Torino - "Leggendo la proposta di nuova legge elettorale a firma del capogruppo PD Ravetti - scrivono in una nota congiunta i consiglieri regionali Giuseppe Policaro (Fratelli d'Italia) e Luca Bona (Forza Italia) - senza entrare nel merito delle singole considerazioni politiche, vogliamo denunciare il tentativo di ridurre ai minimi termini la rappresentanza dei territori piemontesi a favore, tanto per cambiare, di Torino e del torino-centrismo, già troppo presente in tutti gli aspetti decisionali della Regione, in questi 4 anni abbondanti di legislatura e non solo. Fra le tante perplessità, che più in là verranno analizzate nel dettaglio se questa proposta verrà portata avanti, sottolineiamo il metodo usato dal PD e dalla maggioranza di centrosinistra: accortisi di andare incontro a sconfitta certa nel 2019 - invece che cercare di amministrare meglio oggi - si è ovviamente pensato di cambiare la legge elettorale, di fatto depotenziando in termini numerici la coalizione che andrà a vincere. Si vuole quindi cambiare una legge elettorale che ben ha funzionato fino a ieri, tanto è vero che la maggioranza di Chiamparino ha governato con una maggioranza di 32 consiglieri contro 19. Ancora, il Torino-centrismo è corroborato dal fatto che la ripartizione dei cosiddetti "resti" con il numero dei voti e non con le percentuali eliminerebbe in partenza la capacità delle medie e piccole province di ottenere rappresentanza di Consiglio Regionale. Province come Verbania e Novara verrebbero sottorappresentate, non considerando, peraltro, che il listino è stato in passato utilizzato per dare rappresentanza proprio alle province più piccole, che diversamente, con la proposta Ravetti, vedrebbero eletti meno consiglieri e comunque solo per i partiti più grandi. Le regole non si cambiano a pochi mesi delle elezioni, cercando in modo un po' goffo di garantire più poltrone possibili ai consiglieri uscenti della provincia di Torino e penalizzando ulteriormente le province come quelle di Novara e del Verbano Cusio Ossola. Per non dire del fatto che per cambiare la norma elettorale è necessario accelerare i passaggi per far sì che dopo l’eventuale approvazione in Consiglio, la stessa possa compiere i necessari passaggi istituzionali. Insomma, un vero pasticcio, che peraltro mette a repentaglio la democrazia e pone nelle condizioni le province “periferiche” di avere in definitiva meno attenzioni. La Legge elettorale del Piemonte dovrà essere aggiornata, ma con serietà, con i tempi necessari, la condivisione tra le forze politiche e soprattutto con la garanzia di rappresentare anche le province più piccole ma non meno importanti delle altre".