Torino - Due importanti comunicazioni dell'assessorato alla Sanità della Regione Piemonte commentate dal Consigliere Regionale e vice presidente della Commissione Sanità, Domenico Rossi. La prima rappresenta un intervento chiave per potenziare la risposta sanitaria ed integrata a favore di chi è affetto dal disturbo dello spettro autistico sia per la fascia d’età 0-3 anni sia per gli adulti. «Un tema su cui il gruppo consigliare del PD si è impegnato sin dall’inizio della legislatura attraverso diversi atti di indirizzo e più volte affrontato in aula e in commissione» spiega Domenico Rossi. «Fa davvero piacere che uno dei primi atti dopo l’uscita dal piano di rientro sia la decisone di impegnare sul fondo sanitario regionale del 2017 la somma di 2 milioni di euro per la diagnosi, il trattamento precoce e per il sostegno agli adulti – prosegue Rossi – è una scelta significativa in linea con la politica portata avanti da questa amministrazione che ha scelto di stare vicino ai più fragili e di sostenere le famiglie che ogni giorno devono far fronte alle tante problematiche relative all’autismo. Sono circa 2.600 i pazienti con diagnosi di autismo in cura presso i servizi di neuropsichiatria infantile. Il 10% riguarda la fascia 0-3 anni (dove è maggiore la probabilità di miglioramento se i pazienti vengono curati con continuità). La quota di pazienti presi in carico continuativo (oltre 10 prestazioni/anno) è abbastanza elevata (60% nella fascia 0-3 contro il 30% del totale) ma è ancora molto disomogenea tra le ASL (varia dall' 8% all'80%). La Regione Piemonte interviene per potenziare la risposta sanitaria ed integrata a favore dei minori con disturbo dello spettro autistico, in particolare sulla fascia d’età 0-3 anni: lo fa con una delibera approvata dalla Giunta su proposta dell'assessore alla Sanità che punta alla diagnosi e al trattamento precoce dell'autismo, secondo le raccomandazioni delle linee guida dell’Istituto Superiore di Sanità. Un trattamento precoce prevalentemente sanitario, ma che si integra sin dall’inizio con gli interventi educativi condotti dai genitori formati e supervisionati e con quelli degli eventuali educatori degli asili nido fino poi all'ingresso nella scuola dell’infanzia con le attività scolastiche e quelle educative socio sanitarie. Lo fa nella consapevolezza che la cronicità rappresenta per il sistema sanitario una sfida dove è impossibile giungere ad una vittoria definitiva, ma dove si può concretamente agire dando “qualità agli anni”, cioè ritardando l’insorgenza dei sintomi e controllandone l’evoluzione ritardando la medicalizzazione dei pazienti e nello stesso tempo ottenendo l'ottimizzazione delle risorse necessarie. In Piemonte non si parte certo da zero. Già nel 2014 una delibera regionale aveva istituito- per quanto riguarda l’età evolutiva - in ogni azienda sanitaria uno o più nuclei di operatori formati per la presa in carico di minori con autismo (neuropsichiatra infantile, psicologo, logopedista, terapista neuropsicomotricità, educatore) secondo il principio dell’integrazione multiprofessionale, nuclei che possono avvalersi anche della competenza del centri Autismo e Sindrome di Asperger dell’Ospedale di Mondovì e di quello della Città della Salute di Torino del S. Anna, in collaborazione con l’ASL TO1 e le aziende ospedaliere di Alessandria e Novara. Invece, per l’età adulta aveva individuato l’ambulatorio del Dipartimento di salute mentale dell’ASL TO2 quale Centro Pilota regionale, orientato a favorire la continuità terapeutica in pazienti già diagnosticati in età evolutiva dai Servizi di Neuropsichiatria Infantile e fornire un supporto ai Centri di Salute Mentale che hanno in carico pazienti con disturbo dello spettro autistico, effettuando valutazione diagnostica dei pazienti per i quali non è stata ancora formulata una diagnosi. Ora, per rafforzare e mettere a sistema l'esistente, la Regione ha deciso di intervenire impegnando sul fondo sanitario regionale del 2017 la somma di 2 milioni di euro che saranno poi ripartiti a ciascuna azienda sanitaria: nel dettaglio, 1 milione e 800mila euro saranno destinati ai servizi sanitari territoriali e ospedalieri per l’età evolutiva, a sostegno delle attività a favore dei minori affetti da autismo mentre all’ASL TO 2, presso cui ha sede il Centro Pilota per l’età adulta, viene riconosciuta la somma di 200mila euro a sostegno dell’attività svolta a favore dell’avvio della rete regionale e a sussidio della presa in carico territoriale da parte dei competenti Dipartimenti di salute mentale».
