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DAGLI STATI GENERALI DI NOVARA E VCO VIA LIBERA AL “QUADRANTE”

Stresa - Salone davvero gremito quello del Centro Congressi di Stresa dove stamattina si sono dati appuntamento rappresentanti di enti e istituzioni, di associazioni di categoria, agenzie, istituti e membri della cosiddetta società civile per un fattivo confronto sul futuro delle province in generale e in particolare delle province del Nord Est del Piemonte. 

Voluto dai Presidenti delle Province di Novara e VCO, Diego Sozzani e Massimo Nobili, con il supporto dei sindaci dei comuni capoluogo, Novara e Verbania, l’incontro è stato il primo vero momento di confronto sugli Enti di Area Vasta nell’ottica del ridisegno innescato dal Governo con il decreto della Spending Review.

Sul tavolo l’ipotesi di un quadrante che accorpi le province di Novara, Verbania, Biella e Vercelli: un progetto che, sulla carta, permetterebbe di trasformare i territori coinvolti nella seconda provincia del Piemonte con una superficie di quasi 6.600 km quadrati, una popolazione di oltre 900mila abitanti e 333 comuni; paragonabile a Torino e a Cuneo, e per numero di imprese - circa 84mila - sarebbe secondo solo al Capoluogo regionale. Anche quanto ai valori dell’import e dell’export il Quadrante assumerebbe il risalto di seconda realtà piemontese: l’import delle province di Quadrante rappresenterebbe più di un quinto di quello regionale, e l’export del Quadrante inciderebbe su quello piemontese per oltre il 20%.

A introdurre l’assemblea, il Presidente Nobili che ha segnalato come le questioni sulle quali focalizzare l’attenzione fossero tre: la chiarezza circa le competenze e le funzioni delle “nuove province”; come si intenda finanziare le province, posto che su di esse incombono ulteriori tagli che in taluni casi comprometteranno l’erogazione dei servizi; il sistema elettorale che dal sistema diretto dovrebbe diventare indiretto compromettendo la rappresentatività dei territori.

“La straordinaria risposta di pubblico – gli fa seguito Sozzani – sta a significare come questo sia argomento non solo di stretta attualità, ma anche molto sentito. Con i Sindaci del nostro territorio viviamo un’alleanza fortissima che ci vede accomunati dalla significativa e progressiva riduzione delle risorse. Risorse che non pesano sulla parte politica ma su quella dei servizi al cittadino. La Provincia di Novara e quella del VCO mi risulta siano le uniche due province in Piemonte, e mi risulta anche in tutta Italia, ad aver aperto un confronto con la società civile proprio perché riteniamo che da lì debbano venire gli input affinché si possa attuare una programmazione seria. Il riordino delle province non è un passaggio semplice ma non deve essere vissuto come una iattura, ma come un’opportunità da gestire con saggezza. Chiamo quella del Quadrante una “buona causa” perché questa soluzione poggia su una valutazione realistica della situazione corrente. Già oggi le Province in questione sono accomunate da attività e iniziative che le vedono collaborare con una crescente interdipendenza. Penso alla gestione dei rifiuti, per la quale la legge regionale n.7/2012 già configura una pianificazione integrata di Quadrante; penso alla programmazione sanitaria, che in virtù della riforma regionale già si svolge secondo un’articolazione di Quadrante. Penso a come i tessuti biellesi si combinerebbero con le aziende di confezione novaresi, che si affacciano sull’eccellenza della moda milanese. E ancora: penso a quanto i territori del Quadrante siano complementari nel comporre un distretto turistico di pregio e attrattiva peculiari, che una unificazione amministrativa saprebbe promuovere ulteriormente e adeguatamente. Penso alla ricerca, a come l’Università degli Studi del Piemonte Orientale potrebbe estendere la propria attività anche al biellese e al VCO, favorendo innovazione e sviluppo. Penso a come Vercelli ospiti strutture competitive che promuovono l’arte contemporanea e potrebbero diventare punto di riferimento del settore… Per questo motivo, e non per inconfessabili appetiti espansionistici novaresi, sono qui a perorare la buona causa della Provincia di Quadrante del Piemonte Orientale. Questa non può e non deve diventare una questione di numero di poltrone. Come può sfuggire che il Quadrante si presenterebbe come soggetto autorevole e interlocutore credibile a ogni tavolo negoziale, saprebbe stemperare le dinamiche deleterie del torinocentrismo e sarebbe in grado di cogliere le abbondanti, irrinunciabili opportunità che scaturiscono dalla prossimità alla Lombardia e che ci proiettano verso la nostra naturale prospettiva, che è quella europea. E proprio a tutela dei territori auspico – e per questo mi batterò – che le province riorganizzate, e quindi anche il Quadrante, rimangano enti di primo grado, i cui rappresentanti siano eletti dai cittadini. Un ente di primo grado – aggiungo – che sia degno di questo nome, e cioè che veda attribuirsi compiti e funzioni adeguati al suo status, e non depauperato di poteri, perché risulterebbe altrimenti pregiudicata quella stessa incisività amministrativa che indicavo come preziosa e peculiare risorsa che connoterebbe la soluzione unitaria del Quadrante”.

