Novara - Uno dei pochi che conosce il calcio giocato ad altissimi livelli, sin da quando era ragazzino. Ernesto Marchi vanta un passato nelle giovanili della Juventus, dopo che aveva giocato titolare nel Trecate degli anni '70 a solo 16 come difensore centrale, distinguendosi per eleganza e grinta. Da tempo ha appeso le scarpette al chiodo e oltre ad essere stimato professore di Educazione fisica, ha allenato diverse squadre, puntato soprattutto sui giovani, dai quali riusciva sempre, comunque e ovunque, a tirare fuori il meglio. Ora 'abbandona' la panchina e decide di intraprendere la carriera di dirigente, lasciando lo Sparta Novara per affrontare una nuova avvenutura: quella della Ro.Ce., la società nata dalla fusione di Romentinese e Cerano lo scorso anno e che dal 2018/19 si occuperà anche del settore giovanile del ri-nato Galliate. "Dopo 10 anni allo Sparta - scrive Marchi in un post sui 'social' - ho deciso di cambiare; sono stati 10 anni intensi forti ricchi di soddisfazioni sia sul piano umano che sportivo: ho avuto la fortuna di conoscere tante belle e stimolanti persone che conserverò per sempre nel mio cuore. Mi sono tolte tante soddisfazioni sportive, su tutte un titolo regionale dopo una fantastica cavalcata; sono 35 anni che alleno - una vita - ho visto tanti ragazzi crescere e con molti di loro conservo ancora degli ottimi rapporti; ho cominciato con un gruppo del 1969 a Trecate ed ho concluso allo Sparta con un gruppo del 2000/1999. In questo 35 anni mi sono legato a 5 società del mio territorio a dimostrazione della mia grande voglia di fidelizzarmi con l'ambiente in cui opero: Trecate, Bellinzago, Novara, Galliate Sparta ed ora ho deciso di intraprendere una nuova avventura alla Ro.Ce. (Romentinese e Cerano), calandomi nel ruolo di responsabile, lasciando la mia amata panchina, panchina che potrei abbandonare forse per sempre. Ho voluto fare questa riflessione per far capire a tutti, ma soprattutto per ricordare a me stesso, di quanto la mia vita sia stata bella ed intensa grazie alla mia famiglia ed ai tanti amici incontrati sui campi di gioco; senza calcio che vita avrei fatto? Sicuramente non così bella ed intensa...".
A presto mister, anzi dirigente... anzi semplicemente Ernesto.
Gianmaria Balboni