Torino - La mattina del 9 marzo è stato approvato al Senato il ddl sul contrasto alla povertà: il provvedimento diviene legge, con la conseguente introduzione del reddito di inclusione per i nuclei familiari in condizioni di povertà assoluta. E' un traguardo importante poiché la manovra introduce uno strumento fisso e permanente di lotta alla povertà. L'assessore alle Politiche sociali, della casa e della famiglia Augusto Ferrari ha partecipato, lo scorso 2 febbraio, a Roma, alla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome: durante questo incontro i Presidenti delle Regioni hanno approvato all’unanimità un documento, fortemente voluto dalla Regione Piemonte, dalla Regione Toscana e dalla Regione dell'Emilia Romagna, da sottoporre al Parlamento.
Lo scopo: sollecitare l’urgente approvazione definitiva del decreto di legge delega sulle norme relative al contrasto alla povertà, al riordino delle prestazioni e al sistema degli interventi e dei servizi sociali, allora in stallo al Senato.
L'Italia infatti, insieme alla Grecia (che ha quasi ultimato il percorso di una legge specifica in merito), risultava essere l'unico Paese europeo a non aver ancora istituito una manovra universale di contrasto alla povertà e di sostegno al reddito. Il risultato ottenuto in legge di stabilità 2016, ha costituito tuttavia un determinante passo avanti.
La finanziaria prevede una serie di azioni:
la definizione di un Piano nazionale triennale per la lotta alla povertà e all’esclusione;
l’istituzione del Fondo per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali;
l’avvio di una misura nazionale di contrasto alla povertà, il Sostegno all’Inclusione Attiva (SIA);
lo stanziamento di risorse certe per la lotta alla povertà e la loro quantificazione per il 2016 e gli anni successivi.
La legge di bilancio 2017 ha poi aggiunto ulteriori 150milioni allo stanziamento iniziale al miliardo strutturale previsto dalla precedente Legge di Stabilità 2016, a cui si sommano 350 milioni di euro di risorse residue: si tratta dunque di una cifra pari a 1,5 miliardi di euro per l'anno vigente, raddoppiando la cifra stanziata per il 2016.
L'ok al Senato permette ora di avviare politiche sociali attive a tutela delle fasce più deboli, integrando le misure precedentemente solo di tipo assistenziale.
L'Assessore Augusto Ferrari, a seguito dell'introduzione da parte del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali di tale strumento di Sostegno all'Inclusione Attiva (SIA), ha organizzato, a partire da ottobre, un ciclo di incontri aperti a tutta la cittadinanza, con l'obiettivo di approfondire le dinamiche che stanno alla base dell'utilizzo di tale misura nazionale, attraverso un tour lungo tutta la Provincia di Novara.
Sostiene a proposito: “La particolarità di questo strumento consiste nell'affiancare all'erogazione di un sussidio monetario l'adesione ad un progetto di attivazione sociale e lavorativa, il quale metterà in campo valutazioni multidimensionali dei bisogni dei membri del nucleo familiare e la costruzione di un patto con i servizi finalizzato al miglioramento del benessere della famiglia e, quindi, alla graduale riconquista dell'autonomia.”
E conclude: “L'ampliamento della fascia della vulnerabilità sociale che , negli ultimi anni, è cresciuto in modo esponenziale a causa della perdurante crisi economica richiede che si vada oltre la logica emergenziale. Le azioni devono quindi mirare ad integrarsi tra di loro per essere sostenibili ed avere effetti concreti”,