Novara - A tre settimane dallo scontro diretto con il Fiorenzuola, voglio soffermarmi su un fattore positivo di questo ultimo mese: essere riusciti a perdere meno partite e, fortuna o non fortuna poco importa, aver portato a casa punti con sofferenza, grinta e a volte sputando anche “sangue”. Certo abbiamo vinto solo con la Pergolettese in campionato, ma per i limiti che presenta la 'rosa' ci si deve anche adeguare alle risorse che si possono avere o, meglio, si sono volute avere. Perché il presidente, anche oggi assente al Piola, era stato chiaro fin dalla fine della stagione scorsa: il Novara F.C. avrebbe speso molto di meno per quanto riguarda la campagna acquisiti, puntando su un progetto sostenibile e legato ai giovani. La problematica che ritengo sia stata proprio alla base, facendo mancare tutte le condizioni di buona riuscita, è stata la mancanza di un settore giovanile strutturato e ben organizzato. Pur non mettendo in dubbio il buon lavoro di Fabbrini e Valenti nella ricostruzione di tale progetto, le basi che furono poste con il Novara Calcio sono ancora molto lontane. Basi costruite comunque nel tempo e non in un solo anno. Di conseguenza si è dovuto puntare su giovani alle prime armi con il professionismo; ma gli stessi stanno dimostrando costanza e crescita giorno dopo giorno. Inizialmente sembravano isolati e in difficoltà sul rettangolo di gioco, ma progressivamente (anche per il supporto e la fiducia di mister Jack Gattuso) la luce si sta iniziando a vedere. Riuscendo a sfatare anche la striscia negativa di sconfitte e ritrovando la vittoria al Piola (mancava da aprile). Macinando da metà novembre punti preziosi: la maggior parte con un pareggio, ma la priorità è non perdere. Oggi contro Vicenza le differenze si sono ampiamente viste e la gara sarebbe potuta finire anche con tre reti di scarto, ma gli azzurri con il gol di Corti e Scappini hanno portato a casa un altro risultato prezioso. Un pareggio che ha fatto esplodere di gioia i tifosi presenti quanto una vittoria, a dimostrazione che la piazza, nel bene e nel male, chiede solo una cosa: onorare la maglia e lottare fino all’ultimo su ogni pallone. E il gruppo, a differenza di molti degli anni scorsi, ha sempre dimostrato di meritarsela. Ricordo annate in cui si arrivava decimi in B o settimi in Lega Pro e la maglia di qualcuno non era mai sudata, per poi scendere in campo ai playoff con atti di ordinaria amministrazione.
E a proposito di maglia, la vicenda imprenditoriale sul cambio societario inizia ad essere davvero fastidiosa, essendo diventato ormai un tira-e-molla. L’importante rimane la serenità della piazza e del gruppo, per questo - fino a quando non ci sarà il closing - Ferranti deve continuare a garantire il proprio supporto, al di là delle intenzioni nobili e legittime che possa avere. Tutti si trovano in una situazione complicata e tutti possono decidere di tirarsi indietro nel momento in cui si fallisce o non si hanno più le risorse, ma quando parliamo di imprenditoria sportiva ci riferiamo anche a tutti coloro che sono dipendenti (non solo in termini economici) delle scelte di chi ha puntato su un progetto. Novara e i tifosi non meritano un nuovo fallimento! E pertanto la nave dovrà essere portata avanti dal timoniere fino a quando non avverrà il cambio. Anche perché nelle tempeste non si abbandona e non si deve mai abbandonare il proprio mezzo.
Intanto ricapitoliamo le ultime tre partite di andata per gli azzurri: Legnago Salus in trasferta, la capolista Triestina in casa e Fiorenzuola il 23 dicembre in un vero e proprio scontro diretto pre-natalizio.
Nicolò Gentilcore