Torino - Con l’approvazione delle delibere di stamane , proposte dall’Assessore alle Politiche Sociali, in Giunta regionale, si avvia al termine il riordino delle Ipab, in attuazione alla legge regionale approvata la scorsa estate.In particolare si è normato relativamente a:
- i procedimenti amministrativi che le ipab, divenute aziende, associazioni, fondazioni, o intenzionate a fondersi, devono seguire per terminare il proprio iter di trasformazione;
- i criteri e i principi generali in materia di contabilità delle Aziende e di nomina dei commissari per gli istituti in riordino o sciolti;
- i criteri per l’individuazione dell’ente destinatario del patrimonio delle ipab inattive, a seguito della sua estinzione;
- le linee guida in materia di vigilanza sugli organi e sull’attività amministrativa stessa.
In merito ai primi due punti, la Regione si farà carico di mettere a disposizione delle Ipab interessate la documentazione necessaria a concludere l’iter di trasformazione o fusione degli Istituti.
Al fine, invece, di individuare gli Enti destinatari del patrimonio, sono stati individuati, come soggetti finali ed in ordine di priorità:- il Comune nel quale ha sede l’estinguenda IPAB, se interessato e se accetta entro 180 giorni dalla richiesta della Regione;- altre Aziende e altri Comuni del Distretto di coesione sociale (leggasi oggi Distretto sanitario) ove ha sede legale l’Ipab.- Enti pubblici ed Enti privati che operano nel settore socio-assistenziale.
Quanto invece riferito alle linee guida sopra riportate, esse riguardano da un lato le attività di vigilanza regionale sugli organi e sull’attività amministrativa delle IPAB; dall’altro l’attività di controllo pubblico sull’amministrazione delle ex IPAB, divenute associazioni o fondazioni.
A decorrere dal 1° gennaio 2016, infatti, la funzione di vigilanza sugli organi e sull’attività amministrativa delle IPAB è stata riallocata in capo alla Regione Piemonte.
Quest’ultima non è tuttavia l’unico organo preposto alle attività di vigilanza, essendo le IPAB, secondo normativa, sottoposte ad ulteriori controlli, specie se si tratti di presidi socio-assistenziali o socio-sanitari, dagli organi competenti di tale materia, nonché da parte di autorità comunali, scolastici (se operanti in campo scolastico) e statali.
In linea generale, nell’ottica della collaborazione, si privilegia un controllo non meramente formale e sanzionatorio, bensì diretto a favorire la risoluzione dei problemi e, ove possibile, a prevenirli, anche con misure concordate con gli amministratori degli enti vigilanti e con gli enti locali interessati.
Nel caso di persone giuridiche di diritto privato e di associazioni o fondazioni derivanti dal riordino delle IPAB, la vigilanza ha lo scopo, nel primo caso, di evitare che si arrechi pregiudizio ad interessi esterni all’ente, mentre nel secondo caso, quello di protezione dell’interesse diretto dell’ente stesso.
E’ importante ricordare che lo scopo della legge approvata in Consiglio Regionale, nel luglio 2017, dopo ampio dibattito in Commissione e l’ascolto delle proposte di modifica di tutte le forze politiche, è quello di definire l’ordinamento delle Istituzioni Pubbliche di Assistenza e Beneficenza riordinandole in Aziende Pubbliche di Servizi alla Persona ed in istituzioni private.
La trasformazione delle IPAB in corso viene attuata analizzando il valore di produzione dell’ente e dovrà consentire che l’attività di gestione della stessa sia improntata a criteri di efficacia ed efficienza, con valutazione dei costi, dei rendimenti e dei risultati dell’attività svolta.
Di norma infatti le istituzioni, il cui valore medio della produzione, calcolato con riferimento agli ultimi tre anni di attività, è inferiore a 1.500.000,00 euro si trasformano in associazioni o fondazioni; le istituzioni il cui valore medio si aggira tra i 1500.000,00 euro e 2.000.000,00 euro scelgono se trasformarsi in associazioni o fondazioni, oppure in azienda; le istituzioni il cui valore medio della produzione, calcolato con riferimento agi ultimi tre anni di attività, è superiore a 2.000.000,00 euro, si trasformano in aziende.
Le istituzioni che invece risultano inattive da almeno due anni o per le quali risultano esaurite o non più conseguibili le finalità previste nelle tavole di fondazione o negli statuti, sono estinte con deliberazione della Giunta regionale, anche previa nomina di un commissario, se necessario.
Mentre quelle che si trovano in condizioni economiche di grave dissesto vengono messe in liquidazione su richiesta delle medesime o d’ufficio, nominando contestualmente un commissario liquidatore.
A seguito del processo di riordino, esiste infine anche la possibilità di fusione di più IPAB, finalizzata a conseguire “lo stato” di aziende, al fine di raggiungere le dimensioni più idonee a perseguire, nel tempo, le finalità istituzionali e l’erogazione di servizi maggiormente qualificati e competitivi, in una logica di sviluppo delle proprie capacità gestionali e organizzative.
Il processo di fusione potrà favorire tali enti nel conseguimento di economie di scala, sia mediante una razionalizzazione ed una maggiore economicità nella politica degli acquisti di beni e servizi, sia mediante un utilizzo più razionale delle risorse umane disponibili.
L’Assessore alle Politiche Sociali, della Famiglia e della Casa ci tiene a sottolineare che, grazie alla legge approvata dopo 16 anni di attesa, attraverso queste azioni la Regione Piemonte persegue l’obiettivo di salvaguardare ed ottimizzare l’immenso patrimonio delle IPAB e soprattutto di includere nel sistema di welfare piemontese più di 200 Istituzioni, oltre alle 402 già privatizzate, le quali offrono servizi e strumenti per il benessere e la formazione delle cittadine e dei cittadini.