Novara - Con 98 punti di media, l’Università di Firenze precede Pavia (97,5), che scende al secondo posto, e Siena (96,5), quest’anno terza. Tra le prime dieci posizioni della classifica Censis dell’area chimico-farmaceutica 2014 si piazzano anche Bologna, quarta con 93 punti, l’Università del Piemonte Orientale (quinta con 92), Milano-Bicocca (91,5), Sassari (90,5), gli atenei di Perugia e Torino (entrambi con 89,5 punti di media) e l’Università di Genova (89). A seguire, si trovano nell’ordine Urbino (88,5), Trieste e Padova (88 punti a pari merito), la Statale di Milano e Ferrara (86,5), l’Università di Modena e Reggio Emilia (86) e quella di Parma (85,5). Nella seconda colonna della classifica Censis dell’area chimico-farmaceutica 2014 finiscono, invece, la Ca’ Foscari (84,5), Cagliari (84), l’Insubria (82,5), La Sapienza (82), Roma “Tor Vergata” (81), l’Università della Calabria e quella di Catania (tutt’e due con 78,5), il terzetto formato dagli atenei di Pisa, Camerino e Napoli “Federico II” (77,5), Palermo (77), L’Aquila (76,5) e Messina (74,5). Le ultime tre posizioni della classifica Censis dell’area chimico-farmaceutica 2014 spettano, infine, a Salerno e alla Seconda Università di Napoli, terzultime a pari merito con una media di 73,5, all’Università della Basilicata (72,5) e a quella di Bari, che si conferma in coda alla graduatoria con 67 punti.
La fotografia scattata da AlmaLaurea ai laureati triennali del 2013 rivela che il tempo medio impiegato per completare gli studi è di 4,9 anni e solo il 33 per cento degli studenti ha conseguito il titolo entro la durata legale del corso di studi. La media agli esami è di 25,2 e il voto medio di laurea è pari a 100,1 su 110. L’81 per cento degli studenti ha frequentato più del 75 per cento delle lezioni e il 36 per cento si dice decisamente soddisfatto del percorso di studi scelto.
Per i laureati dell’area chimico-farmaceutica possono aprirsi le porte di industrie farmaceutiche o che producono preparati erboristici, laboratori di analisi chimiche e aziende di produzione. Inoltre, essi possono lavorare presso enti deputati alla concessione di certificazioni o imprese pubbliche e private che si occupano di trattamento e trasformazione dei rifiuti.