Novara - Un gruppo di ricerca internazionale, di cui fa parte anche l’Università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”, ha recentemente effettuato una scoperta, nell’ambito della sintesi delle proteine, che getta una nuova luce sulla cura di alcune malattie, come anemie, epilessie o tumori. La ricerca, coordinata dal professor Stefano Gustincich, della Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste, porta le firme del professor Stefano Biffo, docente di Anatomia comparata e citologia presso il Dipartimento di Scienze e Innovazione Tecnologica di Alessandria, del professor Claudio Santoro, docente di Biologia applicata presso il Dipartimento di Scienze della Salute di Novara, e di ricercatori provenienti dal Riken Institute di Yokohama (Giappone), dall’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, dall’Università degli Studi di Trieste e dall’Hospitalet de Llobregat (Spagna).
Pubblicato ieri, domenica 14 ottobre, sulla rivista specializzata “Nature”, l’articolo, intitolato “Long non-coding antisense RNA controls Uchl1 translation through an embedded SINEB2 repeat”, descrive la scoperta di un nuovo meccanismo che regola la sintesi di alcune proteine, considerate necessarie per la sopravvivenza delle cellule. Questo meccanismo coinvolge una nuova classe di RNA (acido ribonucleico) che è in grado di aumentare la sintesi cellulare di alcune specifiche proteine. La nuova classe di RNA è stata definita “antisenso” (AS) e presenta una particolarità: è in grado di legare in modo selettivo l’“RNA messaggero” per una determinata proteina. L'RNA messaggero è un tipo di RNA che codifica e porta informazioni durante la trascrizione dal DNA; quando in una cellula l’RNA messaggero incontra l’RNA antisenso, la sintesi della proteina che viene codificata è aumentata. Il nuovo meccanismo scoperto, secondo i ricercatori, sembra essere fondamentale per la sopravvivenza delle cellule in condizioni di particolare stress.
«Un esempio pratico chiarisce meglio i risvolti applicativi – ha spiegato il professor Santoro –: nelle malattie dette “da aploinsufficienza”, come alcuni tipi di anemie, forme di epilessia, di ritardo mentale, alcuni tipi di tumori o malattie neurodegenerative, si verifica un malfunzionamento di uno dei nostri due geni. In questi casi le cellule reagiscono in due modi: da un lato cercano di preservare l’integrità del DNA; dall’altro attuano un piano di risparmio energetico, diminuendo l’attività di sintesi proteica globale».
«Contemporaneamente, tuttavia – ha proseguito il professor Biffo – in queste situazioni particolari la sintesi di alcune proteine, come quella studiata nella nostra ricerca, deve essere aumentata, proprio per permettere alla cellula di attivare i piani anti-stess citati. È qui che si va a inserire il nuovo meccanismo scoperto: senza alcun aumento del livello di RNA, la sintesi delle proteine viene garantita. Nel caso specifico delle malattie citati, si potrebbero aumentare i livelli delle proteine, quindi creare una difesa in più, con specifici RNA antisenso».