Novara - Prima esperienza novarese per il preparatore atletico Stefano Tagliazucchi, arrivato in estate nel rinnovato staff tecnico di Massimo Barbolini. Tocca a lui, dopo due settimane di lavoro, tracciare un primo bilancio dell’attività fin qui svolta in palestra, pur con un gruppo ancora ridotto e “puntellato” con la presenza di diverse atlete del vivaio. “Il vantaggio di una preparazione così lunga – racconta – è senz’altro che ci sono ancora diverse settimane prima dell’avvio della stagione e che per questo si è potuto impostare un lavoro con carichi progressivi. In queste condizioni si può prestare maggiore attenzione ai dettagli e ci si può permettere di aspettare chi si trovi a fare i conti con qualche problemino fisico, situazione che fortunatamente a oggi non ci ha riguardato. Certo, è un peccato che tante atlete siano impegnate con le nazionali e che non si possa lavorare subito con il gruppo al completo, ma ormai nel mondo della pallavolo questa è diventata la normalità e quindi ci si regola di conseguenza”.
Chi lavora in nazionale potrà risentire della diversa preparazione? “Sicuramente dopo le prime due o tre settimane da quando torneranno nel club avranno un calo fisiologico, un calo psico-fisico dopo un primo momento in cui al contrario saranno particolarmente “cariche” e reattive. Il lavoro in palestra? Il gruppo sta rispondendo bene, il clima è sereno e si riesce a lavorare al meglio dal punto di vista fisico e tecnico”.
Quest’anno c’è anche la grande sfida della Champions League: “Nell’arco di una stagione è una variabile in più da gestire, ma è una sfida prestigiosa, un “problema” con cui tutti vogliono sicuramente misurarsi. Un gruppo variegato? Avere atlete giovani e altre più esperte porta, ed è normale che sia così, a una grande individualizzazione del lavoro. Si adattano i carichi e i tempi di recupero a quelle che sono le caratteristiche fisiche così come a quella che è la “storia” pregressa dell’atleta, in termini di infortuni ma non solo”.