Torino - “Sono allibito per quanto accaduto - sono le prime parole 'a caldo' del presidente della Giunta regionale del Piemonte, Alberto Cirio, all'arresto del 'suo' assessore Roberto Rosso (FdI) - Una accusa di questo tipo è la peggiore per chi vuole rappresentare le istituzioni ed è totalmente incompatibile con il nostro modo di vedere la vita e l’impegno politico. Per questo ci auguriamo che Roberto Rosso possa dimostrare quanto prima la sua totale estraneità ai fatti e confidiamo pienamente nel lavoro della magistratura. In queste ore Roberto Rosso mi ha fatto pervenire le proprie dimissioni, che ho prontamente accettato avendo già fatto predisporre la sua revoca non appena verificata la notizia appresa dalla stampa. Come governo regionale, infatti, non possiamo accettare che esista alcuna ombra e più che mai su un tema come quello della lotta alla mafia e alla criminalità, che sono per noi un principio irrinunciabile e per il quale abbiamo voluto costituire per la prima volta in Piemonte una specifica Commissione permanente sulla Legalità. La mafia è il nemico, il male assoluto. E questo deve averlo ben chiaro chiunque voglia governare con me il Piemonte”.
“L'arresto dell'assessore Rosso - afferma invece il consigliere regionale Domenico Rossi (Pd) - è una pessima notizia per il Piemonte, perché, al di là delle responsabilità personali che, come doveroso, devono essere accertate dalla magistratura, getta un'ombra sull'intera istituzione che il Presidente Cirio ha il dovere di tutelare. Quanto emerso dalla conferenza stampa degli inquirenti descrive un quadro molto grave: Rosso avrebbe pagato migliaia di euro in cambio in cambio di un pacchetto di voti stimato in 2000 preferenze nella consapevolezza di avere a che fare con ‘ndranghetisti". Questo apre una questione enorme per la giunta regionale, perché possiamo dire che abbiamo corso il rischio di avere una legislatura “condizionata” dalla presenza mafiosa. Ma è sull’attuale Giunta e l’attuale maggioranza che ora ricade l’onere della prova. Perché è vero che Rosso si è dimesso da assessore, ma questo è sufficiente? Io credo di no. Ci sono delle domande che esigono risposta: Il governo della Regione è ancora sufficientemente autorevole? Come faranno i cittadini piemontesi a essere certi della estraneità della mafia dalle scelte della Regione? Su questo ci aspettiamo parole chiare e convincenti da parte del Presidente e delle forze di maggioranza. Così come, durante il dibattito, chiederemo al Presidente di chiarire le dinamiche che hanno portato Rosso a diventare assessore e se è in grado di assumersi la responsabilità di tutti gli atti amministrativi portati avanti da Rosso in questi mesi. Solo dopo la risposta a queste domande saremo nella condizione di capire se il Presidente Cirio è nella condizione di poter continuare a governare il Piemonte. Quanto accaduto non solo testimonia come la ‘Ndrangheta attraverso l'organizzazione del voto riesca a influire sulla politica, ma anche di un tessuto debole, facilmente infiltrabile e condizionabile. E questo non ce lo possiamo permettere".
E ora cosa succederà all'interno della Giunta Cirio? Chi sarà il sostituto di Rosso? Probabile il coinvolgimento di un giovane ed emergente politico in quota Fratelli d'Italia, magari della zona del Piemonte Orientale?