Novara - Riceviamo e pubblichiamo da Sabrina Bonini, referente regionale del Comitato EduChiAmo: "Il Comitato EduChiAmo, nasce come comitato spontaneo durante il primo lockdown, per rappresentare tutti i servizi educativi privati 0-6 presenti sul territorio nazionale. Il Comitato ha preso piede anche a livello regionale e in questi mesi ha lavorato anche al fianco delle istituzioni per la riapertura dei servizi educativi in sicurezza e per difendere i diritti di bambini e famiglie. Durante i mesi estivi i nostri servizi educativi hanno lavorato per adattare le strutture ai nuovi protocolli e alle nuove misure di sicurezza, durante l’autunno ci siamo impegnate per garantire il massimo della sicurezza, ma anche del benessere psico-fisico ai nostri piccoli ospiti e ci siamo riuscite, anche nel pieno della seconda ondata. E ora? Alla luce della primavera, dopo l’esperienza maturata in un lungo anno, dopo tutti i protocolli attuati, tutte le Scuole, incluse quelle dei più piccoli si ritrovano nuovamente chiuse. A un anno di distanza tutti i genitori lavorano e si ritrovano ad affrontare una situazione nuovamente insostenibile. E i bambini? Nuovamente dimenticati. Mentre fuori la vita continua i più piccoli si trovano deprivati nuovamente del loro diritto alla socialità. E alla luce di cosa è stata presa questa decisione? Di un presunto aumento dei contagi in età scolare dovuto al diffondersi delle varianti. Come Comitato EduChiAmo non ci siamo fermate a queste dichiarazione. Bonini, titolare di un asilo nido in provincia di Novara e Referente Regionale del suddetto Comitato, dichiara come sono stati presi in esame i dati raccolti da un questionario sulla sicurezza degli asili portata avanti dal Comitato EduChiAmo a livello nazionale e i dati scientifici e le pubblicazioni che la Prof.sa Sara Gandini, ricercatrice ed epidemiologa dell’Università Statale di Milano ha gentilmente condiviso con noi in una diretta Facebook svoltasi alla presenza del Sottosegratario all’Istruzione On. Barbara Floridia. Il sondaggio portato avanti dal Comitato sottolinea come, su un campione di 1000 strutture in tutta Italia, rappresentative della fascia 0-6, l’83,8% di queste non ha registrato casi positivi al Covid 19, il 15,4% da 1 a 5 casi e solo lo 0,8% da 6 a 10 casi, senza essere mai accompagnati dall’insorgenza di focolai. I dati forniti dalla Pro.sa Gandini, tra le top Italian women scientists, ribadiscono come l’incidenza dei contagi all’interno dell’ambiente scolastico è del 39% inferiore rispetto all’incidenza calcolata sulla popolazione generale. In Piemonte, a fine Novembre, picco della seconda ondata, solo lo 0,30% dei contagi si era sviluppato in ambito scolastico. Inoltre studi portati avanti in Inghilterra, prima nazione investita dalla variante inglese, testimonia come il rischio della diffusione del contagio a seguito del diffondersi delle varianti in ambito scolastico rimane invariato, soprattutto tra i bambini sotto i 10 anni di età. In conclusione, come ben afferma la Prof.sa Gandini, ci sentiamo di affermare come in assenza di prove evidenti dei vantaggi della chiusura delle scuole, il principio di precauzione impone di mantenere le scuole aperte per prevenire danni irreversibili ai bambini, adolescenti, donne e società intera. Come Comitato EduChiAmo abbiamo chiesto un impegno alla Regione, al Presidente Cirio e all’Assessore Chiorino di portare le nostre istanze a livello governativo e di prevedere l’immediata riapertura delle scuole, soprattutto per i più piccoli, all’uscita della zona rossa. Se l’On. Floridia si è presa l’impegno di ridiscutere la riapertura delle scuole anche in zona rossa alla luce dei dati forniti, come Comitato Regionale chiediamo alla Regione di portare le nostre conoscenze educative e pedagogiche ai loro tavoli, per riorganizzare nel minor tempo possibile la riapertura. Riteniamo che in caso di situazioni straordinarie vadano attuate misure straordinarie: nelle aree con maggior diffusione dei contagi vadano aumentati i tracciamenti per chiudere le Scuole solo laddove si verifichi l’insorgenza di eventuali cluster. Le chiusure devono essere il più brevi e circoscritte possibili per evitare nuovi danni ai bambini e alla situazione economica femminile. Si perché al fianco della salute, si affianca il benessere psico-fisico e i diritti imprescindibili alla socialità e all’istruzione di ogni bambino e adolescente. Per questo anche nelle zone più critiche chiediamo sia possibile mantenere attivi delle esperienze laboratoriali, da realizzarsi in presenza in piccoli gruppi, anche per i bambini da 0 a 3 anni, per i quali è impossibile parlare di DAD. La scuola, l'istruzione, la socialità e l'educazione sono un diritto di tutti e nonn siamo più disposti a vivere l'incubo della scorsa primavera. Ribadiamo così con forza: a un anno di distanza non siamo più disposti a fare alcun passo indietro rispetto alle evidenze scientifiche e alle ripercussioni sociali. I nostri genitori alle prese con la conciliazione della vita familiare, lavorativa e scolastica hanno bisogno del supporto educativo-pedagogico che i nostri servizi sanno dare. I bambini hanno bisogno di socializzare in ambienti sicuri e protetti, in compagnia dei pari. Riapriamo le scuole e i servizi educativi al più presto. Non siamo più disposti ad attendere oltre. I danni per bambini, adolescenti, studenti, madri e famiglie sono ingenti: necessitano di un ristoro immediato, ma non di tipo economico, bensì educativo e sociale".