Novara - «La violenza è un dolore che non si dimentica, è una ferita insanabile, silenziosa. Ti fa prigioniera nel fondo della società, nel silenzio della solitudine. Poi ho trovato il coraggio, l’energia che arriva dal mio cuore. Adesso ho riconquistato la mia dignità e cammino a testa alta». Queste le parole del riscatto, quelle delle beneficiarie del “Progetto Futura”, che ha coinvolto 24 donne vittime di violenza e tratta della Provincia di Novara, presentato giovedì 21 novembre, a Palazzo Tornielli, in un convegno che ha coinvolto partner, autorità e pubblico.
A dare il benvenuto Michele Dell’Era, Direttore del CSF En.A.I.P. di Oleggio, e a seguire i saluti delle autorità, in rappresentanza delle amministrazioni pubbliche coinvolte. «Si è trattato di un progetto di rete, con azioni importanti, frutto di una progettualità condivisa- ha esordito, Annamaria Mellone - Assessore alle Politiche sociali della Provincia di Novara- in linea con i numerosi altri interventi che la Provincia sostiene a favore dell’integrazione e della prevenzione, con una valenza in più, la presenza del terzo settore». Un ringraziamento ad EnAIP e a tutte le istituzioni che hanno sostenuto e lavorato a questo progetto è stato fatto da Anna Colombo, Consigliera di Parità della Provincia.
«Questo convegno mette al centro le storie, le persone, nella loro unicità- ha sottolineato Augusto Ferrari, Assessore alle Politiche per le emergenze sociali del Comune di Novara. Donne che hanno vissuto la rabbia, che hanno trovato l’energia e che hanno saputo darci un messaggio di speranza. Un invito alla politica ad uscire dall’autoreferenzialità, dalla burocrazia, per imparare ad ascoltare il territorio, la gente». Parole condivise anche da Margherita Patti - Assessore all’Istruzione e formazione professionale e alle Pari Opportunità e politiche di genere del Comune di Novara, che ha sottolineato la capacità del progetto di mettere a fuoco un obiettivo e di raggiungerlo con forza, determinazione ed interventi di qualità. Un modello da seguire.
Ad introdurre il Progetto, Massimo Tarasco, Presidente Regionale delle Acli del Piemonte. «I dati della violenza sulle donne in Italia sono allarmanti, così come i casi di femminicidio, senza parlare del sommerso. Futura, come altri progetti, segna una linea di cambiamento, di demarcazione; la volontà di rimettere al centro le persone, la loro dignità. Un invito alle donne a non rimanere in silenzio, a denunciare. Un monito per gli uomini, a non restare indifferenti, perché l’indifferenza è connivenza».
In rappresentanza della Regione Piemonte Silvana Pilocane, Dirigente del Settore Promozione e Sviluppo dell'imprenditorialità, della cooperazione e delle pari opportunità per tutti - Direzione Istruzione, formazione professionale e lavoro, che ha illustrato con dovizia di particolari alcuni dei progetti più importanti messi in atto in questi anni contro la violenza. A partire da Mouve-up, progetto per condividere esperienze ed attivare un dialogo tra docenti, genitori e ragazzi, al fine di acquisire insieme la consapevolezza all’uso delle nuove tecnologie, riconoscendone rischi e insidie. Help Donna, un servizio di teleassistenza su cellulare per le donne sopra i 18 anni residenti in Piemonte. E ancora “Voci nel silenzio”, campagna di sensibilizzazione su violenza e femminicidio, fino a Futura. «Non c’è modo di uscire dalla violenza se non si acquisisce autonomia, mediante la costruzione o la ricostruzione della propria vita. Futura ha permesso questo, grazie alla collaborazione di funzionari, quali Graziella Panetto, che ci hanno creduto come persone prima che come operatori, e ad una rete territoriale collaborativa e coinvolgente».
