certe. Questi gli importi e i Comuni ai quali sono dati i benefici di cassa (i valori sono in migliaia di euro): Vaprio d'Agogna 5, Bogogno 6, Divignano 6, Bolzano Novarese 7, Cressa 8, Pombia 8, Cavallirio 9, Comignago 10, Gargallo 10, Mezzomerico 10, Maggiora 11, Vespolate 11, Pettenasco 12, Carpignano Sesia 16, Pella 16, Casalino 17, Cerano 17, Fara novarese 17, Boca 18, Cureggio 18, Momo 18, Marano Ticino 20, San Pietro Mosezzo 20, Suno 20, Garbagna Novarese 21, Borgolavezzaro 23, Briga Novarese 25, Ghemme 25, Prato Sesia 25, Fontaneto d'Agogna 26, Oleggio Castello 26, Briona 29, Caltignaga 32, Casalbeltrame 33, Bellinzago novarese 34, Cameri 37, Massino Visconti 39, Romagnano Sesia 39, Veruno 41, Granozzo con Monticello 42, Varallo Pombia 45, Meina 47, San Maurizio d'Opaglio 55, Galliate 58, Gattico 59, Castelletto sopra Ticino 60, Lesa 66, Grignasco 68, Paruzzaro 76, Oleggio 82, Orta San Giulio 97, Armeno 98, Gozzano 104, Trecate 104, Arona 119, Borgomanero 290 e Novara 1.756.