“Non ha senso che su un territorio ci soano asili senza alunni e ospedali senza malati – prosegue l’analisi il sindaco di Novara, Andrea Ballarè – i localismi ci hanno portato a questo risultato. Ora dobbiamo pensare a creare le condizioni per la crescita e lo sviluppo del nostro territorio e le sinergie sono lo strumento ideale anche nell’ottica del confronto con Torino. Occorre un riequilibrio e riaffermarci con un ruolo più consapevole. Abbiamo tra le altre cose la possibilità di un impegno congiunto senza sovrapposizioni perché ognuno di noi ha la sua chiara identità, complementare alle altre. Mi han detto che nel 1200 i novaresi hanno attaccato i verbanesi dal lago… al di là del fatto che i verbanesi hanno respinto l’attacco, occorre guardare avanti, non guardare alle prossime elezioni, ma ai prossimi 40 anni”.

“Andare avanti – gli fa eco il Sindaco di Verbania, Marco Zacchera – è l’unica soluzione logica. Così come invece non è logico pensare a due capoluoghi di Provincia a trenta chilometri uno dall’altro, come sarebbero Novara e Vercelli nell’ipotesi dell’accorpamento Novara-VCO e Vercelli-Biella. Questi enti si devono riorganizzare, l’impone la legge, ma anche il buonsenso, e allora facciamolo guardando avanti, non solo in un’ottica di quadrante, ma anche di un quadrante aperto alla vicina Lombardia, proprio nel segno della collaborazione e delle sinergie fra enti”.

“Avrei preferito – è il riassunto dell’intervento del Presidente del Consiglio Regionale, Valerio Cattaneo – che il Governo proponesse una legge costituzionale che prevedesse la riduzione dei parlamentari e l’abolizione delle Province, con una legge che regolamentasse la riorganizzazione dell’ente di area vasta. Le condizioni per farlo ci sarebbero state, e non escludo che la prossima legislatura cerchi di portare avanti questo percorso, ma sono però fiducioso del fatto che il Cal presenterà una proposta che saprà rispondere alle esigenze del territorio, nell’ottica di mantenimento dei servizi al cittadino e a quelle del Governo. Su due cose credo ci siano ancora margini, seppur tutt’altro che semplici, di dibattito: il sistema elettorale e le competenze. Su questo dovrà basarsi la nostra lotta, ad ogni livello, su questo e su una altro tema principale quello delle risorse: la grande attesa nei confronti delle Regioni deve fare i conti anche con i pesanti tagli che hanno subito a loro volta”.

Si sono poi susseguiti gli interventi del senatore Valter Zanetta, dell’On. Maria Piera Pastore responsabile Enti Locali Lega Nord, di Carlo Robiglio vice presidente dell’Associazione Industriali di Novara, del Consigliere Regionale Aldo Reschigna, di Francesco Del Boca presidente Confartigianato del Piemonte Orientale, di Enrico Borghi vicepresidente ANCI, di Luca Caretti segretario Cisl Vco, di Gianmario Mandrini dell’API, di Alberto Zanetta segretario UDC VCO, di Fausto Sgrò presidente della CNA del VCO, di Mauro Gnecco vice presidente dell’Associazione Industriali VCO, di Lavinia Calabrò presidente del Consiglio Provinciale di Novara, di Lucio Reggiori presidente del Comitato Consultivo INPS VCO.

E’ però Nobili a riassumere e concludere l’incontro: "L'assemblea di questa mattina a Stresa si è caratterizzata per un'ampia partecipazione delle diverse realtà istituzionali, politiche, produttive e sociali delle province di Novara e del Verbano Cusio Ossola, a sottolineare come ci sia la volontà di interagire per dare vita a qualcosa di nuovo, consapevoli dell’esperienza maturata in questi vent'anni. Credo che esista una posizione largamente condivisa di costruzione di un percorso verso il quale ci spinge il momento storico che non dobbiamo subire, ma gestire da protagonisti. Un percorso che a larga maggioranza le voci che si sono susseguite stamani indirizzano verso una dimensione amministrativa che per numeri, demografici ed economici, ci porta ad ampliare gli orizzonti, mettere in rete punti di forza ed eccellenze e guardare avanti a una soluzione più coraggiosa, necessaria allo sviluppo dei territori. Le rappresentanze del tessuto produttivo ci hanno richiamato alla responsabilità di scelte che si traducano in abbattimento dei livelli burocratici, e quindi semplificazione e tempestitivà di risposte ribadendo l'esigenza di amministrazioni territoriali in grado di accompagnare le imprese nella difficile sfida della competitività, e dunque nella valorizzazione di potenzialità ancora inespresse. Il nodo centrale - come è stato evidenziato dalle parti sociali - è la distribuzione dei servizi, che non deve penalizzare nessuno: con una reale democrazia nella loro presenza, che deve essere garantita nella stessa misura agli abitanti dei grandi centri come a quelli del più piccolo paese di montagna. Questo punto rende esplicito un altro aspetto inderogabile: che è quello del mantenimento dello status di ente di primo grado. Non si può recidere il filo diretto che lega le amministrazioni dei territori alle loro comunità: indebolirebbe questi enti che dopo lo sforzo di autoriforma possono farsi carico di più competenze, che con adeguate risorse – pur nella logica del risparmio e delle economie di scala – possono davvero incidere nell’ammodernamento ed efficienza dei servizi. Partendo da questi presupposti con il Presidente Sozzani e i Sindaci Ballarè e Zacchera nei prossimi giorni chiederemo un incontro ai Presidenti delle Province di Biella e Vercelli e ai sindaci delle due Province, perché vorremmo davvero che il prossimo 2 ottobre alla Regione arrivasse una proposta per un ente territoriale di area vasta capace di essere una soluzione di ampio respiro e di lungo termine”.