Torino - Su 1.206 Comuni piemontesi previsti dal piano BUL (Banda Ultra Larga) nei quali è stata pianificata la posa di cavi e tralicci, soltanto a Bognanco in provincia del VCO è stato eseguito il collaudo, il primo in assoluto, il 5 dicembre scorso. In tutti gli altri i lavori, sotto la regia dello Stato, vanno a rilento dal 2015 da quando è iniziata la programmazione di messa in opera a livello nazionale. Il rischio adesso è che Bruxelles, stante la mancata realizzazione delle opere storni 40 milioni già impegnati per il Piemonte. Per questa ragione, l’assessore all’innovazione Matteo Marnati ha lanciato l’allarme in una lettera inviata questa mattina al Ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli. Il dato aggiornato a oggi è di 470 progetti esecutivi approvati, mentre i cantieri aperti sono 430 e soltanto altri due collaudi sono previsti entro la fine di dicembre. «Il Piano per lo sviluppo della Banda Ultra Larga (BUL), avviato operativamente in Piemonte lo scorso anno con l’apertura dei primi cantieri – scrive Marnati - sta evidenziando gravi difficoltà nell’avanzamento delle opere per la posa dell’infrastruttura (…). Il mancato raggiungimento, nei tempi stabiliti, dei target di avanzamento fisico e finanziario delle opere finanziate dalle risorse comunitarie (FESR e FEASR, per un totale di 90 milioni di Euro) determinerà inevitabilmente un taglio delle risorse comunitarie (…). Ritengo opportuno condividere con Lei la mia preoccupazione per tale criticità essendo il MISE soggetto beneficiario a cui la Regione Piemonte ha delegato la realizzazione degli interventi infrastrutturali finanziati con risorse FESR/FEASR 2014-2020 sulla base dell’Accordo di Programma e della successiva convenzione operativa del 2016 (…)».
«L’obiettivo della Regione Piemonte – scrive Marnati - rimane quello di garantire, in coerenza con le Agende Digitali Italiana ed Europea, la disponibilità di servizi digitali inclusivi per tutta la popolazione, quale fattore imprescindibile per lo sviluppo in termini di innovazione, crescita economica, competitività e coesione sociale, nonché per il superamento dei ritardi tecnologici che possono condizionare irrimediabilmente la crescita futura del territorio piemontese». «La Regione – conclude - è stata penalizzata dall’immobilismo degli ultimi anni. Il Governo avvii un negoziato con Bruxelles per evitare di restituire i soldi di lavori mai eseguiti».