Torino - La Regione ha iniziato gli incontri con i sindaci sulla riorganizzazione della rete ospedaliera piemontese, prevista dal Piano socio-sanitario per riformare il sistema mantenendone, se non migliorandone, la qualità, creare una struttura sostenibile nel tempo dal punto di vista economico e gestionale, fare in modo che i diversi territori possano beneficiare di una presenza capillare e completa dei servizi.
Il primo appuntamento si è svolto il 15 gennaio a Ivrea, dove il presidente e l’assessore alla Sanità hanno illustrato ai sindaci della Federazione 2 le principali novità che riguarderanno la loro zona. Nell’ambito dell’Asl To2 si prevede lo smantellamento dell’Amedeo di Savoia con trasferimento delle attività (a tal proposito è in atto un confronto sulla possibilità di acquisire il Richelmy, ideale per dimensione e collocazione mediante scambio di proprietà o affitto), il San Giovanni Bosco come sarà ospedale di riferimento e il Maria Vittoria come ospedale cardine. Per l’Asl To4 la nuova rete comprende: la riduzione dei posti letto di medicina generale dell’ospedale di Lanzo e il mantenimento della lungodegenza, dell’hospice e delle attività ambulatoriali; la riconversione dell’ospedale di Castellamonte e la ricollocazione delle attività di degenza attualmente esistenti presso l’ospedale di Cuorgnè; il mantenimento dell’ospedale di Ciriè con l’integrazione di alcune funzioni (riabilitazione a indirizzo cardio-polmonare e day hospital oncoematologico) oggi svolte a Lanzo; il mantenimento come ospedali cardine di Ciriè, Ivrea (dove verrà trasferita l’emodinamica di Cirié e riattivato dal 2014 il punto nascita dopo la ristrutturazione in corso della Chirurgia) e Chivasso. Su richiesta del sindaco, verrà valutata la possibilità di mantenere l’emodinamica di Ciriè senza costi aggiuntivi.
Il secondo incontro si è svolto il 16 gennaio a Novara, dove l’assessore alla Sanità ha illustrato la rete ospedaliera della Federazione 4, che comprende il quadrante di Novara, Vercelli, Biella e Vco. In questo ambito l’ospedale di riferimento è il Maggiore di Novara, che opera con il presidio di Galliate (complementare all’azienda ospedaliero-universitaria). Sono ospedali cardine Biella, Borgomanero, Vercelli e Verbania-Domodossola. Il primo intervento di riconversione è stato messo in atto ad Arona, dove l’ospedale è stato trasformato in Centro di assistenza primaria, Verbania e Domodossola vengono considerati un unico ospedale cardine. A Domodossola da una parte verrà chiuso il punto nascite, in quanto non rispetta gli standard minimi nazionali e regionali relativi al volume di attività (si registrano meno di 500 parti). dall’altra sarà attivato il servizio di Emodinamica. Parallelamente, si è scelto di avviare un laboratorio di Emodinamica, data la particolare configurazione geomorfologia del territorio, che nei primi sei mesi lavorerà a stretto contatto con l’equipe di Novara.