Torino - “Apprendiamo dagli organi di stampa della stipula di un protocollo fra la Conferenza Episcopale Piemontese e la Regione sui temi della sanità. Ci fa piacere venire a sapere che il presidente Cota intende spiegare il Piano Sanitario Regionale ai cittadini attraverso le parrocchie, ma ci preme sottolineare che tutti i cittadini hanno diritto ad essere informati a prescindere dalla appartenenza ad una confessione religiosa e soprattutto che il presidente Cota non si può esimere dal rapportarsi con le istituzioni territoriali e le forze sociali, cosa che da mesi sta cercando di evitare. Siamo preoccupate per la violazione dei principi di laicità avvenuta con la delibera sui consultori ed attraverso i tagli all’assistenza con le evidenti ricadute sulla vita delle donne e per l’utilizzo strumentale di questa strategia di comunicazione a senso unico. Ci chiediamo quale sia il testo di questo protocollo di intesa e vogliamo sottolineare come l´etica non possa essere considerata appannaggio di una confessione religiosa, qualunque essa sia. L'ETICA è di tutti e ‘la promozione di iniziative mirate all’umanizzazione delle prestazioni e dei servizi’ così come la formazione e i ‘Comitati Etici’ non possono essere questioni delegate soltanto a qualcuno. I tagli al sistema sanitario, la riduzione del personale e gli scandali non aiutano sicuramente ad ‘umanizzare’ le attività di cura. Per tutti questi motivi non possiamo sottrarci dal dire ‘Caro presidente Cota, ci spiace, predichi bene ma razzoli male’”.