Novara - Il workshop “Appropriato management delle Ibd: un obbligo o un problema?”, organizzato dalla Struttura complessa di Gastroenterologia dell’ospedale “Maggiore” di Novara, diretta dal dott. Pietro Occhipinti, ha avuto il grosso merito di porre al centro del dibattito un aspetto molto importante oggi ma che sarà cruciale domani. Quello del rapporto tra diritto alle cure e costo della prestazione sanitaria, un tema che è stato toccato anche dal pm di Aosta (ma novarese doc) Daniela Isaia. Nello specifico, il dott. Occhipinti, nella sua relazione introduttiva, ha posto l’accento sui nuovi farmaci biologici, particolarmente efficaci nelle malattie infiammatorie croniche intestinali, ma anche molto costosi, in una situazione della sanità (italiana e in specie piemontese) dove ci sono sempre meno risorse. Un tema, tuttavia, che non si può porre solo nella relazione tra efficacia e costi, perché occorre considerare la spesa non solo nella sua immediatezza ma nel lungo periodo e i farmaci biologici consentono di diminuire, nel tempo, i costi perché riducono i tempi di degenza, necessitano di minori esami, portano a un minor numero di interventi chirurgici, minore assenza al lavoro senza dimenticare i grandi vantaggi per i pazienti in termini di qualità di vita. Il tutto, in un quadro in cui l’Italia è quella che meno spende per la sua sanità in rapporto al Pil rispetto alla stragrande maggioranza dei più importanti Paesi europei e nonostante ciò la sanità italiana è considerata tra le prime tre al mondo. Importante è stato poi l’apporto scientifico al Wokshop di esperti nazionali che hanno discusso sull’indicazione e sui risultati clinici dei biologici.