Novara - In questi giorni il gruppo novarese di Amnesty International porta nelle scuole superiori una mostra dal titolo “Com’eri vestita” creata in collaborazione con l’associazione Libere Sinergie e il Patrocinio della Provincia di Novara. La mostra attualmente è presente all’Istituto Tecnico Industriale Omar, Baluardo La Marmora 12 Novara. Esposta già dal 18 marzo, durerà sino al 29 marzo e sarà aperta anche al pubblico esterno, venerdì 22 e martedì 26 dalle 17 alle 19.
Il Preside Dr. Franco Ticozzi ha dichiarato “Ho subito accolto con interesse la proposta di allestire la mostra “Com’eri vestita” che ha fatto il gruppo di Amnesty International di Novara, perché si tratta di un progetto importante in particolare per la fascia di età dei nostri allievi. Nell’ambito di Educazione Civica già l’Istituto lavora sui temi del consenso e della sensibilizzazione sui temi della violenza di genere e questa è una preziosa occasione di approfondimento e conoscenza per tutta la realtà scolastica”.
La D.ssa Francesca Bergamaschi è la referente scolastica di questo progetto ed in accordo con lei sono stati pianificati all’interno dell’istituto sia momenti di riflessione che un approfondimento collettivo, anche di tipo laboratoriale, per martedì 22 mattina. I 17 pannelli esposti nella mostra, riportano sia l’abbigliamento indossato dalle donne e dalle ragazze al momento della violenza sessuale, sia i loro pensieri sull’accaduto. Il titolo della mostra nasce da uno dei pregiudizi circa la responsabilità della vittima, dovuta all’abbigliamento ritenuto provocatorio che indossava al momento dello stupro (“se l’è andata a cercare”) dimostrando che i vestiti quelli indossati erano normalissimi abiti. Occorre una sensibilizzazione culturale così come un cambiamento legislativo. La campagna di Amnesty International dal titolo “Io lo chiedo”, con lo slogan “Il sesso senza consenso è stupro”, vuole affermare un concetto semplice: nella definizione giuridica di stupro occorre assolutamente introdurre il principio del consenso, così come previsto dall’articolo 36 della Convenzione di Istanbul, ratificata dal nostro paese nel 2014. Oggi il codice penale italiano fa riferimento ad una definizione di stupro basata sull’uso della violenza, l’uso della forza, della minaccia di uso della forza o della coercizione. Le firme e l’appello presenti sul sito di Amnesty International Italia, completano il significato di questa mostra itinerante e danno forza alla necessità di cambiamento.