Torino - Porre il Piemonte in una posizione di avanguardia rispetto alla gestione di uno sei settori più complessi, quello delle attività estrattive. Questa la finalità della Proposta di legge “Disciplina delle attività estrattive: disposizioni in materia di cave” che abrogherebbe la precedente legge regionale n°69 del 22 novembre 1978. “La necessità di un diverso approccio e una visione attuale del settore che superasse una normativa obsoleta, legata ad un contesto di grande richiesta di materie e basata sul presupposto culturale che le risorse dell’ambiente fossero completamente a disposizione dell’uomo per lo sfruttamento: queste sono le ragioni che ci hanno spinto a lavorare su questa proposta portando” spiega il consigliere Domenico Rossi presentando il documento di cui è primo firmatario. “Era un impegno prioritario che mi sono preso con i cittadini - aggiunge Rossi - occuparmi di questo tema e portarlo al centro del dibattito e dell'attenzione dell'assemblea regionale”.
“Ora il testo farà il suo iter legislativo – spiega il capogruppo del Partito Democratico Davide Gariglio – siamo aperti ai contributi di tutti e sono convinto che grazie ad un'ampia condivisione e che diventerà presto legge”.
“Del resto siamo arrivati a questo testo – aggiunge Gariglio – dopo un confronto con le parti interessate: sappiamo che non piacerà a tutti ma siamo anche convinti che il settore necessiti di nuove regole chiare e trasparenti”. Un percorso condiviso che ha visto lavorare il Gruppo del Partito Democratico fianco a fianco al mondo dell'associazionismo, parti sociali, associazioni di categoria, organi di controllo, tecnici. “Una legge di tutti che consenta uno sviluppo dell’attività di coltivazione di cava in sintonia con il rispetto dell’ambiente e della legalità». Aspetto quest'ultimo richiamato più volte dalla Direzione Nazionale Antimafia che ha invitato il legislatore ad intervenire sul tema del contrasto alle ecomafie fortemente interessate alle cave come futuri depositi di rifiuti, spesso abusivi e di materiali pericolosi.
Un tema ripreso dal Capogruppo di SEL Marco Grimaldi. “Ci eravamo presi l’impegno, davanti alle associazioni ecologiste che chiedevano di uscire dal far west e ai tanti sindaci che reclamavano di non essere lasciati soli nei controlli, di mettere in campo una proposta che riguardasse la programmazione, i controlli, le concessioni e i canoni. Dopo il voto sugli aumenti delle sanzioni, finalmente è pronta una legge che potrà porre un argine alla trasformazione delle cave in miniere d’oro per le organizzazioni mafiose”.
Una legge quadro, attesa in Piemonte da 37 anni, per ridisegnare un settore dando priorità alla programmazione delle attività estrattive, in equilibrio tra attività produttive, rispetto ambientale e norme urbanistiche, ma anche alla massima riduzione del consumo di suolo contestualmente all'aumento del riciclo di inerti, senza dimenticare la previsione di una serie di strumenti che tendono a limitare gli effetti negativi sull'ambiente e i comportamenti illeciti. «Nessuna volontà di penalizzare le imprese – prosegue Rossi - tutt'altro: intendiamo consegnare loro gli strumenti necessari per costruire, dentro a percorsi certi, il proprio futuro in un mercato libero da ingerenze illecite».