Torino - Il presidente della commissione Sanità, il leghista Alessandro Stecco, è intervenuto nel corso del dibattito per l’approvazione della proposta di deliberazione 196 “Prima programmazione di indirizzo di carattere strategico generale di investimenti in edilizia sanitaria per la realizzazione di nuovi presidi ospedalieri”.
“Una proposta fondamentale – ha dichiarato in aula il professor Stecco – perché mette a disposizione, attraverso l’Inail, 1,28 miliardi di euro per un piano di edilizia sanitaria che ad oggi non aveva copertura economica né era in grado di rispondere alle necessità del Piemonte. Al nostro assessore alla Sanità Luigi Icardi va quindi il merito di aver effettuato, anche grazie all’Ires, una saggia valutazione della situazione complessiva. Uno studio scientifico sul tasso di obsolescenza delle strutture che si è tradotto in una programmazione basata sulle reali priorità della nostra edilizia sanitaria. Perché non è solo importante costruire un ospedale: occorre valutare dove realizzarlo, stimarne la cubatura, calcolarne i posti letto, immaginare una trasformazione della sua organizzazione, dell’impiego delle nuove tecnologie, del rapporto con i pazienti anche in termini di umanizzazione. Un punto, quest’ultimo, fondamentale, perché rappresenta il contatto tra il malato e il personale sanitario. Passaggi che sarebbero molto difficili da calare su un patrimonio così obsolescente e quindi inefficiente e con servizi inidonei”.
“Guardando al masterplan di un’azienda medio piccola come quella di Vercelli – ha continuato il presidente leghista della commissione Sanità –, nei prossimi dieci anni per tamponare la situazione si spenderebbe più o meno la stessa cifra che servirebbe per costruire una struttura nuova e più adeguata alle necessità del territorio. Un’azienda sanitaria che, come il Sant’Andrea di Vercelli, non seguirebbe più gli standard degli anni ’60, quando si offrivano 1.200 posti letto, ma che sarebbe sempre di più un volano lavorativo ed economico per la sua comunità. E il piano che abbiamo votato oggi va proprio in questa direzione, con altri sei presidi fondamentali dopo quelli immaginati nella scorsa legislatura. Strutture moderne che raccolgono la necessità della maggiore capillarità dei piccoli ospedali e della Sanità territoriale, come anche la pandemia ci ha insegnato”.
“Resta la grande necessità di superare la carenza di medici e specialisti – ha concluso Alessandro Stecco , oltre che di dotare del giusto organico il personale sanitario senza dimenticare la riorganizzazione auspicabile dei modelli ospedalieri e territoriali. Confidiamo che il Governo lavori insieme con la Regione per raggiungere questo obiettivo”.