Share |

LA GIUNTA REGIONALE APPROVA IL NUOVO PATTO PER IL SOCIALE 2015-17

Ferrari: “Il nuovo Patto vuole essere un processo finalizzato a costruire le condizioni per affrontare il disagio che attraversa le nostre comunità”

Torino - La Giunta regionale ha approvato, nella seduta di lunedì 19 ottobre 2015, su proposta dell'Assessore regionale alle Politiche sociali, alla Famiglia e alla Casa, Augusto Ferrari, la delibera  contenente “Il Patto per il sociale della Regione Piemonte 2015-2017. Un percorso politico partecipato”,  risultato di un attento lavoro di ascolto e confronto svoltosi, in un primo momento, con le realtà rappresentative di questo mondo a livello regionale: i Comuni, attraverso l’ANCI, gli Enti gestori, i Sindacati, il Forum del Terzo Settore e le Cooperative. Successivamente, nei primi mesi del 2015, l'Assessorato alle Politiche sociali della Regione Piemonte ha realizzato più di 20 incontri nelle Province piemontesi, ai quali hanno partecipato circa 1.500 persone, al fine di raccogliere i contributi di tutti gli attori del mondo del sociale per la creazione e la scrittura di un documento condiviso e adeguato alle esigenze di una società attraversata da profondi e rapidi cambiamenti e caratterizzata da drammatiche situazioni che ci interpellano quotidianamente.

"Il Patto per il sociale - ha spiegato Ferrari – vuole essere, innanzitutto, un processo: attivare una dinamica partecipativa, capace di coinvolgere una pluralità di attori territoriali in una logica di reciprocità e corresponsabilità. Questo processo è finalizzato a costruire le condizioni più adeguate per affrontare il disagio che attraversa le nostre comunità, nella consapevolezza che non rappresenta qualcosa di residuale, né un'appendice della vita sociale, ma un fenomeno multiforme che, strutturalmente, accompagna e caratterizza la vicenda storica e umana di una comunità. Il Patto, come strumento di natura politica e programmatica, vuole dare attuazione a questo spirito di cooperazione e di corresponsabilità. La Regione, proprio in coerenza con la sua funzione programmatoria e legislativa – ha proseguito Ferrari – avverte fortemente il compito di agevolare il processo di partecipazione e creare le condizioni normative ed organizzative affinché gli obiettivi, individuati come prioritari, vengano effettivamente perseguiti attraverso interventi strutturati e coerenti. La cooperazione tra attori diversi, per storia e funzione, rappresenta la strada maestra per aprire una nuova stagione del nostro sistema di welfare ed è, nel contempo, la modalità più virtuosa per riscoprire il senso profondo del legame sociale. La programmazione strategica si declina sulla definizione di alcuni obiettivi a cui sono direttamente connesse le azioni conseguenti da realizzare nell'arco temporale 2015-2017, raccolte in documenti che vogliono essere materiali di lavoro da definire in maniera progressiva. Abbiamo identificato tre assi strategici, ai quali se ne deve aggiungere un quarto che ha, però, valenza trasversale. Il primo asse è quello dell'integrazione sociosanitaria, pilastro storico consolidato del welfare piemontese che, in questi ultimi anni, è stato attraversato da molteplici criticità. La sfida da raccogliere non è legata semplicemente a singole prestazioni, ma riguarda, più radicalmente, la ricostruzione di un sistema sociosanitario che si articoli in maniera omogenea e dia certezze sia ai servizi, sia alle risorse. Occorre, pertanto, definire e rendere stabile una modalità operativa integrata tra la Direzione Sanità e la Direzione Coesione Sociale attraverso l'istituzione di una Cabina di regia socio-sanitaria, messa a punto entro il dicembre 2015 in modo che possa declinare atti concreti nel biennio 2016-2017, costituita da funzionari e dirigenti di settore e aperta alla partecipazione attiva di rappresentanti delle ASL  e degli Enti Gestori. La competenza di questa cabina è relativa a servizi domiciliari, semiresidenziali e residenziali per persone anziane, disabili, minori e pazienti psichiatrici, servizi sanitari di continuità assistenziale, interventi di carattere sociale, sistemi e flussi informativi su questi ambiti. Gli obiettivi essenziali sono: l'elaborazione congiunta di atti di indirizzo e di programmazione in ambito socio-sanitario, il monitoraggio sistematico della loro attuazione nel territorio regionale, la definizione annuale dei budget finanziari, il coordinamento dell'attività di raccolta, condivisione e pubblicazione esterna dei dati, l'espressione di pareri interpretativi e di indicazioni operative sugli atti di indirizzo, la formulazione di proposte di indicatori di qualità e servizio. Il secondo asse è quello dell'inclusione sociale e del contrasto alle diverse forme di povertà. L'ampliamento della fascia di povertà e di vulnerabilità sociale, esploso negli ultimi anni, richiede che si vada oltre la logica emergenziale. La Regione deve assumere il ruolo primario di costruire una strategia organica e complessiva, attraverso la cooperazione con tutte le risorse presenti e operanti nelle comunità locali. Le azioni mirano ad integrare linee di intervento riguardanti: sostegno al reddito e accompagnamento al reiserimento socio-lavorativo, politiche di sostegno al diritto dell'abitare, interventi di sostegno alimentare. E' previsto, inoltre, un piano d'azione per le persone senza fissa dimora in collaborazione con la FioPsd. Il terzo asse – ha concluso Ferrari – riguarda il sostegno alle responsabilità genitoriali e la prevenzione del disagio minorile. E' nostro obiettivo strategico potenziare e promuovere i Centri per le famiglie, integrati con i servizi alla prima infanzia e costruiti come luoghi aperti di partecipazione diretta degli attori del territorio per promuovere progettualità e capacità di intercettare nuovi bisogni e diffondere una cultura e una prassi della prevenzione di disagi che, soprattutto durante l'infanzia e l'adolescenza, possono diventare esplosivi e richiedere, poi, interventi traumatici. In questa prospettiva si intendono: mettere a sistema i progetti e le prassi già presenti in diversi territori della nostra regione, attraverso un tavolo permanente sulla prima infanzia per condividere problemi ed elaborare soluzioni, partecipare al lavoro dell'Assessorato all'Istruzione sui servizi per la prima infanzia e per l'adozione di una nuova legge regionale sul sistema dei servizi 0/6 anni, rendere i Centri per le famiglie un punto di riferimento per sviluppare una rete integrata di soggetti territoriali che promuovano servizi innovativi per sostenere le responsabilità familiari. L'asse trasversale, infine, è quello dell'accessibilità ai servizi, elemento decisivo per facilitare la relazione del cittadino con la complessità dei servizi diffusi sul territorio”.