Novara - Il Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea ha presentato giovedì 6 giugno il XXI Rapporto sul Profilo e sulla Condizione occupazionale dei laureati al Convegno “Università e mercato del lavoro”, presso l’Università di Roma “La Sapienza”; le Indagini hanno coinvolto 75 universitàaderenti al Consorzio. I dati relativi all’Università del Piemonte Orientale dipingono una situazione molto positiva per l’Ateneo, con performance che in alcune voci si distinguono rispetto alla media nazionale. I laureati nel 2018 dell'UPO coinvolti nel XXI Rapportosono 2.026: si tratta di 1.460 di primo livello, 308 magistrali biennali e 252 a ciclo unico; i restanti sono laureati di altri corsi pre-riforma.
L’età media alla laurea per il complesso dei laureati è 25,5 anni (rispetto alla media italiana di 25,8), nello specifico di 24,7 anni per i laureati di primo livello e di 28,2 anni per i magistrali biennali. Il 63,1% dei laureati termina l’università in corso(la media italiana è il 53,6%): in particolare è il 63,0% tra i triennali (media italiana 53,9%) e il 76,9% tra i magistrali biennali (media italiana 60,1%). Il voto medio di laurea è 100,5 su 110 (la media italiana è 102,9 su 110, segno forse di una maggiore “severità”).
Parlando di tirocini riconosciuti dal proprio corso di studi, i dati dei laureati UPO sono nettamente migliori della media nazionale; ha svolto un tirocinio: l’84,9% dei laureati di primo livello (media italiana 61,1%), il 69,9% dei magistrali biennali (media italiana del 62%). Sono invece leggermente inferiori alla media nazionale i dati riguardanti chi ha compiuto un’esperienza di studio all’estero riconosciuta dal corso di laurea: il 6,4% dei laureati (media italiana 11,3%).
È infine molto alta la valutazione dell’esperienza universitaria: il 91,8% dei laureati è soddisfatto del rapporto con il corpo docente (la media italiana è dell’86,4%)e l’86,3% ritiene il carico di studio adeguato alla durata del corso (82,4% la media nazionale). Più in generale, il 93,0% dei laureati si dichiara soddisfatto dell’esperienza universitaria nel suo complesso, superiore alla media nazionale dell’88,9%.
L’Indagine sulla Condizione occupazionale ha riguardato complessivamente 2.892 laureati UPO. I dati si concentrano sull’analisi delle performance dei laureati di primo e di secondo livello usciti nel 2017 e intervistati a un anno dal titolo e su quelle dei laureati di secondo livello usciti nel 2013 e intervistati dopo cinque anni. L’Indagine ha coinvolto 1.226 laureati triennali e 580 laureati magistrali del 2017 contattati dopo un anno dal titolo (nel 2018) e 524 laureati magistrali del 2013 contattati dopo cinque anni dal conseguimento del titolo.
A un anno dal conseguimento del titolo, il tasso di occupazione dei laureati triennali è dell’81%, contro una media nazionale del 72,1%. La retribuzione è in media di 1.287 euro, nettamente superiore alla media nazionale di 994 euro. Il 68,8% gli occupati considera il titolo molto efficace o efficace per il lavoro svolto, inferiore alla media nazionale del 73,7%. Più nel dettaglio, il 59,3% dichiara di utilizzare in misura elevata, nel proprio lavoro, le competenze acquisite all’università, contro una media nazionale del 42,1%.
Tra i laureati di secondo livellodel 2017 intervistati a un anno dal conseguimento del titolo, il tasso di occupazione è pari all’80,5% (la media italiana è del 69,4%). La retribuzione è in media di 1.317 euro mensili netti (1.232 euro la media italiana). Il 67,3% degli occupati ritiene la laurea conseguita molto efficace o efficace per il lavoro che sta svolgendo (59% la media nazionale).
