Vercelli - Corte dei Conti e Asl: perché la Regione non interviene? "La Sezione Regionale della Corte dei Conti - si legge in una nota di Lega e Fratelli d'Italia - ha accertato a fine Maggio 2018, con delibera, che la Direzione dell’Asl Vercelli non ha ottemperato alle prescrizioni e al rispetto dei termini di bilancio preventivo, oltre che nell’adeguamento ai principi di contenimento della spesa di personale, alla mancata rinegoziazione dei contratti in essere per l’acquisto di beni e servizi per ridurre la spesa su base annua, al continuo ricorso all’anticipazione di tesoreria, difficoltà di pagamento dei fornitori. Ciononostante la Regione Piemonte sembra mostrare scarsa obiettività e molta discrezionalità in quanto, proprio nello stesso mese, ha rinnovato l’incarico al Direttore Generale, nonostante i numerosi problemi emersi durante la sua gestione, in primis lo quello che sembra uno scarso rapporto con il territorio per una sanità territoriale assolutamente insufficiente alle necessità dei cittadini della provincia di Vercelli, tesi che sarebbe confermata anche dalle numerose manifestazioni di protesta da parte di tantissimi sindaci. Oltre ai problemi di gestione economico-finanziaria, di territorio (si ricordi ad esempio la sonora bocciatura da parte della conferenza dei sindaci del PAT) anche la gestione dei servizi ospedalieri non pare così brillante, lo testimonia la scarsissima azione di contrasto alle liste di attesa che se per le prestazioni sotto osservazione (LEA) sono lunghissime, per quelle extraLEA è pure peggio. La questione dell’accertamento della Corte dei Conti è stata portata alla luce grazie all’interrogazione con risposta immediata effettuata il 25 Ottobre nella riunione della XII Commissione della Camera dei Deputati, da parte dell’Onorevole Paolo Tiramani (Lega). La risposta del Sottosegretario alla salute ha ricalcato quello che è il tema che emerge da questi fatti: manca l’equilibrio nel dispositivo normativo attuale (D.lgs 171/2016 poi integrato nel D.lgs 126/2017) tra criteri meritocratici e criteri fiduciari per quanto riguarda le nomine della Dirigenza degli Enti del SSN. La Regione Piemonte, interpellata dal Ministero in merito, non ha rilevato in questi accertamenti della Corte dei Conti, come per tutte le altre tematiche fino ad ora emerse, alcun criterio di decadenza della Direzione ASL. Insomma per l’Assessore Saitta e il Direttore della Sanità Regionale Bono, pare andare tutto bene. Paiono invece numerose le anomalie riscontrate in questo percorso gestionale, che da oggi includono anche quelli che sono i problemi della gestione economico-finanziaria oltre a quelli già noti su tutti i problemi che l’utenza, i malati, toccano con mano giorno per giorno: la desertificazione di alcuni reparti (Radiologia di Vercelli, Ostetricia di Borgosesia) per abbandono, chiusura “random” di servizi essenziali, il progressivo ricorso a servizi di esternalizzazione per coprire le falle di organico dovute a cattiva programmazione o pessime scelte, la chiusura anzitempo di servizi come gli uffici di prenotazione, la pessima gestione del rapporto con il territorio".
"Per tutti questi motivi, enormemente preoccupato, mi sono fatto portavoce per questa tematica in seno al Consiglio Regionale e ho presentato un’interrogazione a risposta immediata per conoscere le motivazioni per cui, vista la situazione, il Governo regionale non è intervenuto al riguardo" afferma il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Giuseppe Policaro.
"E’ inspiegabile il motivo per cui la Regione – dichiara l’On. Paolo Tiramani (nella foto) – continui a fare finta di nulla di fronte ad una Direzione catastrofica sia dal punto di vista organizzativo che dal punto di vista gestionale e finanziario. Se ai disastri compiuti dal punto di vista del servizio sanitario, a causa il ripetersi e l’aggravarsi di problematiche sulla gestione del personale aggiungiamo le difficoltà economico-finanziarie accertate anche dalla Corte dei Conti, non si riesce veramente a comprendere come la giunta regionale PD guidata da Chiamparino possa proseguire questa azione di menefreghismo verso una direzione incapace di svolgere in maniera esaustiva la propria attività".