Torino - “La Regione non ha effettuato alcun taglio sulle politiche sociali nel bilancio 2011. Questo lo dobbiamo dire con chiarezza e chi afferma cose diverse strumentalizza i bisogni delle fasce deboli”: è quanto ha ribadito l’assessore regionale agli Enti locali, Elena Maccanti, ricevendo il 13 settembre in sala Giunta una delegazione di rappresentanti dei consorzi socio-assistenziali del Piemonte. “Nel bilancio 2011 - ha precisato - la Giunta Cota non solo non ha ridotto il capitolo del fondo indistinto, ma ha stanziato quasi un milione in più e, nell’ambito del confronto con le autonomie locali e con le organizzazioni sindacali, si è impegnata a reperire ulteriori 2 milioni e 700mila euro a favore dei minori in situazione di disagio”. L’assessore ha quindi ricordato che “sul 2011 scontiamo il mancato trasferimento statale di 12 milioni di euro, cifra che tuttavia si è sensibilmente ridotta proprio grazie alla Regione che, nonostante le gravissime difficoltà di bilancio ereditate dalla precedente amministrazione e la riduzione complessiva dei trasferimenti, si è impegnata formalmente a garantire tutti i finanziamenti sui fondi per la disabilità, per la famiglia, per i pazienti ex ospedali psichiatrici, e per la non autosufficienza. Con la delibera del 3 agosto e dopo un confronto serrato con sindacati e rappresentanti dei comuni, è stato ripartito il fondo valorizzando, come richiesto dalle organizzazioni sindacali e dalle autonomie locali, la quota che ogni Comune destina alle politiche sociali, premiando così le amministrazioni che investono sui servizi sociali, tenendo conto che si tratta di una funzione fondamentale in capo ai Comuni. Stiamo continuando a lavorare con grande impegno - ha proseguito - La scorsa settimana si è insediato il tavolo politico con i rappresentanti di Anci, Uncem, Upp, Anpci, Legautonomie, Cigl, Cisl e Uil: l’obiettivo è la revisione competa dei criteri di riparto, per costruire insieme un nuovo modello di welfare regionale in grado di garantire i servizi alla persona. Ora più che mai, è necessario giungere a un modello che sappia tener conto, oltre alle quote capitarie, anche dei livelli essenziali, dei costi standard delle prestazioni e di indicatori di attività e servizi offerti dai consorzi. Inoltre entro la fine di settembre presenteremo una proposta di legge sulla non autosufficienza”. Infine, Maccanti ha sostenuto la necessità di superare il modello dei consorzi socio-assistenziali, così come previsto dalla normativa nazionale: “I modelli di gestione potranno essere sostanzialmente due: l’unione dei Comuni o la convenzione. Condividiamo le preoccupazioni degli Enti Locali – ha concluso – perché i bisogni delle fasce deboli aumentano ma certo dovremo avere il coraggio di proporre soluzioni condivise e innovative, non più basate solo ed esclusivamente sulla spesa storica. Su questo c’è il massimo impegno e la massima disponibilità della Giunta”.