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PASSAGGIO DI CONSEGNE TRA I RETTORI CESARE EMANUEL E GIAN CARLO AVANZI

Vercelli - L’atto simbolico dello scambio dell’ermellino tra il rettore uscente Cesare Emanuel e il rettore eletto Gian Carlo Avanzi ha sancito, ieri sera al Teatro Civico di Vercelli, l’inizio ufficiale di una nuova fase della storia dell’Università del Piemonte Orientale. La cerimonia ha rappresentato un’occasione per ripercorrere pubblicamente la crescita dell’Ateneo durante il mandato del professor Emanuel e per tracciare gli obiettivi futuri e le strategie necessarie per raggiungerli. Moltissime le autorità presenti in sala che hanno voluto assistere alla cerimonia al pari dei docenti e del personale tecnico-amministrativo di Ateneo; proprio a questi ultimi il rettore Emanuel ha voluto indirizzare il primo ringraziamento. «Tutti i risultati che abbiamo raggiunto – ha detto il Rettore uscente — non sarebbero stati possibili senza una macchina organizzativa efficiente e disposta al sacrificio. Il mio mandato è stato caratterizzato dalla costante ricerca di risorse aggiuntive necessarie per la crescita al fine di incrementare le nostre dimensioni e rispondere ai criteri richiesti dal Ministero. Ciò ha portato a scelte talvolta difficili ma l’impegno e  lo spirito di appartenenza del personale amministrativo non sono mai venuti meno».

Il rettore Emanuel si è poi soffermato sull’appoggio costante ricevuto dalle Fondazioni bancarie del territorio, dalle Istituzioni pubbliche e dalle imprese che hanno trovato nell’UPO un partner affidabile per lo sviluppo di nuovi progetti. «L’Ateneo ha dimostrato di voler condizionare positivamente la geografia del proprio territorio di riferimento creando un nuovo triangolo all’interno del triangolo industriale. Se Novara e Vercelli hanno attratto studenti rispettivamente dal milanese e dal torinese, anche Alessandria, collocata in un territorio più esteso e isolato, è stata posta al centro di un progetto di crescita grazie allo sdoppiamento di alcuni corsi di laurea e alla collaborazione con il tessuto produttivo e istituzionale. Questa strategia combinata è alla base del successo dell’Ateneo che in dieci anni è riuscito a raddoppiare il numero di iscritti diventando un punto di riferimento insostituibile per il territorio.»

L’ultimo atto formale compiuto dal professor Emanuel nella veste di Rettore UPO è stato la firma di due accordi. Il primo, di partnership accademica, con la multinazionale casalese Buzzi Unicem per lo sviluppo di progetti comuni di ricerca e di didattica innovativa; il secondo, con il Comune di Novara, per la concessione dell’utilizzo delle strutture del nuovo complesso di ricerca e di assistenza sanitaria che sorge a Novara, nel quartiere Sant’Agabio, e che accoglie le strutture del CAAD, il Centro Interdipartimentale di Ricerca Traslazionale sulle Malattie Autoimmuni e Allergiche dell’UPO. 

La cerimonia è proseguita con gli interventi di commiato del Prorettore uscente Fabio Gastaldi e di Roberto Barbato, professore ordinario di Fisiologia vegetale al DISIT che sarà il vice del professor Avanzi per il prossimo sessennio. Infine ha preso la parola il neo-Rettore. «Sarà un’impresa affrontare i prossimi sei anni — ha esordito Avanzi — avendo come eredità i risultati di Cesare Emanuel, ma sono fortemente ottimista e fiducioso che la squadra di governo dell’UPO, che nei prossimi giorni verrà ufficialmente presentata, otterrà significativi traguardi.»

«La centralità dello studente nel nostro progetto di crescita — ha detto il professor Avanzi — non è in discussione. Come affermava Giovanni Falcone “Le persone passano, le idee restano e continueranno a camminare sulle gambe di altre persone”.» Uno degli obiettivi primari del suo mandato sarà quello di incrementare l’internazionalizzazione: «Non possiamo avere futuro — ha proseguito il neo-Rettore — se non guardiamo al di fuori del nostro recinto, delle nostre mura e delle nostre montagne. L’internazionalizzazione è una necessità ineluttabile prima che un requisito richiesto dal Ministero. La Conferenza dei Rettori delle Università Italiane ha sottolineato che questo tema sta diventando cruciale, perché solo con il confronto e la collaborazione con Università straniere prestigiose si potranno raggiungere livelli di eccellenza maggiori di quelli che abbiamo attualmente in Italia. A differenza di quanto si pensi in generale, io non temo le partenze dei giovani italiani verso l’Europa. L’Europa è la nostra casa, è l’Europa dei popoli, non quella politica che oggi viene così tanto criticata

Per arrivare a questi obiettivi si dovranno sviluppare metodi e progetti di didattica innovativa. «L’UPO deve diventare un’Università che possa creare corsi di studio con maggiori possibilità di sbocchi lavorativi mediante indirizzi specifici e professionalizzanti. […] Siamo lontani da Francia e Germania per le lauree brevi professionalizzanti. Il futuro del nostro Paese, visto il calo demografico delle persone giovani, sarà necessariamente rivolto a questo segmento di popolazione, cui dedicheremo questi nuovi indirizzi, indispensabili non solo per diffondere maggiormente la cultura, ma anche per mantenere il numero di iscritti.» L’Università del Piemonte Orientale, in definitiva, dovrà essere attore protagonista di uno scenario in continuo mutamento e che proprio per questo offre continuamente nuove sfide e opportunità. «Ci impegneremo a fondo — ha proseguito Avanzi —per aiutare altri enti a far emergere il meglio dei loro progetti con il nostro supporto per la progettazione e la realizzazione di iniziative non solo didattiche, ma anche di intrattenimento formativo; un esempio per tutti può essere il Concorso Viotti, che affiancheremo con la massima convinzione. Se riusciremo in questo intento, che a mio avviso è la vera rivoluzione nella futura Università del Piemonte Orientale, oltre a realizzare maggior successo per i nostri laureati, avremo anche un riverbero nella crescita di quest’area geografica e potremmo anche diventare un esempio da seguire nel resto del paese.»

L’ultimo riferimento è stato rivolto all’ingranaggio amministrativo: «Per realizzare questi obiettivi ambiziosi dovrà essere rivista e irrobustita l’ossatura portante dell’Ateneo, cioè la struttura tecnico-amministrativa. Proveremo a riorganizzarla profondamente e la indirizzeremo in via principale al supporto alla didattica e alla ricerca valorizzando le “best practice” ed elevando gli standard qualitativi».