Torino - Ieri mattina, mercoledì 5 luglio, si è svolto a Torino presso il Campus Luigi Enaudi il seminario di valutazione ed analisi su “Il nuovo patto per il sociale”, organizzato dall’Assessorato alle Politiche Sociali, della Famiglia e della Casa. L’obiettivo: fare uno stato dell’arte delle politiche sociali ma soprattutto valutare le criticità ancora presenti, per analizzarle e provare a pianificare progetti di lavoro in grado di affrontarle, nel prossimo biennio , partendo già da settembre 2017. Il convegno si è focalizzato su cinque tavoli di lavoro: “la lotta alla povertà e politiche per l’inclusione sociale”; “l’integrazione socio-sanitaria: politiche per non-autosufficienze e disabilità”; “politiche di sostegno alle responsabilità familiari”, tematiche già presenti ne "Il patto per il sociale 2015-2017".
A queste sono stati aggiunti due tavoli: “ dalla politica della casa alle politiche per l’abitare” ed il “Servizio civile universale”. L’introduzione di questi due assi si è delineata come una scelta fondamentale per rispondere, nel primo caso, alle problematiche legate al sostegno delle famiglie nella faticosa gestione delle spese dell’abitare, derivanti soprattutto dalle utenze; nel secondo caso, per rispondere alla necessità di fare inclusione per i giovani: abbiamo infatti raggiunto il terzo tempo del servizio civile.
Quali le altre criticità su cui occorre ancora lavorare? “L’ambito di maggior debolezza è l’ambito socio-sanitario, in particolare l’aspetto legato agli anziani non autosufficienti e alla domiciliarità,. Tuttavia siamo riusciti a portare a compimento un sistema omogeneo relativo agli assegni di cura, uno degli elementi su cui occorre focalizzarsi” risponde l’Assessore Augusto Ferrari.
Il “Patto per il Sociale della Regione Piemonte” vuole essere innanzitutto un processo: attivare una dinamica partecipativa, capace di coinvolgere una pluralità di attori territoriali in una logica di reciprocità e di corresponsabilità. E' centrale la volontà politica di costruire un rapporto diffuso di fiducia e di cooperazione tra l'istituzione regione e la realtà complessa e articolata dei nostri territori e delle istituzioni locali che li rappresentano. Questo processo è finalizzato a costruire le condizioni più adeguate per affrontare il disagio che, in forme plurali e differenziate, attraversa le nostre comunità, nella consapevolezza che non rappresenta qualcosa di residuale né un'appendice della vita sociale, ma un fenomeno multiforme che strutturalmente accompagna e caratterizza la vicenda storica e umana di una comunità. Il Patto, dunque, come strumento di natura politica e programmatica, vuole proprio dare attuazione a questo spirito di cooperazione e di corresponsabilità.
L’incontro è stato pensato dunque per raccogliere quelle sollecitazioni, da parte dei territori, che possano aiutare a di trasformarle in atto di indirizzo politico.
“Non vogliamo dire <<Si fa’ così>>, ma vogliamo costruire un rapporto di reciprocità costante”, aggiunge l’Assessore Ferrari. Questo aspetto viene ribadito anche dalle Assessore Gianna Pentenero e Monica Cerutti.
Pentenero sottolinea infatti l’importanza di una direzione unica per la coesione sociale, come occasione per un coordinamento tra assessorati. L’Assessora Cerutti inoltre ribadisce l’importanza di lavorare verso una direzione comune, ed è questa la ratio che ha intenzione di seguire nella lotta al contrasto alla violenza di genere, attraverso l’istituzione di centri antiviolenza in cui pubblico e privato collaborino o, ancora, nell’affrontare le problematiche di inclusione che riguardano i giovani, protagonisti del futuro della Regione. Il Direttore Divisione Coesione Sociale, Gianfranco Bordone, sottolinea con forza che “Il nuovo patto per il sociale rappresenta un’opportunità per mettere in campo strumenti di coordinamento tra le diverse politiche per la coesione sociale, una migliore governance tra i livelli istituzionali e il territorio, politiche che stimolino l’esercizio della cittadinanza”.
“Oggi Abbiamo raccolto sane provocazioni, che ci devono stimolare a migliorare, mettendo in atto un nuovo percorso” conclude l’Assessore Ferrari “ e gli elementi che devono caratterizzarlo sono essenzialmente tre: la partecipazione, il ruolo della Regione e come immaginare le politiche sociali. La logica della partecipazione ci accompagna dall’inizio, con la volontà di essere antiretorici, perché la partecipazione vogliamo praticarla e renderla prassi normale, come atto con cui le istituzioni costruiscono la propria visione politica e definiscono le politiche stesse, consapevoli di cosa significhi questo. Infatti la partecipazione “partecipata” richiede del tempo. Ma è grazie al tempo che diventiamo creativi” aggiunge Ferrari. “La partecipazione chiede anche molto realismo e l’ essere consapevoli di quello che ciascuno di noi può dare, effettivamente, qui ed ora. Dobbiamo dirci con sano realismo come e dove andare: questo significa partecipazione” prosegue. “Come si colloca il ruolo della Regione in questo percorso? La regione deve svolgere il ruolo di cerniera, in grado di coniugare partite molto rilevanti, dal respiro nazionale, insieme al ruolo di regia dei territori vasti, con un indirizzo omogeneo, di accesso ai servizi essenziali” sottolinea l’assessore alle politiche sociali. “Le politiche di welfare non possono più essere pensate come prestazionali, perché ci limiteremmo a gestire il preesistente; occorre invece immaginare le politiche sociali come il luogo di cucitura e tessitura della comunità territoriale, animatori di comunità, agendo nella logica di integrazioni tra le differenti politiche” conclude l’assessore Ferrari.
Entro la fine del mese di luglio saranno disponibili sul sito della Regione Piemonte le sintesi dei cinque tavoli di lavoro coordinati dai dirigenti Livio Tesio e Antonella Caprioglio e dai funzionari del settore Coesione Sociale della Regione Piemonte, oltre all’importante collaborazione con i professori Busso e Filandri dell’Università degli studi di Torino. Da Settembre inizieranno i tavoli sul territorio per la costruzione del “Patto per lo Sviluppo di Comunità della Regione Piemonte 2018-2019” con l’obiettivo di poterlo in atto di indirizzo entro la fine del 2017.