Torino - Programmazione della rete ospedaliera, istituzione di sei federazioni sanitarie, rafforzamento del 118 e riorganizzazione dei pronto soccorso sono i capisaldi del nuovo Piano socio-sanitario 2012-2015, approvato il 3 aprile dal Consiglio regionale e che il presidente Roberto Cota definisce “una riforma fondamentale per il futuro del Piemonte”.
Il documento si pone l’obiettivo di affrontare il problema di aumento dei costi di un sistema sanitario buono ma costoso, mantenendone nel tempo la sostenibilità. Negli ultimi dieci anni, l’andamento dei costi del sistema piemontese è salito di circa 400 milioni di euro l'anno, passando da 6 miliardi di euro del 2002 a 8,5 miliardi del 2010. Per la prima volta, il 2011 ha segnato una diminuzione della spesa sanitaria di circa 135 milioni.
Per lavorare in un’ottica di sostenibilità economica, occorre creare realtà di dimensioni economiche migliori, mettendo a fattor comune attività quali gli acquisti, lo stoccaggio, la distribuzione, il controllo di gestione, ecc, attività fino ad oggi svolte da ciascuna azienda sanitaria regionale singolarmente (21 in totale). In quest’ottica la riforma prevede la costituzione di sei Federazioni sanitarie, società consortili in capo alle quali saranno poste tali attività, generando grossi risparmi sui volumi aumentati per “effetto scala”, un passaggio giuridico che non avrà alcuna conseguenza sui cittadini.
Altro elemento fondante della riforma è la programmazione della rete ospedaliera. Le varie attività che verranno integrate nelle diverse strutture a seconda della suddetta gerarchizzazione risponderanno al concetto di grandi volumi che consentono la visibilità di una grande casistica.
Ulteriore tassello è il rafforzamento del servizio di emergenza 118: verrà significativamente potenziata la flotta su terra e sarà riorganizzato il servizio di elisoccorso con l’introduzione del volo notturno. Anche i Dea e i Pronto soccorso saranno riorganizzati, servendo con strutture più idonee i codici bianchi e verdi, elemento che consentirà di alleggerire le strutture di emergenza liberando posti per i casi più gravi.
La disponibilità maggiore di strutture per la riabilitazione post acuta creerà più disponibilità di posti letto negli ospedali e consentirà più facili ricoveri dei codici gialli e rossi, alleviando il cronico carico di Dea e PS.
"Questo Piano - commenta il presidente Roberto Cota (nella foto) - segna una svolta importante: è la prima grande riforma che si fa in Regione Piemonte. Ed è la prima volta che, da quando esistono le Regioni, il Piemonte sceglie un suo modello di organizzazione sanitaria, adottato in base all’esigenza di avere un sistema moderno ed efficiente che faccia funzionare gli ospedali secondo il criterio dell’appropriatezza. Altro obiettivo è quello di tenere sotto controllo la spesa sanitaria, che è stata una delle principali cause dell’indebitamento in cui versa la Regione. Questo nuovo sistema è rispondente alle caratteristiche del Piemonte che ha una grande estensione, tanti piccoli Comuni ed ha bisogno di più presidi che però siano coordinati in rete. Ringrazio l’assessore Monferino per l'importante lavoro svolto e tutto il Consiglio”.
“Il nuovo Piano socio-sanitario - aggiunge l’assessore alla Sanità, Paolo Monferino - nasce dalla necessità di controllare la crescita dei costi della sanità piemontese, contenendoli attraverso la creazione di un sistema sostenibile nel tempo e garantendo un’alta qualità dei servizi. La rete ospedaliera e la centralizzazione dei servizi attraverso la costituzione delle Federazioni permetterà di liberare risorse importanti che saranno investite nel sociale per rispondere alle crescenti esigenze della nostra popolazione e a fronte di riduzioni al settore che arrivano dallo Stato. Ora comincia il lavoro vero, cioè mettere in opera quanto è stato deciso. E la priorità numero numero uno è la scelta della squadra. E’ necessario individuare le persone giuste per guidare le aziende e le federazioni".