La seconda avvia, di fatto, al potenziamento della rete territoriale che deve procedere in parallelo con la riorganizzazione di quella ospedaliera. La Giunta investe circa 8 milioni di euro per una rete diffusa di 54 “Case della salute” in linea con i nuovi bisogni legati a invecchiamento e cronicità che richiedono strutture disponibili e accessibili durante l’arco dell’intera giornata e in alcuni casi anche di notte, il lavoro di gruppo di diversi professionisti e una continuità di cura fra territorio ed ospedale. «Novara su questo fronte è all’avanguardia e fa da apripista per gli altri territori» precisa Rossi. «Si tratta di un investimento consistente, ma serve la volontà dei professionisti. Mi auguro che i medici sposino questa filosofia e seguano l’esempio dei colleghi che sono già partiti dando vita a nuove strutture di questo tipo. La Regione investe sull’assistenza territoriale ed impegna 8 milioni di euro per strutturare una rete di Case della salute: la delibera presentata dall’assessore alla sanità è stata approvata oggi dalla Giunta regionale e detta le linee guida per attuare un modello che garantisca la continuità assistenziale nella presa in carico e nei percorsi di cura fra territorio ed ospedale. La delibera definisce, inoltre, interventi strategici per valorizzare il ruolo svolto dall’assistenza primaria nella risposta ai bisogni di salute della popolazione con particolare riferimento alla cura delle cronicità. In ognuna delle 13 aziende sanitarie territoriali (TO1, TO2, TO3, TO4, TO5 VC, BI, NO, AL, AT, VCO, CN1, CN2) sono previsti sia il rafforzamento di realtà esistenti sia la nascita di nuove Case della salute per arrivare ad una rete che in totale ne prevede 54 in tutto il territorio piemontese. Attualmente, solo la città di Torino, quindi le Asl To1 e To2, risulta sprovvista di forme organizzate ed attive di assistenza primaria: il nuovo piano regionale prevede invece l’attivazione di 3 case della salute nella To1 (rispettivamente presso il Valdese, l’Oftalmico, via Monginevro) e di 2 Case della salute nella TO2 (Amedeo di Savoia e Lungo Dora Savona). Molto strutturata la presenza di Case della Salute nellaTO3 dove alle realtà già presenti si aggiungerà una nuova Casa della salute a Rivoli, una a Torre Pellice, una a Venaria, con il potenziamento delle realtà già attive a Pianezza, Avigliana, Vigone, Cumiana, Borgaretto e Giaveno ed il rafforzamento a Susa del polo materno infantile con la nascita di una vera e propria Casa della salute pediatrica integrata con il day service ed il punto di assistenza pediatrica territoriale. NellaTO4 nascerà una Casa della salute a Leinì, una a Lanzo ed una a Caluso oltre al rafforzamento delle realtà già attive a Brandizzo e Castellamonte. Nascerà una Casa della salute per ogni ex distretto nella TO5 quindi a Nichelino, Moncalieri, Chieri e Carmagnola: queste ultime tre, in vista della nascita del nuovo ospedale unico della zona, utilizzando quindi parte degli spazi degli attuali ospedali. Nell’ASL Vercelli, le realtà esistenti a Santhià, Varallo, Coggiola e Gattinara, saranno rafforzate per diventare vere e proprie Case della Salute e nascerà un progetto a Cigliano. Nell’ASL Biella dove attualmente non esistono realtà territoriali nasceranno una Casa della salute a Biella e una a Cossato. Nell’ASL Novara la situazione della rete territoriale è già in fase molto avanzata: alle realtà attive di Arona, Oleggio e Ghemme si aggiungerà una Casa della salute nel distretto Galliate-Trecate ed una nella città di Novara. Nell’ASL VCO alle buone organizzazioni già attive a Cannobio ed Omegna si aggiungerà una Casa della salute a Crevoladossola ed una Verbania, oltre ad un progetto ad hoc per la telemedicina. Nell’ASL CN1 una realtà consolidata ed attiva come l’ospedale di comunità a Demonte verrà rafforzato per diventare una vera e propria Casa della salute, a Saluzzo nascerà dentro l’ospedale una medicina di gruppo dei 14 medici di famiglia attivi mentre a Fossano sarà rafforzato ulteriormente il centro di assistenza primaria presente, ma soprattutto si investirà ulteriormente sul progetto Consenso che sta sperimentando positivamente gli infermieri di comunità in Valle Grana e Valle Maira. Nell’ASLCN2 nasceranno una Casa della salute ad Alba ed una a Bra, oltre al potenziamento della realtà già attiva a Montà d’Alba. Nell’ASL Asti attualmente sono attive tre Case della salute, a Nizza Monferrato, Canelli e San Damiano, che verranno potenziate, ma ne nasceranno anche di nuove: una a Villafranca ed una a Villanova. Nell’ASL Alessandria alle realtà attive a Valenza e Castellazzo Bormida si aggiungeranno Case della salute ad Arquata Scrivia, Castelnuovo Scrivia, Moncalvo oltre al rafforzamento dell’equipe multiprofessionale presso l’ospedale di Ovada. Della somma di 8 milioni di euro che la Regione Piemonte impegna sul fondo sanitario del bilancio 2017, il 25% servirà al potenziamento delle realtà di assistenza territoriale già attive (sono 25) ed il resto andrà tutto alle nuove Case della salute che saranno 29».