Ad entrare nel merito delle azioni del Progetto Futura è stata Claudia Vannucchi, Coordinatrice del Progetto, che ha spiegato la nascita dell’ATS, la selezione delle candidate, la formazione, i tirocini, ponendo l’accendo sulla volontà di creare percorsi personalizzati per ogni destinataria, per ogni donna con alle spalle una storia diversa, unica, drammatica, sulla quale bisognava lavorare a diversi livelli. Da qui il coinvolgimento di professionalità altissime e la progettazione di azioni mirate, con obiettivi misurabili: 30 tirocini attivati, che proprio in questi mesi per alcuni si sono trasformati in opportunità di lavoro e per altre potrebbero diventarlo nei prossimi mesi. Le crisalidi, come racconta il logo del progetto, sono diventate farfalle.
Farfalle che hanno di nuovo cominciato a volare sulle note della musica del riscatto, grazie alla collaborazione di due musiciste del Conservatorio Cantelli, Claudia Nicola - arpa e Tiziana Rolle- clarinetto, ma che soprattutto hanno fatto sentire la loro voce attraverso la magistrale interpretazione di Anna Boccia, che ha letto i loro testi, contenuti anche nella pubblicazione “I colori del riscatto”. Rabbia, energia e speranza hanno attraversato la sala creando grande emozione tra il pubblico.
A riprendere le fila del convegno è stato poi Andrea Lebra, Presidente dell’ Associazione “Liberazione e Speranza” Onlus, partner del Progetto Futura, che ha illustrato la storia dell’associazione e soprattutto ha tracciato un quadro importante sul fenomeno della tratta nel novarese. «Si tratta di un fenomeno radicato e diffuso su tutto il territorio provinciale, che non riguarda solo le strade bensì si sviluppa molto indoor. Come associazione abbiamo aiutato circa un migliaio di donne, di diversa nazionalità e possiamo dire che i risultati migliori li abbiamo quando riusciamo ad intercettare le ragazze appena arrivano nel nostro paes,e con il sogno di lavorare non certo di prostituirsi. Più difficile entrare in contatto con donne che si prostituiscono in locali o appartamenti; per esempio le cinesi, cui gli sfruttatori lasciano il 40% dei guadagni, che non sono consapevoli di essere sfruttate».
A seguire l’ intervento di Marinella Balbinutti, Assistente sociale CISA Ovest Ticino, che ha raccontato come i Consorzi Socio Assistenziali hanno creduto nel progetto, investendo tutte le risorse a disposizione, mettendo a fuoco la necessità di lavorare sull’autostima delle donne, di renderle consapevoli della loro situazione e di aiutarle a denunciare i loro aggressori. E non ultimo sull’importanza di lavorare anche sugli uomini, spesso carnefici e responsabili di violenze sia fisiche che psicologiche.
Interessante, infine, l’intervento di Raffaella Fusco, Ispettore capo dell’Ufficio minori e maltrattamenti in famiglia della Questura di Novara che, oltre a dare importanti informazioni a livello giuridico, ha sottolineato come l’approccio di chi lavora in Questura sia cambiato nei confronti di chi denuncia violenze. «Con il progetto Dafne e l’introduzione del metodo SARA ‘Spousal Assault Risk Assessment’, cioè la valutazione del rischio di recidiva nei casi di violenza interpersonale fra partners, le forze di polizia hanno acquisito strumenti e metodologie per approcciarsi correttamente alle persone che subiscono violenza, con risultati eccellenti. Questo ha permesso il superamento di un problema fondamentale, la paura di chi denuncia di non essere creduta».
In chiusura i ringraziamenti di Carmela Nicola, Responsabile del progetto per EnAIP Piemonte, che ha inviato tutti a continuare a lavorare affinché le nuove generazioni siano sensibilizzate al tema e possano crescere in un’ottica di rispetto e in una reale cultura di parità.
E’ seguita l’ inaugurazione della mostra “I colori del riscatto” presso la Sala delle Colonne, in via Greppi 7, dove sono esposti i quadri realizzati dalle ragazze del Progetto Futura. Orari di visita: Venerdì 22- 9.00-13.00- Lunedì 25- 15.30-17.30- Martedì 26- 9.00-13.00- Mercoledì 27- 9.00-13.00- Giovedì 28- 15.30- 17.30.