Torino - "Dopo 25 anni di rinvii e rimpalli giudiziari - spiegano Gianfranco Morgando (segretario Pd Piemonte) e Aldo Reschigna (presidente del gruppo consiliare regionale Pd) - il 3 giugno si celebrerà il referendum sulla legge regionale in materia di caccia. Il centrodestra in Regione e i comportamenti contraddittori dell’assessore regionale competente hanno finora impedito di evitare la celebrazione del referendum attraverso una modifica legislativa che tenga conto dei quesiti referendari, creando così una situazione imbarazzante: si celebrerà un referendum su quesiti presentati venticinque anni fa, con il rilevante costo di 22 milioni di euro. Noi siamo convinti che fosse e sia ancora possibile arrivare a una nuova legge che garantisca un esercizio responsabile della caccia come contributo all’equilibrio ambientale. Su questa posizione si potevano incontrare, come abbiamo verificato in numerose riunioni, le posizioni più riflessive del mondo ambientalista e di quello dei cacciatori. Il PD si è adoperato in questa direzione e se il 3 giugno si andrà a votare, la responsabilità ricadrà esclusivamente sulla giunta regionale, che, anziché lavorare per una legge che andasse nella direzione dei quesiti referendari, ha cercato di favorire la rivincita delle posizioni più estreme, nella convinzione che il possibile non raggiungimento del quorum nella consultazione referendaria apra la strada a una legge ancora più permissiva di quella attuale. Il referendum rimane un diritto fondamentale dei cittadini e come PD ne abbiamo grande rispetto per la partecipazione democratica alle decisioni che consente. Tuttavia, in questo particolare momento di grave crisi economica, é indispensabile assumersi la piena responsabilità nell’utilizzo delle già scarse risorse. Troppi soldi mancano per le politiche sociali, il lavoro, la scuola, la sanità, perché si possa pensare di spendere 22 milioni prima di tentare ogni strada per una soluzione alternativa. E’ in nome di questa responsabilità che siamo impegnati, nonostante i ristretti margini di tempo. Per questo abbiamo riavviato la discussione tra i gruppi regionali e presentato in Consiglio una Mozione con la quale si chiede il ritiro delle quattro proposte di legge in materia presentate - oltre che dal Pd, da Pdl/Lega Nord, IdV e Verdi Verdi - affinché possa essere individuato un nuovo percorso legislativo che recepisca alcune delle tematiche proposte dai sottoscrittori della richiesta di referendum".