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Laboratorio pratico creativo alle Medie Cassano di Trecate

Trecate Ho pensato di approfittare dello spazio concessomi su questa rivista per tentare di illustrare le ragioni per cui ho ritenuto importante integrare l’offerta formativa del nostro Istituto con l’organizzazione di un laboratorio pratico creativo; ed anche i motivi per cui parteciparvi possa essere per gli alunni un’esperienza importante e formativa al pari della partecipazione alle attività didattiche tradizionali.

Già, perché in un periodo di digitalizzazione omogeneizzante e di applicazioni informatiche passivizzanti, la scelta di organizzare un laboratorio pratico creativo per stimolare gli alunni ad essere artefici e protagonisti di qualcosa di proprio invece che fruitori passivi di realtà preconfezionate potrebbe essere facilmente ritenuta una scelta anacronistica, se non addirittura desueta e controcorrente. Tuttavia io sono di parere opposto.

Sono di parere opposto perché ritengo che la Scuola non debba e non possa limitarsi alla istruzione dei ragazzi; ma che la stessa debba porsi il più ambizioso obiettivo di formarli come persone, spingendoli ad esplorare e prendere coscienza di tutte le proprie potenzialità e vocazioni. E ritengo che nell’ambito di questo processo un posto di rilievo possa essere rivestito anche dall’esperienza di un laboratorio pratico-creativo.

Accompagnare gli alunni nell’esperienza di un laboratorio pratico-creativo è infatti un percorso che si pone obiettivi ben più ambiziosi che insegnare loro a realizzare un bel manufatto ovvero educarli a prendersi cura di una pianta in serra. Guidare gli alunni in questa esperienza significa infatti soprattutto stimolare il loro spirito di iniziativa per accrescerne autostima e senso di responsabilità.

Perché insegnare ad un alunno che anche gli oggetti della quotidianità possono essere ripensati per creare qualcosa di nuovo concepito dalla sua stessa fantasia è un’esperienza che ha come vera ambizione quella di incoraggiare i ragazzi all’elaborazione di progetti sempre nuovi e contemporaneamente quella di educarli alla perseveranza indispensabile a non trasformare quei sogni in altrettante frustrazioni.

Non sono obiettivi da poco; e non posso certo illudermi che possano essere conseguiti nel breve volgere di una stagione del laboratorio pratico-creativo. Ritengo tuttavia importante che il processo formativo di ogni singolo alunno possa conservare almeno la traccia di questa elementare esperienza di autocoscienza; perché la stessa possa costituire un germoglio pronto a sbocciare in qualcosa di più grande con la primavera della giovinezza e la successiva maturità.

  Sono ovviamente consapevole che per tanti ragazzi l’esperienza del laboratorio pratico-creativo potrà risultare, alla fine, indifferente. Ma sono gli inconvenienti del mestiere. Inoltre stiamo vivendo tempi di grande confusione; tempi in cui non è raro percepire maggiore interesse per amicizie o creature virtuali come il pulcino Tamagotchi che per la vita reale, vieppiù frequentemente offesa, spesso con l’aggravante di motivi futili ed incomprensibili.

Nella peggiore delle ipotesi confido quindi che l’esperienza di seminare, far germogliare e prendersi cura di una pianticella all’interno di una serra scolastica possa almeno evocare e rafforzare in tutti i ragazzi quel sentimento di rispetto degli altri e della vita (ed in specie di quella delle creature più fragili ed indifese) di cui c’è tanto bisogno in questi giorni in cui è impossibile aprire le pagine dei giornali senza provare orrore e sgomento.

Se poi in futuro anche uno solo di loro avvertirà l’esigenza di dedicare una singola ora della propria vita al volontariato, alle opere sociali ed alle difesa dei più deboli; ovvero – più banalmente – avvertirà l’impulso di scavalcare un’aiuola che avrebbe prima calpestato o di evitare incisioni sulla corteccia di un albero che incontrerà sul suo cammino, il laboratorio pratico creativo avrà senz’altro e comunque raggiunto il proprio obiettivo. 

Perché il progresso della nostra società non è collegato soltanto a grandi interventi legislativi o alle azioni delle figure guida che caratterizzano ogni singola epoca; ma costituisce soprattutto la sommatoria di tanti piccoli comportamenti virtuosi dei consociati. E questo è innegabile a prescindere dal fatto che faccia molto più rumore un albero che cade piuttosto che una intera foresta che cresce.

Giulia Della Pietra