Novara - Sono incoraggianti i dati riguardanti l’Università del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro” emersi dal XIII Profilo dei Laureati, presentato da AlmaLaurea in occasione del convegno “Qualità e valutazione del sistema universitario”, lo scorso 27 maggio all’Università di Sassari. Il quadro risultante dipinge i laureati dell’Ateneo “Avogadro” come più giovani, più regolari negli studi e con maggiori esperienze di stage rispetto alla media nazionale.
L’indagine ha coinvolto 190.000 laureati del 2010 di 56 Atenei aderenti al Consorzio AlmaLaurea da almeno un anno; in particolare per l’Università del Piemonte Orientale sono stati intervistati 1.668 laureati del 2010, dei quali 1.185 di primo livello e 252 di secondo livello.
La novità presente in queso XIII Profilo è la possibilità di poter finalmente fare un raffronto tra i laureati del vecchio e del nuovo ordinamento, così da poter capire gli effetti della riforma universitaria; come anno significativo di riferimento è stato scelto il 2004.
Analizzando la popolazione complessiva dei laureati – quindi per il 2010 sia i laureati di primo che di secondo livello – spicca un’età media alla laurea più bassa (26,4 anni contro i 27,1 dei laureati pre-riforma del 2004; il dato scenderebbe ulteriormente a 25,7 anni, contando solo i laureati triennali); una maggiore regolarità negli studi (i laureati in corso erano il 13% nel 2004, contro il 53% del 2010); un numero maggiore di esperienze di stage (il 10% contro il 73%, percentuale che diventa dell’82% analizzando solo i laureati triennali); una maggiore tendenza a proseguire gli studi (38% per i laureati del 2004 contro il 55% dei laureati 2010).
Sono poi particolarmente positivi i dati che riguardano esclusivamente i laureati dei bienni specialistici del 2010: neodottori di qualità che concludono regolarmente il percorso di studi (il 65,5% contro una media nazionale del 47,5%), o con solo un anno di ritardo (un ulteriore 25%) e che si laureano con un’età media di poco superiore a quella nazionale (28,8 contro 27,5), un dato tuttavia influenzato da una percentuale del 37% di studenti che si sono immatricolati con due o più anni di ritardo rispetto all’età canonica.
Positivi anche i dati che riguardano la frequenza delle lezioni (l’85% ha frequentato più di tre quarti degli insegnamenti previsti), l’esperienza di stage (il 60% contro la media nazionale del 55%) e il gradimento da parte dei laureati dell’esperienza universitaria: il 79% dei laureati si iscriverebbe nuovamente (contro il 74% di media nazionale).