Novara - Manca poco all'inizio di Novara-Juventus. Si avvicina alla tribuna stampa un tifoso che nella sua vita di 'mangiatore di calcio' ne ha viste di tutti i colori, ma sempre con la fede per il Novara: Giovanni Morani. Classe 1939, si dichiara tifoso sì degli azzurri, ma anche sostenitore della Juventus e comincia a raccontare: "La prima volta che ho visto il Novara avevo 13 anni. Era la stagione 1952/52 e in quell'anno giocavamo in serie A. La sfida con la Juventus la ricordo bene, in quanto finì 0-6 per i bianconeri; ricordo ancora a memoria la formazione" e snocciola i 22 nomi, tra i quali ci sono campioni del calibro del portiere Viola, Parola (poi diventato allenatore del Novara), Handen e naturalmente capitan Boniperti. Nel Novara invece su tutti il grandissimo Silvio Piola. "Non mi sembra vero con tutte le sofferenze da tifoso passate negli ultimi 30 anni essere qui a vedere in tribuna Novara-Juventus. Nella mia vita ho visto oltre duemila partite degli azzurri, in ogni campo e situazione: come nel Bergamasco con la Brembillese. Andai sulla Porsche di Montipò insieme al presidente Tarantola, accovacciandomi come fossi un bagaglio nei sedili posteriori dell'auto. Oppure quando ci fu la trasferta di Monselice, allenato da mister Reja (proprio quello che oggi allena la Lazio) e si giocò in un campo circondato da case e palazzi e ad un certo punto la partita venne sospesa, perché il pallone era finito in un balcone e il padrone di casa non voleva darlo indietro...". Quello era un altro calcio. Ma torniamo al Novara di oltre mezzo secolo fa: "Vedere oggi tutta questa gente mi va tornare in mente alle epiche sfide dell'Alcarotti contro la Juve o il Genoa, con lo stadio zeppo di tifosi, ben oltre la capienza ufficiale. Allora volava qualche schiaffone o scazzottata tra gruppi opposti, ma non c'era il tifo organizzato per fare del male, tutto si risolveva nel giro di pochi minuti. Ricordo anche che raccontai una bugia a mia moglie, convincendola in viaggio di nozze di tornare a casa anzitempo con la scusa di aver letto che il tempo era brutto e dovevamo fare le valigie. Una volta a Novara la lasciai per due ore, per andare dal mio 'vecchio amore': il Novara" e sorride. Cos'è cambiato nel calcio di oggi? "Forse la partecipazione, allora per le trasferte si mobilitava una città intera, oggi invece è tutto diverso".
Morani è tra i soci fondatori dei Fedelissimi nel 1964: "Pochi anni fa - conclude - con l'amico Massimo Giordano li abbiamo rifondati di nuovo ed oggi abbiamo circa un migliaio di iscritti al nostro club. Il mio sogno nel cassetto? Vedere le partite senza barriere, come essere al cinema. Credo che la politica della società sia proprio questa, di massima fiducia tra dirigenza e tifoseria e magari questo desiderio potrà avversarsi anche a Novara (e non solo allo Juventus Stadium) nei prossimi anni". Lascia la tribuna, dopo un saluto e una foto ricordo con Sandro Piccinini e Fabio Caressa (di Mediaset Premium e Sky Calcio) e se ne va. Lo attende il posto in tribuna d'onore vicino al presidente Accornero e, per l'occasione, a Michel Platini e Giampiero Boniperti.
Gianmaria Balboni