Torino - Il Presidente Stefano Allasia e il Capogruppo Lega Salvini Piemonte Alberto Preioni, hanno depositato questa mattina presso la Corte di Cassazione il quesito referendario per la modifica della legge elettorale. La delegazione piemontese insieme con quelle delle altre sette regioni (Veneto, Sardegna, Lombardia, Friuli, Piemonte, Abruzzo, Liguria e Basilicata), ben oltre le cinque richieste dalla legge, è stata guidata dal vicepresidente del Senato Roberto Calderoli. “Questo è soltanto l’inizio di un percorso – spiega Allasia – che dovrà portare a far esprimere i cittadini su una questione molto importante: il modo di eleggere i propri rappresentanti. Senza entrare nel merito, credo che in democrazia sia sempre importante dare voce agli elettori su temi così rilevanti per il nostro Paese”.
“È un grande risultato raggiunto grazie a una dura lotta politica. Sono soddisfatto - dichiara Alberto Preioni - questa legge, darà stabilita e governabilità al Paese. Chi vince va a governare per cinque anni senza giochi di palazzo, come succede già oggi per il sistema elettorale dei sindaci, stoppando la smania di poltrone di Renzi e M5S”.
“Una lunga maratona, non solo in merito alla richiesta di referendum da parte della Lega sulla legge elettorale, ma per tenere il punto e difendere l’autonomia del Consiglio Regionale” dichiara il Consigliere e Vice Presidente della Commissione Sanità Domenico Rossi.
“La scelta della Lega di tenere in ostaggio sei Regioni rappresenta un precedente pericoloso, in Piemonte ancora di più per le modalità autoritarie con cui è stata portata avanti questa azione temeraria: senza passare dalle commissioni, senza consultare alcun esperto, forzando la mano in una riunione dei capigruppo e, ricorrendo, addirittura, al contingentamento dei tempi di discussione obbligando di fatto le minoranze ad una non discussione” aggiunge il consigliere Dem.
“Siamo di fronte - riprende Rossi - ad una scelta irresponsabile della Lega avallata dal Presidente della Regione Alberto Cirio, che in aula ha dichiarato come sia normale che il Consiglio Regionale parli di referendum elettorale e che sia normale che una proposta come questa giungesse dalla Segreteria di un Partito. Salvo dimenticare che così facendo si blocca ogni attività per il bene dei piemontesi, solo per accontentare Salvini”.
“L’assemblea regionale non può e non deve essere eterodiretta: quando veniamo eletti rappresentiamo tutti i cittadini, se ci pieghiamo ai desiderata di un partito manchiamo ai doveri del nostro mandato” conclude Rossi.
“Lasciamo al centrodestra l’onere e l’onore di votarsi emendamenti e delibera referendaria. In questa lunga maratona che ci è stata imposta da Salvini e dalla Lega e che ha avuto la precedenza sui veri interessi del Piemonte, abbiamo provato, in tutti i modi, a far capire alla maggioranza l’assurdità di questo provvedimento. Ci fermiamo perché siamo riusciti a fare emergere i dubbi di costituzionalità e le posizioni contraddittorie di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia” ha dichiarato il Consigliere regionale del Partito Democratico Raffaele Gallo, esprimendo la posizione del suo Gruppo.
“Il centrodestra, in questi tre giorni – ha proseguito Gallo – non ha fatto un intervento nel merito della questione per spiegare le proprie idee e le proprie posizioni. In campagna elettorale Cirio ha sbandierato la necessità di semplificare e sburocratizzare le norme: la proposta referendaria occuperà 22-25 pagine. Un controsenso. Le minoranze hanno utilizzato gli unici strumenti che avevano per esprimersi, per denunciare un vulnus istituzionale: il Regolamento del Consiglio regionale. Il centrodestra quando si è conto che non sarebbe arrivato al termine della maratona ha fatto una forzatura chiedendo il contingentamento dei tempi di discussione. Peccato che il contingentamento si usi solo per i provvedimenti importanti per la vita della Regione. Questo non lo è. Nei prossimi mesi la maggioranza sarà costretta a confrontarsi e a dibattere con noi, non potrà trincerarsi sempre dietro a desideri e diktat di Salvini”.