Torino - In un incontro con i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl e Uil e della RSU della Città Metropolitana di Torino, ANCI Piemonte ha raccolto le preoccupazioni dei dipendenti circa la gravità della situazione in cui versa l’ente. In particolare, le forze sindacali hanno chiesto ad ANCI di farsi carico dell'apertura di un tavolo di confronto con il governo sulle questioni di primario interesse per le città metropolitane. “La crisi della città metropolitana di Torino – ha spiegato Francesco Candido, della RSU Città Metropolitana - non è legata a vicende di mala amministrazione, ma ai tagli operati sulle città metropolitane a partire dal 2015. A Torino, i prelievi forzosi da parte dello Stato – ha ricordato Candido – hanno prodotto un buco di ben 27 milioni di euro, causando gravi difficoltà in diversi settori, dalla manutenzione degli oltre 3.000 chilometri di strade provinciali alla copertura delle spese per il riscaldamento di ben 161 scuole superiori, dal trasporto disabili, alla formazione professionale passando per l’attività dei centri per l’impiego”. Da qui la richiesta all’ANCI regionale, affinché si faccia portavoce della questione presso Regione e Governo, con l’auspicio di evitare un nuovo prelievo forzoso nel 2017, che manderebbe in default la città metropolitana di Torino. “Il problema – ha spiegato il presidente di ANCI Piemonte, Andrea Ballarè – riguarda l’intero sistema delle città metropolitane e delle aree vaste, all’assemblea nazionale di Bari abbiamo ribadito al governo la necessità di prevedere, nella prossima legge di stabilità, fondi sufficienti per l’erogazione di tutti quei servizi essenziali che non possono essere scaricati sulle spalle degli amministratori locali. Presidiamo la questione e ci impegniamo fin d’ora a fare la nostra parte anche con la Regione Piemonte, ma è necessario un secondo atto della legge Delrio”.