Torino - Il sistema sanitario piemontese non è in grado di fornire la dovuta assistenza, in caso di ictus, a più di due milioni e mezzo di Cittadini. Numeri che spaventano e che forniscono un quadro preciso di come la sinistra stia gestendo la sanità regionale. A sollevare la questione con un’interrogazione all’assessore alla sanità è il consigliere regionale della Lega Nord, Alessandro Benvenuto. “La terapia in emergenza dell’ictus ischemico cerebrale – spiega Benvenuto - richiede tempi di intervento estremamente rapidi e, oltre alla terapia farmacologia endovenosa, può prevedere il trattamento angiografico di ricanalizzazione dell’arteria chiusa, che deve essere eseguito entro poche ore da equipe di Neuroradiologi. Fatta questa premessa – prosegue il consigliere leghista -, è necessario sottolineare come la giunta regionale abbia, in un primo momento, con la DGR 1-600 del novembre scorso, previsto cinque Strutture Complesse di Neuroradiologia in Piemonte, e precisamente due a Torino ed una per ogni macro-area, cioè Piemonte ovest, sud ed est, ma abbia poi, con un successivo aggiornamento, ridotto a due il numero delle strutture, posizionandole entrambe nel capoluogo subalpino e lasciando così scoperto il resto della Regione. Con questa riprogrammazione, la giunta ha, di fatto, garantito alla metà della popolazione piemontese, che risiede nella provincia di Torino, assistenza in caso di ictus, negandola, però, all’altra metà. L’ictus – sottolinea ancora Benvenuto - era uno dei punti cardine del piano socio-sanitario regionale messo a punto dalla precedente giunta, che, nel luglio scorso, avvalendosi della collaborazione di un tavolo tecnico dell’assessorato alla Sanità formato da Neurologi, Neuroradiologi e 118, aveva licenziato un importante aggiornamento della DGR 19-1832 del 2011, in base al quale, sul territorio regionale, si individuavano, per i pazienti colpiti da ictus, 16 reparti specializzati di primo livello e 5 di secondo livello. In questi ultimi era prevista la presenza di una Neuroradiologia. Inutile dire che il suddetto aggiornamento non è stato adottato dalla giunta Chiamparino, che finora ha solo provveduto a tagliare le strutture in modo casuale e sconsiderato. Dall’assessore Saitta - conclude Benvenuto - vorrei sapere se la lotta all’ictus è una delle priorità di questa giunta in ambito sanitario, se e quando si intenda adottare la delibera della giunta Cota, che giace da più di sei mesi in assessorato, e come intenda comunque organizzare l’intera rete neuroradiologica piemontese, in modo da non lasciare abbandonati a se stessi oltre due milioni e mezzo di cittadini”.
“Invito il consigliere regionale della Lega Nord Alessandro Benvenuto a non lanciare gravi e infondati allarmismi su un tema delicato e importante quale è quello dell’assistenza tempestiva in caso di ictus. La Giunta Chiamparino sta lavorando con il massimo impegno su tutta la materia dell’emergenza collegata al 118 e il consigliere Benvenuto, invece di farsi portavoce di qualche primario che rischia di perdere una struttura complessa o di qualche aspirante primario, dovrebbe informarsi meglio”: l’assessore alla Sanità della Regione Piemonte Antonio Saitta respinge al mittente “le accuse che gettano discredito sulle eccellenze della nostra sanità pubblica piemontese. L’obiettivo delle delibere adottate nel 2011 dalla Giunta precedente e relative alle patologie complesse tempo-dipendenti, come l’ictus, era proprio quello di concentrare i pazienti più critici presso pochi centri qualificati per volumi ed esiti, avvalendosi dell’ausilio del sistema di trasmissione di dati ed immagini ed implementando la movimentazione dei reperibili su più aziende laddove non sia possibile trasferire i pazienti stessi. Si sposta il paziente verso un centro qualificato se si può muovere, in caso contrario si fa muovere lo specialista, così da garantire a tutti i pazienti un trattamento omogeneo e tempestivo su tutto il territorio regionale. Pertanto, non esistono milioni di Piemontese senza assistenza”.