Torino - Elaborazione di proposte, mobilitazione e dialogo. Queste le tre parole d’ordine per il Partito Democratico del Piemonte emerse dall’intervento del Segretario Regionale Domenico Rossi (foto) nel corso della prima Direzione Regionale di venerdì 14 aprile dopo il cambio di segreteria. “Viviamo una fase politica complessa, un momento di passaggio con dinamiche in continua trasformazione. Dobbiamo attraversarli senza subire gli eventi, ma giocando un ruolo da protagonisti” spiega Domenico Rossi già al lavoro con la segreteria per presentare, nell’assemblea prevista per maggio, una Conferenza Programmatica, "fondamentale per elaborare contenuti e traiettorie da mettere a disposizione anche della coalizione”. Ma non solo “entro l’estate - ha aggiunto il segretario - faremo partire il Forum degli Amministratori e la Scuola di Formazione Politica”.
Obiettivi che rimandano alle parole chiave rilanciate da Rossi. “Con la mobilitazione siamo già partiti. Penso alla campagna sulle liste d’attesa e a difesa della sanità pubblica lanciata mercoledì che è il modello di mobilitazione che abbiamo in mente, aperto a tutti coloro che condividono le nostre battaglie. In 48 ore abbiamo raccolto 3.000 firme solo con i primi inviti online. Continueremo su questa strada e faremo centinaia di banchetti in presenza grazie alla mobilitazione di tutta la rete del PD piemontese per ribadire il nostro no alla privatizzazione strisciante del sistema”.
“Così come centrale dovrà essere il dialogo con tutti i soggetti rappresentativi della realtà regionali del lavoro, dell’impresa, del sociale e del volontariato e con le forze politiche che si riconoscono come alternative a questa alla destra che governa il Piemonte. Ora, dopo il congresso, i dati dimostrano che il PD c'è e sta bene: è arrivato il momento di cambiare lo schema. E’ già successo in passato. Si passa dalle leadership nuove e da una narrazione capace di far passare un messaggio per cui vale la pena lavorare su ciò che ci unisce e non su ciò che divide”, ha aggiunto il segretario.
“Ogni giorno crescono i motivi per cui dobbiamo costruire un’alternativa concreta, reale a questa destra in Italia e in Piemonte” spiega Rossi perché “alle politiche nazionali che disegnano una società diseguale e senza futuro corrisponde la drammatica situazione piemontese. Una legislatura letteralmente “buttata via” su tutti i temi principali: abbandono del trasporto pubblico, superficialità sulla questione ambientale con il Piemonte tra le prime regioni in Italia per consumo di suolo, mancanza di prospettive di sviluppo, assenza di visione e programmazione con l’emblematica e disastrosa gestione dei fondi del PNRR ma, soprattutto, la privatizzazione strisciante della sanità pubblica”.