Torino - Priorità delle azioni sul diritto allo studio, interventi di edilizia scolastica, ripartizione tra gli enti locali delle risorse economiche, modalità e fasce di reddito per accedere agli assegni e alle borse di studio, valorizzazione delle eccellenze e del merito, progetti per garantire e migliorare la qualità dell’offerta sono i punti salienti del Piano triennale 2012-14 sull’istruzione, il diritto allo studio e la libera scelta educativa approvato dalla Giunta regionale, già condiviso con i sindacati e con la Conferenza regionale per il diritto allo studio e che passa ora al Consiglio regionale per l’approvazione definitiva.
La presentazione del documento, avvenuta il 29 novembre a Torino, ha offerto al presidente Roberto Cota e all’assessore all’Istruzione, Alberto Cirio, l’occasione per lanciare innanzitutto un appello al ministro Profumo “affinché il decreto salvaprecari della scuola predisposto dalla Regione Piemonte e già siglato dall’Inps ottenga l’atteso via libera del Ministero. Ci sono 577 persone, e con loro altrettante famiglie, in attesa da mesi di sapere se potranno avere un lavoro e ci auguriamo che il ministro possa al più presto dare a noi e a loro buone notizie”.
Passando ad illustrare il Piano, Cota e Cirio hanno sottolineato come sia stato predisposto a misura delle fasce più deboli: “La sua caratteristica principale è l’innalzamento del sostegno economico previsto per le fasce minime. Inoltre, prende le mosse da quello sul dimensionamento, approvato dalla Regione nelle scorse settimane, con cui abbiamo salvaguardato le scuole piccole e di montagna in deroga ai numeri minimi di iscritti previsti dal Ministero e prevedendo come eccezione accanto alle scuole montane anche quelle delle aree marginali, come ad esempio le scuole collinari che sono un’altra prerogativa del Piemonte. Altra novità è il meccanismo di riparto delle risorse alle Province: cominciamo per la prima volta ad abbandonare la storica spartizione basata solo su quanto speso da ognuna per parametrare invece i contributi sulla reale situazione scolastica di ciascuna. Infine, introduciamo lo strumento del Bilancio sociale dell’istruzione, che ci permetterà ogni anno di riflettere sul modo in cui vengono investite le risorse, per capire quali sono gli ambiti più urgenti ma anche le ricadute effettive che le nostre scelte di investimento producono”.
Per quanto riguarda gli assegni di studio per iscrizione e frequenza (buono scuola) e quelli per libri e trasporti, viene aumentato il contributo per le fasce minime di reddito: per il buono scuola diventerà di 1500 euro per le primarie-elementari (contro i 1080 finora assegnati), 1800 euro per le medie (contro 1440) e 2300 euro per le superiori (contro 1920); gli assegni di studio passeranno a 260 euro per le elementari (contro 240), 380 euro per le medie (contro 360), 620 euro per le superiori (contro 600). Le fasce di reddito saranno quattro: fino a 10mila euro, da 10 a 26mila, da 26 a 29mila euro, da 29 a 40mila euro (contro le precedenti tre: fino a 26mila, da 26 a 29 mila, da 29 a 32 mila). Vengono quindi introdotta la prima fascia e innalzata l’ultima fino a 40mila euro.
A tutto questo si aggiunge l’impegno per integrare il personale delle scuole piemontesi e garantire tempo scuola, sostegno all’handicap e offerta formativa. I posti aggiuntivi che verranno assegnati grazie alle risorse stanziate dalla Regione Piemonte sono 577: 214 insegnanti di sostegno (che si aggiungono ai 454 assegnati in deroga dall’Usr), 135 insegnanti per garantire il tempo pieno, 34 insegnanti per sdoppiare pluriclassi numerose, 176 collaboratori scolastici, 13 assistenti amministrativi, 5 assistenti tecnici. A beneficiarne saranno 400 scuole.