Novara - Pasto domestico nelle scuole: un percorso avviato anche a Novara, ma non ancora esattamente definito. Come si ricorderà nel giugno dello scorso anno c’era stata una sentenza della Corte d’Appello di Torino, che confermava la possibilità da parte delle famiglie richiedenti (che a Novara complessivamente cinquantotto) di utilizzare per i propri figli la formula del pasto preparato a casa propria e consegnato al figlio. Successivamente un’ulteriore sentenza allargava questa opzione anche a quanti non rientravano nella lista dei richiedenti: attualmente si è ancora in attesa della definitiva pronuncia della Cassazione in merito all’opposizione del Miur. "In settembre e con l’avvio dell’anno scolastico 2016/17 – ricordano al Settore Istruzione - il nostro Servizio, su mandato istituzionale, ha incominciato ad avviare i primi confronti necessari con i soggetti interessati dall’iniziativa, ovvero Asl No e in particolare il Servizio igiene alimenti e nutrizione, ditta “Alessio” (appaltatrice del servizio di ristorazione delle mense scolastiche comunali, ndr) e Dirigenti scolastici degli Istituti comprensivi novaresi con l’obiettivo di ipotizzare eventuali percorsi per l’attivazione del pasto domestico, in ogni caso sottoposto a una serie di vincoli piuttosto complessi sul piano della normativa sanitaria, dell’organizzazione logistica e dell’attività didattica. Il 27 ottobre dello scorso anno, il Comune ha quindi emesso una prima comunicazione informativa in merito, seguita, in novembre, dall’avvio di un’indagine conoscitiva nelle scuole e nelle famiglie per individuare il numero dei potenziali soggetti interessati: la scadenza è stata fissata il 15 dicembre il numero complessivo delle famiglie dichiaratesi interessate è stato pari a 97".
Fino a marzo sono inoltre proseguiti gli incontri con Asl No, ditta “Alessio”, Dirigenti scolastici "per sciogliere - spiegano al Settore Istruzione - i nodi legati ad aspetti fondamentali come Scia locali e relativa responsabilità, individuazione spazi per pasto domestico, gli spazi devono prevedere il consumo separato tra servizio ristorazione e pasto domestico ma non discriminare, preparazione, pulizia e riordino spazi, acqua a disposizione, competenza del controllo e della supervisione degli spazi e dei bambini che consumano il pasto domestico, norme igienico sanitarie e rischi di possibile contaminazione o allergie, produzione di scarti o rifiuti da pasto domestico, separazione corretta degli scarti, educazione alimentare congruente alla didattica, eventuale possibile ricaduta sul servizio in generale (personale della ditta, numero disdette dall’attuale servizio), eventuale costo residuo e forfettario per le famiglie che utilizzeranno il pasto domestico per il servizio di preparazione e pulizia dei tavoli, tempi e modi degli aspetti organizzativi legati alla modulistica per la rinuncia del servizio ristorazione in essere, predisposizione degli atti amministrativi e decisione politica".
Attualmente è stata predisposta "una bozza di delibera con i passaggi previsti e un modulo in allegato per la disdetta dal servizio di ristorazione scolastica: l’ipotesi – concludono al Settore Istruzione - è che con il mese di settembre e l’inizio del nuovo anno scolastico, a delibera ormai approvata, qualora non dovessero subentrare problemi, si potrebbe iniziare con la diffusione alle famiglie del modulo e con tempi adeguati per la rinuncia si riesca ad aprire al nuovo metodo a partire dal 1° gennaio del prossimo anno".
Allo scorso dicembre sono state complessivamente novantasette le richieste avanzate per il pasto domestico a scuola dalle famiglie novaresi al Settore Istruzione. Sette, come noto, gli Istituti comprensivi interessati: cinque complessivamente le manifestazioni di gradimento registrate al “Bellini” (quattro alla “Rigutini” e una alla “Coppino”), ventotto al “Bottacchi” (diciannove alla “Bottacchi”, una alla “Levi” e otto alla “Juvarra”), diciannove al “Levi Montalcini” (otto alla “Calvino”, due alla “Thouar”, quattro alla “Peretti” e cique alla “Pertini”), tredici al “Fornara Ossola” (sette alla “Rodari”, tre alla “De Amicis” e tre alla “Don Milani”), diciannove al “Duca d’Aosta” (tredici alla “Bollini” e sei alla “Giovanni XXIII”), undici al “Boroli” (tre alla “Fratelli di Dio”, sette alla Scuola primaria della “Galvani” e una alla Scuola dell’infanzia della “Galvani”), due al “Margherita Hack” (alla “Buscaglia”).