Torino - Esprime «grande soddisfazione» il consigliere regionale Domenico Rossi per l'approvazione della mozione che chiede alla Regione di aderire ad Avviso Pubblico Contro le Mafie. «In qualità di proponente e primo firmatario – continua Rossi – non posso che accogliere favorevolmente il forte segnale che il consiglio regionale, con un'ampia maggioranza di 37 voti favorevoli su 39 consiglieri presenti, ha dato alla lotta contro ogni illegalità. È un passo avanti molto importante perché la politica è chiamata a fare fino in fondo la propria parte. Le mafie sono organizzate nel raggiungere i propri obiettivi: noi dobbiamo fare lo stesso».
Dopo l'approvazione in aula, la mozione passerà in giunta per la ratifica dell'adesione. «Mi auguro un iter di adesione in tempi brevi – continua Rossi - L'iscrizione della Regione Piemonte non rappresenta solo un fatto simbolico ma un importante contributo all'incremento della cultura della legalità. Bisogna creare un coordinamento dell'antimafia tra istituzioni perché la criminalità non rappresenta solo un problema di ordine pubblico, ma impedisce la crescita economica alterandone le regole di mercato».
A sottoscrivere la mozione di Rossi anche esponenti dell'opposizione. «È compito della Regione - scrivono i presentatori - promuovere iniziative di mobilitazione contro le mafie. Il contrasto alla criminalità non è solo compito della magistratura e delle forze dell'ordine: la politica deve assumersi la responsabilità di azioni di contrasto grazie alla condivisione delle buone pratiche tra le istituzioni».
«Come ho detto in aula citando l'ultimo rapporto di Confindustria firmato anche dal presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione Raffaele Cantone – continua Rossi - tra le cause principali per le quali l'Italia non cresce c’è sicuramente l’influenza che mazzette e scambi di favore hanno sui processi decisionali. In estrema sintesi la corruzione è il vero freno alla crescita nel nostro Paese perché disincentiva gli investimenti esteri, distorce la concorrenza in favore delle imprese disoneste e favorisce la fuga dei cervelli. Contrasto a corruzione e illegalità devono essere, quindi, impegni prioritari anche per la nostra Regione. Senza un miglioramento significativo nell’ambito della lotta alla corruzione e alle illegalità il Piemonte e l'Italia non potranno ripartire e crescere».
«La Regione – ha concluso Rossi nel suo intervento - ha tra i suoi compiti proprio quello di promuovere e realizzare interventi di prevenzione della criminalità attraverso la collaborazione di associazioni, fondazioni e cooperative. Ma il motivo principale per cui aderire ad Avviso Pubblico è importante è uno solo: organizzare la nostra azione di contrasto alle mafie. Dobbiamo mettere insieme forze, energie e conoscenze per rispondere con altrettanta forza alla criminalità organizzata. Credo che la Regione Piemonte potrà ricevere molto da quanto è già stato fatto da Avviso Pubblico in questi anni, ma credo anche che potrà portare un contributo importante a questo sodalizio di buoni amministratori e buone istituzioni che hanno capito come tocchi alla politica prendere in mano il timone della lotta alla corruzione e alle mafie: essa non può essere delegata alla magistratura e alla società civile. Anche la Regione Piemonte deve contribuire a questo progetto. Facciamolo per tutti gli amministratori che ogni anno vengono minacciati o subiscono intimidazione, per tutti coloro che hanno pagato un prezzo altissimo, anche con la vita, la lotta alle illegalità e alla corruzione. Permettetemi qui di fare due nomi per tutti: per Renata Fonte e Angelo Vassallo».