Il tasso di occupazione dei laureati di secondo livello del 2013, intervistati a cinque anni dal conseguimento del titolo, è pari all’89%, contro un a media nazionale dell’85,5%. Le retribuzioni arrivano in media a 1.464 euro mensili netti (non distanti dai 1.459 euro di media italiana). Il 63,5% degli occupati ritiene la laurea conseguita molto efficace o efficace per il lavoro svolto (appena sotto la media nazionale del 65,3%).
«I dati che ci ha restituito AlmaLaurea sono molto soddisfacenti – ha commentato il rettore prof. Gian Carlo Avanzi –, ci dicono che siamo sulla strada giusta: da una parte abbiamo incrementato il numero dei nostri studenti e, dall’altra, i nostri laureati realizzano che hanno fatto la scelta giusta iscrivendosi all’UPO poiché risultano molto competitivi sul mercato del lavoro. Questo risultato è frutto di una politica lungimirante del mio predecessore Cesare Emanuel; mi aspetto tuttavia che nei prossimi anni, grazie all’impulso del nuovo piano strategico, questi risultati davvero lusinghieri siano non solo riconfermati ma anche migliorati. L’obiettivo è trasformare l’intera Università del Piemonte Orientale in un Ateneo di eccellenza che sia attrattivo non solo per studenti italiani ma anche per giovani di altri paesi, per la qualità della didattica e della ricerca ma anche per le eccellenti possibilità di occupazione dei suoi laureati. Il risultato positivo va inoltre ascritto al territorio sul quale insiste l’Università del Piemonte Orientale, territorio che ha saputo credere al progetto e che crede nella qualità dei suoi laureati, quindi dobbiamo essere grati a tutte le imprese, pubbliche e private, ed alle istituzioni, in particolare ai sindaci delle città di Vercelli, Alessandria e Novara».
«I risultati mostrano un’Università attenta alla carriera degli studenti e al loro inserimento nel mercato del lavoro – ha aggiunto la prof.ssa Chiara Morelli, delegata del Rettore per Orientamento, Job Placement e Almalaurea –. Come presentato nel piano strategico dell’Università per il sessennio 2019-2024 gli studenti sono, effettivamente, al centro di un progetto che prevede un’attenta pianificazione dell’offerta formativa, capace sempre più di rispondere alle esigenze del mercato del lavoro, e un accorto orientamento in entrata e in itinere per indirizzare gli studenti lungo il percorso a loro più adatto e seguirli con cura durante la loro esperienza universitaria. Avere il 63,1% dei laureati che termina il percorso universitario in corso, rispetto alla media italiana del 53,6%, gratifica questi sforzi e quest’attenzione.
Per quanto riguarda la condizione occupazionale dei nostri studenti, i dati sicuramente lusinghieri riconoscono il lavoro fatto in questi anni per accompagnare gli studenti nel mercato del lavoro. Tra le diverse iniziative si ricorda il Career Day, una giornata dedicata alla presentazione dei nostri studenti e dei nostri laureati alle principali realtà aziendali del territorio, nell’ultima edizione più di 50 aziende ne hanno preso parte; all’importanza che riconosciamo ai tirocini formativi, alla presenza di importanti testimoni aziendali nei nostri corsi, ai contest aziendali, ai seminari organizzati per gli studenti per prepararli al mercato del lavoro».
«Nei prossimi anni – prosegue la prof.ssa Morelli – queste iniziative saranno intensificate per avvicinare sempre più i nostri studenti al mondo del lavoro; recentemente si è svolto il primo job agency day per far conoscere ai nostri iscritti e ai nostri laureati le principali opportunità lavorative. Sicuramente i numeri sono molto importanti e se, come in questo caso, sono positivi fanno molto piacere, ma ciò che ci fa comprendere che stiamo percorrendo la strada corretta sono anche i continui apprezzamenti che riceviamo dalle aziende e dalle istituzioni sulla qualità, sulla preparazione e sulle competenze dei nostri studenti».