Novara - Sabato 16 dicembre presso la palestra dell’associazione Jigoro Kano di Torino si sono svolti gli esami per gli insegnati tecnici con la qualifica di “aspiranti allenatori” i porta colori novaresi sono stati Giulia Anchisi e la giovanissima Zoe Sirica. In casa del Centro Judo Novara è nuovamente festa, dopo le cinque cinture nere ottenute a novembre, per gli ennesimi obbiettivi raggiunti che vede i propri atleti raggiungere traguardi sia a livello agonistico in ambito Nazionale ed Internazionale sia nella formazione tecnica. A livello agonistico il centro judo novara ha partecipato a 18 trasferte ottenendo 15 ori, di cui 3 primi assoluti durante le qualifiche dei campionati italiani, 15 argenti e 25 bronzi. Per l’ennesimo anno abbiamo partecipato ad una finale per la medaglia dei campionati italiani, abbiamo avuto un atleta di interessa nazionale ed infine con il settore giovanile ha ripreso le attività giovanili pre agonistiche. Il maestro Flavio Vestali fa il punto della situazione sull’anno appena trascorso: "è importante soprattutto per i nostri ragazzi, per riconoscere le proprie capacità, i risultati, capitalizzare i passi avanti ma anche quelli a marcia indietro, vedere dove si sta andando e soprattutto decidere dove si vuole andare. Tra i nostri punti di forza, ha aggiunto il tecnico, ci sono la presenza costante sul territorio, e l’attenta conoscenza del tessuto sociale ai quali si aggiunge uno stretto legame di collaborazione con il Comune di Novara".
Intanto, ha scaldato il cuore dei dirigenti e dei tecnici della società una lettera inviata da Maddalena, che riportiamo: "Centro Judo Novara non è una società sportiva. Centro Judo Novara è una comunità. Un insieme di persone che giorno per giorno si ritrovano per fare quello che li accomuna, il Judo. Devo ammettere che quando ho iniziato, nel 2018, era solo perchè lo faceva mia sorella, era facile per i miei genitori farci fare lo stesso sport, così da non doverci accompagnare in giro per la città in giorni alterni. Non mi piaceva molto, ero molto indietro rispetto ai ragazzi della mia età, mi mancavano la preparazione atletica e le abilità. Vedere bambini molto più piccoli riuscire a raggiungere traguardi che io mi sognavo col binocolo, mi trasmetteva un senso di tristezza tale da domandarmi più di una volta perché fossi ancora lì. Poi ci fu il covid e tutto si fermò. Niente esame cintura, niente gare e niente allenamento. Solo degli esercizi assegnati da fare a casa. Poi è arrivato il 2021 e tutto è ricominciato, solo che intanto qualcosa era cambiata in me, questa volta ero io che avevo scelto di tornare, di ricominciare. Perché, forse non molti lo sanno, ma il judo viene da due ideogrammi principali: Ju e Do. Se Ju significa nelle arti marziali agevole o morbido, con Do, si introduce un concetto totalmente diverso, quello della Via. Perché il Judo non vuole essere solo una via per combattere ‘agevolmente’ senza farsi male. Il judo è una Via verso la vita attraverso una nota positiva, il Judo ti insegna che bisogna cercare il buono, ‘l’agevolezza’, nel rapporto con gli altri sia sopra che fuori dal tatami. E io lì l’ho capito, me ne sono finalmente resa conto. Ovviamente non ne ero pienamente conscia, l’avevo capito come si può capire un concetto del genere in prima superiore. Ma ho iniziato a prendere tutto con più calma, ho imparato che si può imparare qualcosa dal primo all’ultimo membro della squadra. Perché è quello che siamo, una squadra, nonostante a scuola insegnino che le arti marziali sono uno sport singolo, solo chi lo vive da dentro sa che non è così. Ed oggi, che non posso andare a judo quanto vorrei, mi manca, se una volta a settimana non vado in quel luogo così intriso di ricordi, sono triste. E non penso che potrei fare altro sport, mi mancherebbero tutti i miei compagni e le mie tecniche. Mi mancherebbe il mio potentissimo ukigoshi, l’ippon velocizzato, la lotta a terra, la spontaneità di Maya, le pacche sulle spalle di Marco, i sorrisi di Mattheu, i “grazie” di Aristid a fine di ogni randori, la determinazione di Simone, le assurde battute di Samuele, Lorenzo e Omar, i consigli di Zoe, le risate dei più piccoli e il mio allenatore, una delle persone che stimo di più al mondo, Flavio. Quindi alla domanda, cosa rappresenta per te Centro Judo Novara? Io rispondo a mani basse, casa".