Novara - La Igor Volley ha deciso di prolungare lo stop dell'attività della prima squadra, allineandosi alle scadenze fissate dal DPCM dell'11 marzo: l'attività, già sospesa fino al 23 marzo, non riprenderà fino al prossimo 4 aprile. Lo stop riguarda gli allenamenti e le altre attività di squadra in palestra, mentre nel periodo di "fermo", ciascuna atleta proseguirà il proprio lavoro individualmente, ovviamente a casa, secondo un planning elaborato quotidianamente dal preparatore atletico Stefano Tagliazucchi. Le atlete, sia italiane sia straniere, sono state lasciate libere in totale ottemperanza allo stesso DPCM sopra citato. "In questo momento, soprattutto dopo che alcune federazioni hanno iniziato a richiamare in patria le proprie atlete, - spiega il d.g. Enrico Marchioni - abbiamo ritenuto doveroso fermare l'attività fino al 3 aprile compreso, anche perché qualsiasi ipotesi sulla ripresa delle competizioni a ridosso di tale data risulta a tutti gli effetti nebulosa. Abbiamo ritenuto anche corretto che le ragazze, confidando nella loro responsabilità e serietà, potessero gestire personalmente questo momento".
Il dirigente azzurro si sofferma poi sul momento del volley internazionale: "Alcune leghe europee hanno sospeso ed addirittura, in alcuni casi, decretato l'annullamento del campionato ed è comprensibile visto che risulta impossibile fare programmi. Oggi l'unica priorità di chiunque abbia buonsenso è la salute pubblica. Ci siamo sempre adoperati per giocare, purché ci fossero le condizioni per farlo. Condizioni che oggi non ci sono e che non vediamo come possano esserci in tempi ragionevoli, visto che il peggio non è ancora passato. Per questo riteniamo che il momento delle valutazioni e delle decisioni prima o poi debba arivare. Per noi lo sport è riassunto in quelle quattro lettere acronimo di AGIL: amicizia, gioia, impegno e lealtà. Valori che oggi come oggi nessuno di noi potrebbe mettere in campo. Impegno e lealtà, quelli sì, li dobbiamo a chi si adopera quotidianamente per consentire al Paese di superare questo momento: chi lavora negli ospedali, nelle cliniche o garantisce i servizi essenziali alla comunità. Loro vanno in campo ogni giorno ed è per il sacrificio che stanno compiendo loro e tutti gli italiani che stanno rispettando la quarantena che dobbiamo dimostrarci ragionevoli e responsabili".