Torino - Il Consiglio di Stato si è ufficialmente pronunciato: le elezioni regionali di 4 anni fa sono nulle (questione legata alle firme false raccolte da una lista minore che sosteneva il candidato Cota, poi diventato governatore per una manciata di voti su Bresso - centrosinistra). Si deve quindi tornare al voto con 12 mesi di anticipo rispetto alla naturale scandenza del mandato, per una legislatura che ha avuto tutt'altro che vita facile, tra problemi legati alla presente crisi economica, la questione Fiat, diversi rimparsi e cambi di deleghe tra gli assessori e, soprattutto, lo scandalo 'rimborsopoli' che ha coinvolto numerosi esponente della maggioranza (e qualcuno anche dell'opposizione). Intanto, proprio dai banchi della minoranza, non s'è fatto attendere il commento del Pd sulla sentenza del Consiglio di Stato: "La sentenza del Consiglio di Stato - affermano Gianfranco Morgando e Aldo Reschigna, segretario regionale e capogruppo in Consiglio Pd - rappresenta la fine di un’agonia sotto molti punti di vista. Una agonia giudiziaria, perché ci sono voluti quattro lunghi anni per riconoscere formalmente che le elezioni del 2010 non erano valide. Una agonia per la Regione, che per quattro anni con Roberto Cota è stata lasciata abbandonata a se stessa, senza una guida all’altezza dei problemi portati dalla più grave crisi economica vissuta dal Piemonte da decenni. Una agonia politica e sociale, perché per tre anni la Giunta Cota e il centrodestra hanno distrutto il sistema sanitario, quello dei trasporti e il sistema di protezione sociale che per il Piemonte rappresentavano un vanto, e nell’ultimo anno hanno smesso di fare alcunché. Ora che la parola fine a questa brutta vicenda è stata scritta, è necessario attivare in fretta le procedure per tornare al voto a maggio".