Torino - Pochi minuti fa il Consiglio Regionale del Piemonte ha approvato a maggioranza la Proposta di Legge 165 “Disciplina delle attività estrattive: disposizioni in materia di cave” che, da oggi, mercoledì 9 novembre 2016, è legge regionale. Con essa, dopo 38 anni, il Piemonte si pone all'avanguardia in un settore complesso che non poteva più vedere rimandata una revisione normativa. «Abbiamo raggiunto un ottimo risultato. Quella che approviamo èuna buona legge, i cui punti qualificanti sono: programmazione regionale, equilibrio tra attività estrattiva e ambiente, incentivi al riciclo degli inerti, sanzioni serie e certezza dei controlli» commenta il Consigliere Regionale Domenico Rossi, primo firmatario della PDL. «Si chiudono, con la discussione e il voto in aula – aggiunge Rossi - due anni di lavoro intenso che ha consentito di arrivare ad un risultato importante, condiviso dai gruppi che siedono in consiglio e diversi stakeholder. Un percorso che ci consente di superare la legge regionale 69/1978 e di cui si avvertiva la necessità in Regione da oltre dieci anni. Già le due giunte precedenti si erano cimentate con un tentativo di riforma ma non erano riuscite a portarlo a termine». Ci è riuscita, invece, l’assemblea della legislatura in corso con una proposta di legge di iniziativa consiliare, come ha sottolineato il capogruppo PD Davide Gariglio: “Il Partito Democratico ha deciso di assumersi la responsabilità del cambiamento su alcuni settori che da tempo richiedevano una riforma. Lo ha fatto anche su un comparto complesso come quello dell'attività estrattiva prendendo tutto il tempo necessario per studiare, approfondire e condividere le scelte, ma scegliendo e realizzando quanto annunciato”. Un percorso che ha trovato appoggio e riscontro da subito in tutte le forze politiche che compongono la maggioranza che hanno sottoscritto la proposta di legge e che oggi esprimono soddisfazione attraverso le parole di Marco Grimaldi, capogruppo SEL: «Ci eravamo presi l’impegno di agire, davanti alle associazioni ecologiste che chiedevano di uscire dal far west e ai tanti Sindaci che reclamavano di non essere lasciati soli nei controlli. Finalmente abbiamo votato la legge sulla disciplina delle attività estrattive. Questa norma non regola solo i controlli, le sanzioni, le concessioni e i canoni, ma è un vero e proprio strumento di programmazione e pianificazione».
Un documento condiviso, quindi, che ha richiesto un importante lavoro di studio, revisione e mediazione. «Per me – spiega Domenico Rossi - si trattava di uno degli impegni specifici assunti in campagna elettorale e finalmente portato a termine. Un impegno che nella mia storia personale affonda le sue radici in una data tragica: il 20 gennaio 2010, giorno in cui venne ucciso a Romentino l'imprenditore Ettore Marcoli. In quell'occasione tragica cominciò un percorso collettivo di studio e approfondimento , che aprì gli occhi e svelò le criticità legate a questo comparto: assenza di pianificazione da parte della pubblica amministrazione, mancanza di un apparato sanzionatorio serio, difficoltà dei Comuni nell'attività di controllo, casi di illegalità legati soprattutto al ciclo dei rifiuti». Con la nuova legge si danno delle risposte precise proprio su tali elementi di debolezza.
«Abbiamo tagliato un traguardo – conclude Rossi - ma ora dovremo vigilare affinché quanto previsto in legge venga realizzato: gli incentivi per il riciclo di inerti, la redazione del Piano regionale delle attività estrattive(PRAE), l'istituzione dei servizi di vigilanza, il regolamento sui ripristini ambientali. Dovremo ancora tornare a occuparci di cave, consapevoli che ogni legge deve essere verificata e che certamente non è sufficiente, da sola, a garantire la risoluzione dei problemi che vuole risolvere. La differenza la faranno sempre gli uomini e le donne che dovranno prendere le decisioni corrette al momento opportuno e quando ciascuno secondo il proprio ruolo farà la sua parte».
La nuova legge. Aspetti principali:
PROGRAMMAZIONE - La nuova legge prevede che la Regione disciplini la pianificazione e l'esercizio delle attività di coltivazione di cave, nonché la tutela e la salvaguardia dei giacimenti.La pianificazione delle attività estrattive si realizzerà attraverso il Piano regionale delle attività estrattive (PRAE) che costituisce il quadro di riferimento unitario delle attività e si raccorda con gli altri piani regionali superando la pianificazione provinciale, mai avviata con eccezione del PAEP Provincia di Novara. Il PRAE viene redatto (nella norma sono previste le risorse) attraverso una conferenza di co-pianificazione, alla quale partecipano diversi enti, tra cui i Comuni, e che individuerà tra l'altro le aree dove saranno concesse attività di cava e i quantitativi massimi estraibili in base ai fabbisogni di mercato.
CERTEZZA DEI CONTROLLI - La Regione istituisce un Servizio di vigilanza regionale e un servizio di vigilanza per ogni ATO (ambito territoriale ottimale). I servizi di vigilanza, sulla base di una pianificazione annuale dei controlli, hanno il compito di verificare e vigilare sugli obblighi e sulle prescrizioni impartite con l'atto di autorizzazione o di concessione in collaborazione con forze di polizia, Arpa e Asl. Per chi non rispetta gli obblighi definiti in sede di autorizzazione, per chi non paga gli oneri di escavazione, per chi è condannato per reati contro l'ambiente, e prevista la decadenza dell'autorizzazione. E' prevista dalla norma che una quota degli oneri siano vincolati per garantire i controlli.
ATTIVITA' PRODUTTIVA E AMBIENTE - La norma prevede l'inserimento di criteri ambientali nella valutazione per le autorizzazioni, vincolando, peraltro, parte degli introiti degli oneri ai fini della riqualificazione ambientale dei siti estrattivi. La Regione provvede, inoltre, all'incentivazione della riqualificazione e della valorizzazione del patrimonio minerario dismesso a fini culturali, museali e turistici e del riutilizzo dei vuoti sotterranei, ma anche per il riciclo degli inerti e per la diminuzione del consumo di suolo con uno sconto sulle tariffe per chi ricicla. Le nuove autorizzazioni e le concessioni non potranno essere rilasciate per un periodo superiore a quindici anni e la durata sarà proporzionale alle dimensioni del giacimento e alle capacità tecniche e produttive della ditta concessionaria.
Il testo di legge rivede nel suo insieme il sistema di gestione e controllo del comparto estrattivo fissando paletti e vincoli a tutela, in primis, degli imprenditori che operano nel settore. In quest'ottica la scelta di garantire la tracciabilità dei materiali in caso di conferimento in cava per le attività di ripristino ambientale anche al fine di disincetivare conferimenti illeciti.